mercoledì 31 luglio 2019

Buone vacanze a tutti i nostri lettori


Il Blog va in vacanza. Buon riposo a tutti quelli che ci seguono. Ci rivediamo il 2 settembre...

lunedì 29 luglio 2019

Sangue e purità nel giudaismo allesandrino e nella letteratura cristiana




Il sangue e la purità sono due dei concetti più sacri della letteratura biblica e cristiana. E non solo. Anche la cultura ellenica, nella vastità della sua letteratura e cultura mitologica, ha attribuito alla purità e agli elementi purificatori, come il sangue ˗ e l’acqua, o lo zolfo ˗ un’importanza fondamentale. Emblema anche di rinascita e di creazione, il sangue rappresenta uno dei simboli più affascinanti del mondo antico, legato a concetti etici e metafisici. Partendo da uno studio di alcuni versi del libro del Levitico, uno dei più puntuali e rigorosi di tutte le Sacre Scritture, in cui il sangue è sia miasma di impurità che agente purificatore, si cerca di dare una visione d’insieme dell’antica identità della nostra storia, attraversando i racconti di Omero ed Esiodo e leggendo attraverso le righe degli Evangelisti e i grandi commentatori della cristianità, in cui le idee di peccato ed espiazione fanno da sfondo al mondo occidentale, nel quale la ricerca della salvezza è sempre stato uno dei punti focali dell’esistenza. In libreria per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

venerdì 26 luglio 2019

Maestri per la città. I sindaci massoni



In questo terzo volume sono stati valutati i profili di sindaci rispetto ai quali non era ancora stata conclusa una adeguata ricerca, oltre a sindaci segnalati appassionatamente dai lettori e, previa verifica, inseriti al loro posto. Inoltre l’uscita dei primi due volumi ha indotto taluni a voler raccontare pubblicamente la loro esperienza nella gestione delle realtà comunali. A questi sindaci vanno aggiunti coloro che non hanno ritenuto di rivelare la loro appartenenza massonica, ventiquattro sindaci, oltre a quelli le cui documentazioni col tempo sono andate disperse o distrutte. L’entità complessiva dei sindaci massoni italiani è decisamente superiore alle trecentocinquanta unità.
Perciò Maestri per la città ha utilizzato tante piccole e grandi lampade tascabili per orientarci in questo tormentato inizio di terzo millennio e più che rappresentare un panorama del passato, ha l’ambizione di proporre un programma per il futuro. Al termine di questa ricerca forse Maestri per la città si è trasformato in La città dei maestri, maestri della politica, del lavoro, della solidarietà, della cultura, dell’arte e dell’arte di vivere. Tipheret - Gruppo editoriale Bonanno.

giovedì 25 luglio 2019

Oggi è il compleanno del Sommo Sacerdote del Gran Capitolo del Rito di York, Domenico Bilotta



Oggi è il compleanno del Sommo Sacerdote del Gran Capitolo del Rito di York, Domenico Bilotta. Auguri dalla Giunta, dai compagni dei Capitoli, da tutto il Rito e dalla redazione del Blog dell'Arco Reale.

mercoledì 24 luglio 2019

Alexandre Dumas e la Massoneria



Il 24luglio 1802 nasce il Fratello Alexandre Dumas, illustre scrittore francese.  Era amico e ammiratore di Garibaldi, e sostenitore della spedizione dei Mille. Descrisse la Battaglia di Calatafimi ne "I garibaldini". Fu iniziato in Massoneria a Napoli.

Alphonse Mucha, maestro dell’Art Nouveau, figlio nobile della Massoneria



Alphonse Mucha (1860-1939), artista ceco, è stato uno dei rappresentanti più significativi dell’Art Nouveau. Il suo stile lo rende “fautore” di un nuovo linguaggio comunicativo, di un’arte visiva innovatrice e potente: le immagini femminili dei suoi poster, fortemente sensuali e cariche di erotismo, entro composizioni grafiche ben precise arrivano e spopolano in tutti i ceti e gli ambienti della società dell’epoca [...]
Alphonse Mucha fu iniziato a Parigi nel 1898 e successivamente divenne fra i promotori della rinascita della massoneria in Cecoslovacchia, fondando nel 1919 loggia, in lingua ceca, “Jan Amos Komensky” all’Oriente di Praga e ricoprì in seguito la carica di Gran Maestro della Gran Loggia Cecoslovacca.

FONTE: GOI

Domenico Maiocco, era massone il messaggero che liquidò Mussolini

di Antonino Zarcone



24 luglio 1943, inizia la notte più lunga per Mussolini: si riunisce per l'ultima volta il Gran Consiglio del Fascismo per discutere dell'Ordine del giorno Grandi - Bottai. Il paese ormai è stanco della guerra e gli italiani non ne vogliono più sapere di Mussolini e del fascismo. Lo scopo dei gerarchi è quello di mantenere in fascismo senza il duce per garantire la propria sopravvivenza politica. Il Re è più concreto e più furbo. Pensa ad un cambiamento radicale per assicurare la sopravvivenza della dinastia. Conosce il testo dell'ordine del giorno. Glielo ha consegnato un personaggio sconosciuto ai più: il socialista piemontese leader della massoneria clandestina italiana con molte amicizie tra la fronda fascista e fuori dai confini italiani Domenico Maiocco. È grazie a lui che Vittorio Emanuele III può mettere in atto il piano con il quale, immediatamente dopo il voto sfavorevole del Gran Consiglio a Mussolini, i militari arrestano il duce e Badoglio assume l'incarico di Presidente del Consiglio.

martedì 23 luglio 2019

La speranza di Leopardi



« Sebbene è spento nel mondo il grande e il bello e il vivo, non ne è spenta in noi l’inclinazione. Se è tolto l’ottenere, non è tolto né possibile a togliere il desiderare. Non è spento nei giovani l’ardore che li porta a procacciarsi una vita e a sdegnare la nullità e la monotonia. Ma tolti gli oggetti ai quali anticamente si era rivolto questo ardore, vedete a che cosa li debba portare e li porti effettivamente. L’ardor giovanile, cosa naturalissima, universale, importantissima, una volta entrava grandemente nella considerazione degli uomini di stato. Questa materia vivissima e di sommo peso ora non entra più nella bilancia dei politici e dei reggitori, ma è considerata appunto come non esistente. »

G. Leopardi, “Zibaldone”, 1 agosto 1820

lunedì 22 luglio 2019

Bino Binazzi e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Nato a Figline Valdarno (Firenze) nel 1878, poeta e prosatore,frequentò il liceo di Arezzo ed avviò gli studi superiori a Firenze ma,a causa delle difficoltà finanziarie della famiglia, proseguì come autodidatta. Insegnò presso vari collegi, tra cui il Cicognini di Prato, e scrisse i primi libri di versi "Eptacordo" (1907), "Canti sereni" (1909), "Turbini primaverili" (1910), "Oltre il dolore" (1911).
Iniziato Massone nella Loggia "Intelligenza e Lavoro" di Prato il 17 luglio 1906, fu elevato al grado di Maestro il 18 giugno 1921.
Abbandonato l'insegnamento si dedicò all'attività giornalistica prima come redattore del fiorentino "Fieramosca" poi del "Giornale del mattino" di Bologna, su cui si farà portavoce dell'interventismo allineandosi con le posizioni del gruppo futurista fiorentino. Divenne amico di Palazzeschi, Papini e Soffici sposando nel futurismo gli aspetti meno retorici e altisonanti a tutto vantaggio di una rinnovata capacità di immergersi nel tempo a lui contemporaneo. Nel 1916, a Bologna, fondò con Francesco Meriano la rivista "La Brigata" dove appaiono i versi che saranno poi raccolti ne "La vita della ricchezza", la sua opera più significativa. pubblicata da Vallecchi nel 1919. Il fascismo lo vide in un primo momento tra i suoi seguaci ma l'uccisione di Matteotti (1924) lo allontanò dall'ideologia imperante e lo consegnò ad un isolamento culturale accentuato anche da una serie di disgrazie familiari. Dopo la morte, avvenuta a Prato nel 1930, la sua produzione poetica viene raccolta nel volume "Poesie" (1934) con un introduzione di Soffici. Postuma è anche la raccolta dei saggi "Antiche, moderni e altro" (1941)


venerdì 19 luglio 2019

Lodovico Mortara. Era massone il Ministro che si impegnò per l'uguaglianza giuridica delle donne. Il Fascismo lo prepensionò

di Antonino Zarcone



19 luglio 1919, la Gazzetta Ufficiale fel Regno d'Italia pubblica il testo della legge n. 1176 approvata il17 luglio 1919 "Norme circa la capacità giuridica della donna" che modifica il codice civile in vigore dal 1865 ed abolisce l'obbligo del consenso maritale.
La legge sancisce che "Le donne sono ammesse, a pari titolo degli uomini, ad esercitare tutte le professioni ed a coprire tutti gli impieghi pubblici, esclusi soltanto, se non vi siano ammesse espresse espressamente dalle leggi, quelli che implicano poteri pubblici giurisdizionari o l’esercizio di diritti e di potestà politiche, o che attengono alla difesa militare dello Stato secondo la specificazione che sarà fatta con apposito regolamento".
Il provvedimento è frutto del dibattito seguente la Grande Guerra ed è un riconoscimento alle centinaia di donne, impiegate nell'industria bellica durante il conflitto e soprattutto al sacrificio sostenuto dalle milioni di donne italiane in qualità di madri, mogli, sorelle o figlie di combattenti.
La legge viene approvata grazie all'impegno del ministro Guardasigilli Lodovico Mortara, ebreo, figlio del rabbino di Mantova, uno dei più importanti giuristi italiani dell'epoca, magistrato, massone membro del Supremo Consiglio del Rito Scozzese, Professore universitario, Primo Presidente della Corte di Cassazione poi collocato forzatamente a riposo per alcune sue decisioni contrarie al neonato governo fascista.



giovedì 18 luglio 2019

Gli Eletti Cohen. Un classico di Le Forestier curato da Mauro Cascio



Hegel una società filosofica la vedeva così: un luogo in cui miti e riti dispiegassero verità concettuali da comprendere. E gli Eletti Cohen nel Settecento sono stati questo: l’uso laico di un’eredità giudaico-cristiana per far sì che l’intelletto potesse rischiararsi Ragione. La si chiamava, Riconciliazione. Un nuovo testo a mia cura ci aiuta a capire in che senso e come. E dopo i saggi di Martinez de Pasqually, Willermoz, Saint-Martin, Prunelle de Lière, Pierre Fournié, Joseph de Maistre e Pelagius, Lopukhin, Bricaud, Chevillon, Sedir, Papus, Matter, Ambelain. Prossimamente per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

Cultura a lutto per la scomparsa di Luciano De Crescenzo. Della Massoneria scrisse: «Mi ha sempre incuriosito»



«Non so voi, ma io sono sempre stato incuriosito della Massoneria, o meglio, da quelli che erano considerati i suoi princìpi, ovvero, l’amore fraterno, la carità e la verità».
La Verità, il dubbio. Luciano De Crescenzo, scomparso oggi a quasi 91 anni d’età, è stato così vicino ai grandi ideali massonici. L’estratto è da Stammi felice, di qualche anno fa, una lezione senza prendersi sul serio. De Crescenzo stava parlando del massone Gaetano Filangieri e del suo rapporto con un altro massone, Benjamin Franklin che scrisse a Filangieri dopo aver letto La scienza della legislazione. Un carteggio tra i due, e Franklin pensò bene di mandarvi anche una copia della Constitutions des treize Etats-Unis del’Amérique.
De Crescenzo ha avvicinato la Filosofia alla gente, ha scritto una quarantina di libri (tra cui Garibaldi era comunista) ed è stato tradotto in 21 lingue. 

Le lezioni di Preston. Il testo classico della ritualità Emulation



La ritualità Emulation, oggi, si differenzia dalle altre ritualità libero muratorie in molte delle comuni pratiche: viene dedicato poco tempo alla contemplazione, alla ricerca filosofica, alla speculazione sulla “ricerca della verità” e ad altri concetti esoterici similari. Questi aspetti di moralizzazione, nelle Logge di tradizione anglosassone, sono limitati alle Letture del rituale promulgate, nel 1770, da William Preston. Il resto è lasciato al pensiero e alla coscienza di ogni massone. Allo stesso modo le Logge di Istruzione servono all’essenziale e lodevole funzione della perfetta conoscenza ed applicazione mnemonica del Rituale nei vari gradi.
Le Lezioni Muratorie sono associate ai tre Gradi dell'Ordine, e ne descrivono il rituale e il significato morale e simbolico. Esse sono in forma catechetica, cioè di domanda e risposta, per essere eseguite da due o più Fratelli.
Come il rituale stesso, le Lezioni si sono sviluppate nel corso di molti anni, incorporando nelle varie epoche pensieri e idee di un gran numero di Fratelli che hanno ricevuto una qualche generale accettazione nell'Ordine. Potrebbe esserci una gran quantità di pensieri e di materiali che non sono mai sfociati in tali Lezioni, mentre parte del contenuto ora incluso, potrebbe anche essere non più attuale. Prossimamente in libreria per Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.

mercoledì 17 luglio 2019

Ecco il sentiero che portava al Tempio di Re Salomone



Nel 2004, durante degli scavi per riparare delle tubature nel quartiere di Silwan, è stata rinvenuta la strada che i pellegrini percorrevano 2000 anni fa per raggiungere il Tempio di Gerusalemme. Ad oggi gli scavi hanno riportato alla luce circa 250 metri di percorso e un tratto arriva fin sotto le mura della Città Vecchia.

Fonte

martedì 16 luglio 2019

Karl Leonhard Reinhold e la Massoneria



Il recupero di una identità, il recupero di una memoria. È questa l’emergenza che qualche volta leggiamo negli editoriali dei grandi giornali. La necessità di avere radici, cioè di avere una qualche parte, un qualche dove a cui affidare le origini della propria storia.
In ambito conoscitivo si è immaginato l’Egitto come culla di una civiltà che si è definita e forgiata in Grecia, che ha avuto nell’ebraismo la prima corrente spirituale e religiosa al cui interno è nata la tradizione cristiana. Con l’Egitto abbiamo l’idea stessa di trasmissione. Una cosa però che si trasforma, che si adatta alle idee, ai costumi, ai popoli.
C’è un autore troppo dimenticato negli studi massonici, pur essendo stato uno dei più grandi filosofi del suo tempo, l’anello di congiunzione tra Kant ed Hegel, ed è Karl Leonhard Reinhold, un autore probabilmente riferibile all’Idealismo. Reinhold insegnò all’Università di Jena e lì conobbe e frequentò Schiller che gli ispirò I misteri ebraici, la più antica massoneria religiosa.   E lì sosteneva questo, che la Massoneria, quasi una forma pura eterna che a un certo punto prende abiti storici, non è che la riorganizzazione eterna di un logos che c’è sempre stato. A questo era arrivato anche grazie alla frequentazione della loggia di Vienna Alla Vera Concordia e a quella di Weimar Anna Amalia zu den dei Rosen.

lunedì 15 luglio 2019

Il 15 luglio del 1877 veniva approvata la legge del massone Michele Coppino

di Antonino Zarcone



15 luglio 1877, viene approvata la Legge Coppino, provvedimento che prende il nome dall'allora Ministro della pubblica istruzione, il massone Michele Coppino, con il quale, per la prima volta in Italia, viene resa effettivamente obbligatoria l’istruzione elementare inferiore (corrispondente al primo biennio, frequentato da bambini dai 6 ai 9 anni). I principi essenziali del provvedimento legislativo sono, oltre all’obbligatorietà dell’istruzione elementare, (sono previste, infatti, per la prima volta, sanzioni per gli inadempienti), la gratuità e aconfessionalità della scuola. L’insegnamento del catechismo non è più obbligatorio, ma è impartito solo su richiesta dei genitori, ed è sostituito dallo studio delle «nozioni dei doveri dell’uomo e del cittadino». La legge, approvata dalla Camera con 208 voti favorevoli e 20 contrari, segna un momento decisivo nella trasformazione delle istituzioni scolastiche poiché inserisce l’alfabetizzazione del paese nel più generale programma di rinnovamento, laicizzazione e di crescita della società inaugurato dalla Sinistra guidata dal repubblicano e massone Agostino Depretis.

La Massoneria citata ironicamente ne «L'Italiana in Algeri» di Gioacchino Rossini



Le Muse in Loggia. La carrellata di Artisti che hanno che hanno tratto ispirazione dalla Massoneria è pressoché illimitata. Musicisti, scrittori, filosofi, pittori, scultori. Ma se spesso ci si sofferma sui grandissimi (Mozart, Sibelius, Goethe, Goldoni, Carducci, Pascoli), è vero che si finiscono per dimenticare personaggi di secondo piano, che pure hanno voluto in qualche modo omaggiare l'Istituzione cui appartenevano. È il caso di Angelo Anelli, librettista del Teatro alla Scala. Stendhal fu un suo ammiratore ed ebbe per lui parole di elogio in Rome, Naples et Florence. Fu tra le altre cose autore del libretto de L'Italiana in Algeri di Gioacchino Rossini, in cui con grande ironia racconta l'iniziazione di Mustafà al "grado eletto" di Pappataci.

Luigi Campolonghi e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Luigi Campolonghi nato il 14 agosto 1876 a Pontremoli (Massa), iniziò gli studi secondari presso il collegio Maria Luigia di Parma, dal quale fu espulso, accusato di propaganda sovversiva. Successivamente, superati da privatista gli esami di licenza liceale, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza sempre a Parma. Ancora giovanissimo si appassionò alla lettura del Mazzini, quindi si accese agli ideali del socialismo. Nel 1898 fu denunciato al Tribunale militare di Firenze per "eccitamento all'odio di classe", e allora si rifugiò all'estero, risiedette a Marsiglia, dove, costretto per mantenersi a fare mille mestieri, fondò e diresse il foglio socialista " L'Emigrazione" (1899). Giunse poi all'approdo definitivo che gli era proprio della democrazia radicale e dell'affiliazione alla Massoneria. Nel 1906 fu chiamato alla direzione del "Nuovo Giornale" di Firenze, organo del partito radicale.
Nello stesso anno, il 7 novembre fu iniziato Libero Muratore nella Loggia "Lucifero" (portatore di Luce) di Firenze, fu promosso Compagno d'Arte ed elevato al grado di Maestro il 12 gennaio 1911.
Costretto ad esulare nel 1926, da questo momento in poi la sua vita fu dedicata alla battaglia del fascismo, in cui svolse un ruolo tutt'altro che secondario anche attraverso la L.I.D.U. La lega Italiana per i Diritti dell'Uomo era stata fondata, sotto gli auspici dell'analoga Lega Francese, nel 1922 da lui stesso e da Alcide De Ambris, che ne fu anche il primo presidente, mentre il Campolonghi vi teneva le funzioni di segretario; ad essa aderirono dai sindacalisti rivoluzionari agli anarchici, mentre restarono fuori i comunisti. Nell'aprile del 1927, nel castello di Duazan vicino Nerac, egli e De Ambris organizzarono la riunione delle forze antifasciste da cui nacque la Concentrazione antifascista. Morto De Ambris, egli fu eletto presidente della L.I.D.U.. Negli anni tra le due guerre la Lega assolse una funzione importante nell'ambito dell'emigrazione antifascista. Nel 1943 rientrò in Italia, stabilendosi dapprima in Liguria e quindi in Val d'Aosta. Morì a Settimo Vittone (Torino) il 21 dicembre 1944.


Morra e le calunnie in libertà. Sgarbi difende la Massoneria

di Mauro Cascio



Ora, che la Massoneria non sia più degna della sua storia e della sua tradizione è un dato di fatto. Oggi, diciamo meglio, non è in grado di essere il laboratorio che è stato, la palestra di Bildung conoscitivo, importante (e a tratti fondamentale) luogo di formazione pre-ideologica e valoriale. Vale per molte cose, e anche per la nostra cultura. In Italia abbiamo avuto il Rinascimento, Pico Della Mirandola, Marsilio Ficino. Oggi abbiamo Saviano.

Però il rispetto, quello alla Massoneria bisognerebbe concederlo. Oggi che non ha più nemmeno la forza di pretenderlo. La Massoneria è figlia dell’Illuminismo (ne ha definito cuore e sostanza Lessing: l’autore di Nathan Il Saggio ha anche scritto i Dialoghi massonici), del massone Voltaire. Per i suoi principi di Tolleranza ha combattuto la chiesa cattolica e gli assolutismi tutti. Ha informato di sé l’idealismo tedesco, Fichte (l’autore di Filosofia massonica), Schelling, Hegel (che al ruolo della Massoneria nella storia della Conoscenza dedicherà l’introduzione a un manoscritto del 1820 che nelle intenzioni avrebbe dovuto essere una Introduzione alla Storia della Filosofia). La Massoneria ha innamorato Goethe e Mozart (più della metà della sua produzione musicale è dedicata ai Fratelli…). La storia della Massoneria è legata alla storia della modernità, alla Rivoluzione Francese, alla Rivoluzione Americana. Cioè alla nascita delle democrazie. Sempre alternativa a Vaticano, fascismi, comunismi.

E in Italia il Risorgimento. Carlo Cattaneo e Aurelio Saffi. Giuseppe Garibaldi fu il primo Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Con lui tantissimi mazziniani nel primo novecento, e il più amato di tutti, Ernesto Nathan, anch’egli a capo della Massoneria. E poi cinque presidenti del consiglio e il milieu culturale. Non la Littizzetto o Beppe Grillo. Ma Giosuè Carducci, Giovanni Pascoli, Salvatore Quasimodo. Sciolta dal Fascismo perché “democratica” e complice delle democrazie straniere (difesa in parlamento dal solo Antonio Gramsci), i massoni contribuiscono a scrivere la Costituzione. Nell’Assemblea ci sono, tra gli altri, Meuccio Reini, Giovanni Conti, Ugo della Seta. Non solo abbiamo un inno nazionale composto da un massone (Goffredo Mameli), ma persino il simbolo della Repubblica è stato disegnato da un massone, Paolo Paschetto.

C’erano una volta le teorie del complotto. Quello ‘giudaico-massonico per la conquista del mondo. Una sotto-letteratura per analfabeti che si è autoalimentata per anni, e che ha trovato nei social, aggiornandosi, un terreno adatto. Non ci sono più i cimiteri, ma le banche, i gruppi di potere, Bildenberg. Si è sviluppata anche una saggistica fantasiosa rivolta allo stesso pubblico delle scie chimiche, dei cerchi del grano e dell’esoterismo da operetta o da erboristeria, con le correnti telluriche e le campanelle tibetane. E fin qui.

Solo che da qualche anno la Massoneria fa i conti con la calunnia e il sospetto. Sarà un caso, ma sono gli eredi storici dei suoi nemici di sempre a farsene portatori, ma tant’è. L’idea è quella di una contiguità con ambienti mafiosi. Suggerita e mai provata.

Guarda la difesa di Vittorio Sgarbi

venerdì 12 luglio 2019

La grandezza e la mediocrità secondo Céline



« Tanto più grande è un uomo, tanto più si espone a essere ferito da tutti: la tranquillità è solo per i mediocri, la cui testa sparisce nella folla. »
Louis-Ferdinand Céline.

giovedì 11 luglio 2019

Ebraismo e Massoneria. Su Radio Radicale la registrazione dell'incontro tra Tiziano Busca e Mauro Cascio con il Rabbino Capo di Trieste




È disponibile su Radio Radicale la registrazione dell'incontro a Trieste, organizzato dal Capitolo di Urbino del Rito di York unitamente all'Accademia degli Antichi Saperi, «La Sapienza di Re Salomone. Ebraismo e Massoneria» con Tiziano Busca e Mauro Cascio, a confronto con il Rabbino Capo della Comunità Alexandre Meloni. Introdotto da Giulio Adolfato, l'iniziativa ha previsto la partecipazione di Michela Ebreo, discendente di Leone Ebreo, uno dei rappresentanti più illustri del Rinascimento ebraico.

Ascolta la registrazione

mercoledì 10 luglio 2019

Sulla via della bellezza. Vito Mancuso a San Galgano



“Cosa siamo?”. La “bellezza” è “una forza diretta al bene comune: essa dilata la nostra energia”: ripensando al nostro rapporto con il pianeta, come umanità stiamo rischiando di fallire, perdendo il nostro “essere sapiens” torniamo ad essere solo “faber e consumens”:  “la via della bellezza è la via della salvezza”. Sono le parole conclusive del filosofo Vito Mancuso nella conferenza da lui tenuta il 5 luglio nell'Abbazia di San Galgano a cura delle logge senesi del Grande Oriente d’Italia “Arbia” (138), “Montaperti” (722), “Salomone” (758), “Ormus (1090) e Agostino Fantastici (1472). Le conclusioni sono state del Gran Maestro Stefano Bisi.

Fonte: GOI

martedì 9 luglio 2019

Dare del massone non può ritenersi un’offesa alla reputazione. La sentenza



Dare del massone non può ritenersi un’offesa alla reputazione. Così ha stabilito, ribadendo tra l’altro pronunciamenti della Cassazione, il giudice onorario di tribunale Antonio Converti nell’assolvere perché il fatto non sussiste lo storico e scrittore teramano Elso Simone Serpentini. Quest’ultimo nella sua rubrica “Noterelle massoniche” sul blog “I due punti” aveva pubblicato una lettera in cui un terzo definiva massone Diego Beltrutti, noto medico italiano. Per questo Serpentini era finito a processo con l’accusa di diffamazione dopo la denuncia presentata dallo stesso Beltrutti.
Nelle certosine motivazioni, che traggono linfa dalle sentenze della Suprema Corte, così ha scritto Converti: «In Italia l’associazione alla massoneria, se ed in quanto risponda al dettato costituzionale e legislativo, è libera. Pertanto l’attribuzione della qualifica di massone non implica di per sè alcun discredito alla persona». Per l’avvocato Tommaso Navarra, legale di Serpentini in questo procedimento, «si tratta di un caso di rilievo sia per le persone coinvolte sia per la tematica attenzionata. Il mio assistito si è limitato, con adeguata continenza verbale e piena aderenza alla verità storica dei fatti, a rappresentare circostanze di pubblico interesse».

Leggi tutto l'articolo (da Il Centro)

lunedì 8 luglio 2019

La Sapienza di Re Salomone: Ebraismo e Massoneria. Tiziano Busca e Mauro Cascio incontrano il Rabbino Capo di Trieste

Il tavolo dei relatori

Tiziano Busca e Mauro Cascio hanno incontrato il Rabbino Capo della Comunità ebraica di Trieste Alexander Meloni. Una iniziativa curata dal capitolo di Udine del Rito di York e introdotta dal GS Giulio Andolfato. La Massoneria è una palestra teoretica, un luogo dove si mettono a fuoco quelle domande a cui le religioni provano a dare una risposta. Per questo da sempre è terreno di dialogo e di confronto. Per questo nel suo Grande Architetto dell'Universo si riconoscono come fratelli credenti di tutte le fedi religiosi. Si è ricordato l'afflato di Lessing, su cui poggia il concetto di Tolleranza, e ovviamente Voltaire. Ma la cultura massonica riposa su Goethe, Mozart, sull'Enciclopedia di Diderot e d'Alambert, sugli idealisti tedeschi e ha scritto le pagine più alte, con Fichte, Schelling, Hegel. L'uguaglianza, la fratellanza, l'autonomia della ricerca teoretica. L'humus che incanterà Mozart, iniziato il 5 dicembre del 1784 che alla Massoneria dedica più della metà delle sue opere, tra cui la più famosa, il Flauto Magico. Ma anche la Musica funebre massonica in do minore per orchestra K77. In un'altra opera, K483, Mozart musica questi versi: «Tu che adori il Creatore dell'Universo senza limiti / Non importa se lo chiami Jehova, Dio, Fu o Brama. Ascolta, Ascolta le parole e le trombe del Signore di Tutto». Ma non solo Mozart, anche Sibelius: «Se un Fratello si smarrisce e cade protendiamo la nostra mano in aiuto, così, i Massoni, prospereranno sempre. Così resteranno uniti. Buono e piacevole è per i fratelli vivere in armonia». Di recente un musicologo del Conservatorio di Milano e ordinario di Storia della Musica all'Università di Trieste, Quirino Principe, ha fatto notare in una serie di incontri che l'attuale inno europeo, l'Inno alla gioia che chiude la nona di Beethoven è "un omaggio alla tradizione massonica, ed è interamente dominato dalle grandi idee di fratellanza universale, di concordia fondata sulla Ragione, di empatia sociale, di giustizia fondata sulla libertà di pensiero".  Aldo Basso in un celebre saggio, L'Invenzione della Gioia, dice che quella di Schiller è un'interpretazione interamente massonica della civiltà occidentale. Non c'è bisogno peraltro degli accademici per accorgersene. Basta leggere la traduzione del testo:

noi entriamo ebbri e frementi,
o celeste, nel tuo tempio.
Il tuo incanto rende unito
ciò che la moda rigidamente separò,
i mendichi diventano fratelli dei principi
dove la tua ala soave freme.

Fratelli, sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso

All'incontro ha partecipato Michela Ebreo, discendente del celebre Leone Ebreo, l'autore rinascimentale dei Dialoghi d'amore. Dopo la Conferenza, una delegazione del Rito di York è stata ricevuta nella locale Sinagoga.

Da sinistra: Meloni, Cascio, Ebreo, Busca, Giuliani


Un momento della visita


venerdì 5 luglio 2019

Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa



«Quando si celebrano falsi eroi, è perchè mancano veri statisti. Si innalzano icone mediatiche a rappresentare le battaglie più importanti, poiché per quelle battaglie manca un vero pensiero, una solida strategia, un piano d'azione concreto. Ecco, allora, che per illudersi di contrastare un tempo in cui tornano in auge miserie umane ataviche come il razzismo, il nazionalismo, la misoginia, l'egoismo sociale, l'indifferenza per la salute del pianeta, ci viene fatto credere che si può ripartire, di volta in volta, da Greta, da Mimmo Lucano, da Asia Argento, da Mahmood, dalle giocatrici di calcio della nostra Nazionale e perfino dal capitano donna di una nave, prontamente declinata in termini di "capitana". Abbiamo assistito a migliaia di studenti scendere in piazza sulla scia delle parole di una bambina svedese, senza sapere bene il perché ma sentendosi parte di un invasamento collettivo creato ad arte attraverso il fenomeno mediatico di turno. Piazze che, le ho viste coi miei occhi, quando tutto era finito restavano piene di cartacce e immondizia lasciate da chi aveva sacrificato ben un giorno di scuola per difendere il nostro povero pianeta.
Abbiamo assistito alla beatificazione di un Sindaco di periferia, che forse è un eroe sul serio, ma il cui eroismo è stato premiato con una sonora bocciatura alle elezioni successive. E nessuno di coloro che lo avevano osannato pare essersi chiesto il perché. Non certo i raffinati notisti. Abbiamo dovuto sopportare cori di sedicenti femministe, invasate e violente fin dal linguaggio, innalzare un'attrice improbabile come Asia Argento, prontamente disposta a munirsi di fotografie di lei stessa col pugno chiuso, ad altrettanto improbabile eroina della nobile causa femminile. Salvo poi, a luci della ribalta spente, non sapere più nulla dell’empito rivoluzionario della stessa, mentre tante, troppe donne continuano a subire discriminazioni e soprusi là dove le luci della ribalta non si accendono, e dove nessun movimento politico sembra avere più la capacità di addentrarsi».
È l'analisi di Paolo Ercolani, autore di un libro lucido ed amaro pubblicato qualche settimana fa che è già tutto nel titolo: Figli di un io minore. Dalla società aperta alla società ottusa.

giovedì 4 luglio 2019

Il Garibaldi dimenticato

di Mauro Cascio



Oggi è il 4 luglio. E va bene. Il 4 luglio del 1807 nasceva a Nizza Giuseppe Garibaldi. Che non è proprio l’ultimo arrivato. Perché al suo nome, al suo agire, è legata tutta la nostra storia nazionale. Perché intanto va subito detto questo: a parte le questioni storiche, che interessano gli storici, i Musei, figure come la sua appartengono all’immaginario collettivo, ‘fondativo’. Non sappiamo se il mito scriva la storia, ma questo lo sappiamo: il mito resta nella memoria, nella memoria di un popolo, che ritrova, nella sua genesi, l’orgoglio di appartenenza, l’orgoglio identitario.

O almeno dovrebbe.

Se dobbiamo partire da una sconfitta allora tanto vale partire da qui, dalle nostre origini confuse, dimenticate, quando non addirittura mistificate da chi quel passato non lo vuole. Perché dobbiamo dirlo: ci sono forze ideologiche, ancora oggi particolarmente in salute, ‘contro’ cui è stata fatta l’Italia.

Fu in una locanda di Taganrog, in Russia, che Garibaldi incontrò le idee di Mazzini. Le apprese da un uomo, Giovanni Battista Cuneo, detto il Credente (l’allusione era probabilmente alla Massoneria e non alla chiesa cattolica, visto che ne erano entrambi convinti seguaci). Sta di fatto che si innamorò. Lo considerò l’Emile Barrault italiano. «Un uomo, che, facendosi cosmopolita, adotta l’umanità come patria e va ad offrire la spada ed il sangue a ogni popolo che lotta contro la tirannia, è più di un soldato: è un eroe», aveva scritto il francese e Garibaldi se ne fece carne e Mazzini divenne non una lettura ma una missione. E nelle sue Memorie annotò:

«Certo non provò Colombo tanta soddisfazione nella scoperta dell'America, come ne provai io al ritrovare chi s'occupasse della redenzione patria».

Ascolta sull'argomento l'intervista allo storico Antonino Zarcone (da L'Iniziativa Repubblicana)


Massoneria e ebraismo. Questo fine settimana l'incontro a Trieste


mercoledì 3 luglio 2019

Rito di York. Templar Pride a Milano con Massimo Agostini

di Edoardo Cavallé

Massimo Agostini


Presso la Casa Massonica di Milano alla graditissima presenza del Gran Commendatore Cav. M. Agostini e dei membri di Giunta Cav. D. Ruffa, Cav. T. Casellino, Cav. E. Cavallé, l'Eminente Commendatore della Commenda n°1 Carroccio Cav. R. Scarrica ha conferito a 5 Compagni il Grado dell'Illustre Ordine della Croce Rossa e di Cavaliere di Malta. Con ben 4 Templi a disposizione e con gli abiti rituali del 1964 l'intera ritualità si è suggestivamente svolta durante tutto l'arco della giornata e pomeriggio. L'Eminente Gran Commendatore ha presentato alla Commenda e Cavalieri presenti, il programma di inizio del Suo mandato, volto a valorizzare i successi sin qui ottenuti ed a stabilizzarli cercando di motivare maggiormente i Cavalieri dell'intero Rito di York della Comunione in futuri momenti di incontri rituali e di conferimento del'ultimo Grado, di Cavalieri Templari, raggruppando in fraterna amicizia più Commende.
Sono stati particolarmente evidenziati del rituale dei primi due Gradi l'importanza di trovarsi Cavalieri, forti delle basi acquisite delle Virtu Teologali e Cardinali, in Libertà, sotto il comune stendardo della Verità parimenti sostenuta dalla Giustizia Umana e Divina. Solo con questi principi e difendendoli si potrà giungere alla Vera Pace ed essere portatori e difensori della Pace. Questo darà senso al raggiungimento ascetico della vita dall' Alpha all'Omega simbolo dell'Apocalisse ossia del cambiamento e transmutazione che ogni Cavaliere divenuto Templare potrà agognare.
Una grande Agape goliardica e Fraterna ha fatto da cornice ai Lavori. L'Eminente Gran Commendatore si è impegnato a partecipare nell'Autunno prossimo al conferimento dell'Ordine Templare.




Mozart, musica e Massoneria. Una lectio-magistrali al Complesso Monumentale Santa Maria dello Spasimo a Palermo



Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791) non fu solo un grande musicista, ma fu un uomo dotato di una spiccata intellettualità. Dedito agli studi storici, teologici e filosofici, Mozart riversa nella sua opera tutte queste competenze creando composizioni particolarmente interessanti sotto il profilo filosofico e massonico.
La conferenza-concerto «W.A. Mozart: musica e massoneria» a cura del Grande Oriente d’Italia e del Consiglio dei MMVV dell’Oriente di Palermo si propone di approfondire questi stimoli intellettuali portando il pubblico a conoscere e capire capolavori spesso sconosciuti ma molto significativi del compositore salisburghese.
L’appuntamento è a Palermo il 25 luglio alle 21.15 presso il Complesso Monumentale Santa Maria dello Spasimo.
Parteciperà Giacomo Fornari. L’accompagnamento sarà a cura di Erlendur Tor Elvarsson (tenore) e Piero Barbareschi (pianoforte).
L'evento rientra nel calendario delle attività previste per "Estate allo Spasimo 2019“ patrocinato dal Comune di Palermo.

martedì 2 luglio 2019

Vito Mancuso ospite della Massoneria a San Galgano



Il suggestivo scenario dell’Abbazia di San Galgano farà da cornice a un incontro pubblico in programma il 5 luglio, alle ore 17 e 30, a cura delle logge senesi del Grande Oriente d’Italia “Arbia” (138), “Montaperti” (722), “Salomone” (758), “Ormus (1090) e Agostino Fantastici (1472). Protagonista sarà il teologo Vito Mancuso che terrà una conferenza su “Sulla via della Bellezza: sosta a San Galgano”. A introdurre i lavori sarà il presidente del Collegio Circoscrizionale della Toscana Luigi Vispi. Partecipa il Gran Maestro Stefano Bisi, che chiuderà l’incontro, accompagnato dal Gran Segretario Francesco Borgognoni.


Abbazia di San Galgano

L'Abbazia è dedicata a Galgano Guidotti, il cavaliere che dopo una vita dedita alla violenza e alla lussuria rinunciò alla vita mondana e diventò eremita ritirandosi in una capanna nella sommità della collina di Montesiepi. L’Abbazia sorge a valle. Iniziata verso il 1220 ma consacrata solo nel 1268, segna l’inizio dell’arte gotica in Toscana. Dopo il ‘500 il complesso andò gradatamente in rovina fino al 1924 quando fu restaurato da Gino Chierici ma solo allo scopo di rallentarne l’inarrestabile degrado: il risultato è che adesso non appare affatto come un rudere ma bensì come un’originale struttura lasciata volutamente incompiuta. Le proporzioni, i materiali, l’assenza del tetto, il rosone vuoto, il silenzio, il cielo a vista avvolgono e stordiscono. Ed è proprio la mancanza del tetto, crollato nel 1768, che esalta l’articolazione e l’eleganza architettonica delle linee che si slanciano verso il cielo aperto come un inno alla spiritualità, accomunando in questo l’Abbazia a quelle di Melrose e di Kelso in Scozia, a quella di Cashel in Irlanda e a quella di Eldena in Germania.


La spada nella roccia nella cappella di San Galgano

Nella Rotonda di Montesiepi – costruita nel luogo dove dimorò Galgano e che sovrasta l’Abbazia – è custodita la spada che, secondo la leggenda, il cavaliere conficcò miracolosamente nella roccia come segno di addio alle armi e l’inizio di una vita morigerata: “ed essa, per virtù divina, si saldò in modo tale che né lui né altri, con qualunque sforzo, fino ad ora poterono mai estrarre”, è scritto nei verbali del processo di canonizzazione, il più antico che si conosca. Galgano morì nel 1181 e quattro anni dopo fu proclamato santo da papa Lucio III.

FONTE

lunedì 1 luglio 2019

Guido Cantini e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Guido Cantini nacque a Livorno nel 1889. Commediografo, nella sua produzione si ispirò al repertorio comico-sentimentale francese. Esordì con "La carezza del gatto" (1906), ma solo nel 1921, dopo alcuni sfortunati tentativi, riuscì ad imporsi all'attenzione del pubblico, in Italia e all'estero, con la commedia "Loro quattro". Da questo momento affiancò la sua attività di direttore della rivista "Comoedia" alla scrittura per le scene. Altre opere "I girasoli" (1936), "Daniele fra i leoni" (1936), "Ho sognato il Paradiso" (1939), "Turbamento" (1941), "Gli addii" (1942).
Fu iniziato Massone nella Loggia "Alto Adige" di Roma il 4 maggio 1921, promosso Compagno d'Arte il 10 giugno 1922, ed elevato al grado di Maestro il 26 ottobre dello stesso anno.
Si spense a Roma nel 1945.




La storia di Badikan, una leggenda armena

di Michele Leone



Badikan è entrato nella mia vita l’altra sera mentre davanti al fuoco bevevo thè e rosolio alle rose in compagnia di maestri e amici armeni, slavi e russi. Nell’ora che precede l’aurora, dopo un sorso di thè Bagrat si schiarì la voce e ci raccontò questa antica leggenda.

Badikan, era il più giovane dei quaranta figli di un re senza nome. Raggiunto la maggiore età, al pari dei fratelli, il re lo fece partire per una terra lontana affinché potesse dimostrare il suo valore e trovare una moglie.

Badikan venne armato dal re suo padre di una spada, un arco e frecce; ricevette soldi e servi e un magnifico cavallo, infine diede a Badikan la sua benedizione e lo spedì incontro al suo destino.

Raccontare tutti i dettagli del viaggio di Badikan richiederebbe molte altre notti attorno al fuoco, viaggiò in lungo ed in largo non solo per il mondo conosciuto. Ha attraversato il regno delle tenebre e il regno della luce.

I combattimenti di Badikan, sono scolpiti nella memoria dei vecchi come quando ha combattuto con Agog-Magog e con il demone Aznavor. Badikan ha sconfitto molte bestie sia del mondo naturale sia di quello sovrannaturale. Nel corso delle avventure Banikan vide morire i suoi servi e svuotarsi le sue bisacce d’oro.

Nel mezzo del suo peregrinare raggiunse un enorme palazzo eretto prima della comparsa dell’uomo, il palazzo era così grande che Badikan ci avrebbe messo una settimana per poter fare il giro delle sue mura.

Mentre si interrogava su chi potesse essere il signore di una tale meraviglia il sole parve scomparire dal cielo, a cancellarlo temporaneamente era stata la figura di un gigante vestito da un’armatura d’acciaio, elmo, calzari di bronzo, un arco e una faretra contenente frecce di ferro battuto. Arrivato alle porte del palazzo il gigante si fermò e annusando l’aria sentì l’odore di carne umana.

Affatto intimorito, Badikan venne fuori dal riparo ove si trovava e si presentò al gigante che a sua volta si presentò come Khan Boghu. Badikan gli disse che aveva sentito parlare di lui e che era nella sua terra per affrontarlo in duello. Khan Boghu scoppiò in una fragorosa risata e disse a Badikan che se era davvero un valoroso guerriero avrebbero potuto diventare amici. Anche Badikan rise e fu d’accordo con il gigante.

Il mattino seguente il gigante confessò a Badikan di essere innamorato della figlia di un re del Regno d’Oriente, la più bella fanciulla del mondo. Khan Boghu propose a Badikan di rapire la fanciulla e portarla al suo palazzo, per questo servigio lo avrebbe abbondantemente ricompensato. Badikan accettò con entusiasmo la possibilità di una nuova avventura e armato ed equipaggiato di ogni bene necessario da Khan Boghu partì.

Giunto nel Regno d’Oriente Badikan si ingegnò per avvicinare la bella principessa e dopo un po’ si fece assumere come giardiniere nel palazzo reale. Nel giardino del palazzo riuscì a scorgere per la prima volta la fanciulla, che era davvero bellissima; anche lei scorse Badikan e subito le fu chiaro che doveva essere molto più di un semplice giardiniere. Sguardo dopo Sguardo i cuori dei due ragazzi s’infiammarono d’amore. Il palazzo e la città erano fortificati oltremisura e migliaia erano le guardie, rapire la fanciulla sarebbe stata una impresa complessa. Durante una passeggiata nel giardino, fingendo di fermarsi ad odorare un fiore, la principessa disse a Badikan che a breve sarebbe partita per un viaggio e in quella occasione si sarebbe fatta rapire da lui.

Pochi giorni dopo quella fugace conversazione, in cui la fanciulla aveva potuto sfiorare solo la mano del suo amato, la principessa partì accompagnata da quaranta ancelle. Badikan attendeva il giusto momento, l’occasione propizia si presentò quando il gruppo dovette attraversare un fiume in fila indiana. Badikan comparve come dal nulla, alla guisa di un uccello rapace piombò sulla fanciulla e compì il ratto. Corse, sino a sfiancare la sua cavalcatura sulle montagne cercando un rifugio sicuro dove far accomodare la principessa prima di tornare a modificare le tracce del loro percorso per sviare gli armigeri che avrebbe mandato il re una volta avuta la notizia.

Gli occhi della principessa brillavano dalla felicità di poter finalmente stare con il suo amato, la felicità divenne disperazione quando Badikan le raccontò del motivo del suo rapimento di Khan Boghu.

L’astuzia e la capacità di uscire da situazioni all’apparenza troppo ingarbugliate è una caratteristica delle donne.

La principessa arrivata al palazzo di Khan Boghu disse al gigante che non avrebbe potuto sposarsi con lui perché aveva fatto un voto e promesso ai suoi genitori che non si sarebbe sposata per sette anni. Khan Boghu acconsentì ad una casta convivenza.

L’amore univa Badikan e la principessa e non passava giorno che i due cercassero di scoprire come mai Khan Boghu fosse inscalfibile da tutte le armi.

La principessa era affabile, gentile e amorevole con Khan Boghu, questo atteggiamento diede sicurezza al gigante e in poco tempo le sue difese crollarono iniziando a fidarsi sempre più della fanciulla.

Una sera, Khan Boghu si gongolava per i complimenti della principessa, quella notte cadde l’ultima difesa del gigante. Le disse che non poteva essere ucciso perché non aveva con sé la sua anima, il suo spirito vitale. V’erano sette anime nascoste in sette passeri che non potevano essere catturati perché erano nascosti in una scatola di madre perla con una chiusura speciale. La scatola di madreperla era in una volpe che non poteva essere catturata perché a sua volta era dentro un bue invincibile. In pratica Khan Boghu sarebbe stato per sempre imbattibile.

Il mattino seguente Khan Boghu andò a caccia e la principessa svelò a Badikan come avrebbe potuto trovare l’anima del gigante e conseguentemente ucciderlo.

Quando Khan Boghu fu di ritorno dalla caccia Badikan gli disse che era molto annoiato di quella vita e che aveva desiderio di affrontare qualche avventura e viaggiare, e gli chiese il permesso di partire, garantendo di tornare non appena avesse soddisfatto questo suo desiderio. Ricevuto il permesso da parte di Khan Boghu, Badikan salutò la principessa e partì con il suo magnifico destriero.

La prima destinazione fu la casa di alcuni stregoni, gli dissero che avrebbe potuto affrontare e superare la prova del bue con sette barili di vino forte.

Badikan si procura le botti di vino e per molti giorni viaggia alla ricerca del bue. Una volta trovato l’enorme bue aprì le sette botti del vino forte ed aspettò che le bevesse tutte. L’ubriacatura stordì il bue e Badikan ne approfittò per tagliarli la testa. Khan Boghu era a caccia e mentre la testa del bue incespicò e cadde, in quell’istante ebbe l’epifania del tradimento della principessa e della morte del bue. Khan Boghu si rialzò in fretta, pur barcollando, e provò a tornare al suo palazzo il più velocemente possibile provando per la prima volta un dolore sconosciuto.

La principessa vedendo arrivare Khan Boghu corse sul tetto del palazzo intenzionata a lasciarsi cadere di sotto se fosse stato necessario per sfuggire al gigante.

Nel frattempo Badikan aveva squartato il bue e presa la volpe per la coda le tagliò la testa. Mentre la testa della volpe rotolava sull’erba il naso di Khan Boghu iniziava a sanguinare copiosamente. Badikan aprì il ventre della volpe e ne estrasse la scatola di madreperla forzando sino a rompere la serratura. Appena rotta la serratura, Khan Boghu iniziò a tossire espellendo sangue dai polmoni. Badikan iniziò a far uscire i sette passeri dalla scatola di madreperla. Mentre strangolava i primi due Khan Boghu cadeva in ginocchio; strangolando la seconda coppia le braccia e le gambe del gigante divennero insensibili; mentre strangolava la terza coppia di passeri il cuore e il fegato di Khan Boghu scoppiavano. Schiacciò l’ultimo passero tra le sue mani e Khan Boghu scomparì in una nuvola di nero fumo.

Compiuta questa ordalia Badikan si affrettò a tornare dalla sua principessa e qualche giorno dopo si sposarono. Per tutta la vita governarono assieme il regno di Khan dominio di Boghu.

FONTE

L'Italia nella morsa della geopolitica. A Milano iniziativa della LIDU con Giorgio Galli