martedì 31 dicembre 2019

Rito di York, gli auguri di Domenico Bilotta. «Un nuovo anno, con un'altra voce e lo stesso linguaggio»



«Le parole dell’anno trascorso appartengono al linguaggio dell’anno trascorso e le parole dell’anno a venire attendono un’altra voce» scriveva Eliot. E noi massoni tutti lo sappiamo, perché è quello che facciamo ogni giorno, interpretare e costruire il presente a partire da quello che ci è stato trasmesso. Si chiama Tradizione non a caso: tradere vuol dire infatti affidare, tramandare.
Noi del Rito di York abbiamo un passato ricco e ordinato, e la bellezza che ci auguriamo nel 2020 è questa: non perdere questa nostra identità che sazia le menti e appaga i cuori. Ci abbiamo messo tanto del nostro lavoro e dei nostri sorrisi. Un augurio a tutti i Compagni e alle loro famiglie, per un anno sereno pieno di tutte le cose che amano di più, e partiamo tutti insieme con un rinnovato impegno per l'anno futuro, verso il consolidamento del nostro amato Rito di York tenendo ben presente la bussola e le stelle che ci devono guidare con  l'incondizionato presupposto della fratellanza, lealtà e sincerità. Buon Anno cari Compagni.

Domenico Bilotta,
Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Massoni dell'Arco Reale
Rito di York

Rito di York, gli auguri di Alessandro Pusceddu. «Un 2020 pieno di cose che non ci sono mai state»



«E ora diamo il benvenuto al nuovo anno», così uno splendido verso di Rainer Maria Rilke: «Pieno di cose che non ci sono mai state». Il nuovo anno è così: un contenitore vuoto, da riempire con le cose migliori. Tutto, dal bel discorso, alla musica, ha intanto bisogno del silenzio, un silenzio da riempire. Il mio augurio è che nel 2020 ci aspettino tra le cose che non ci sono mai state quelle migliori. Per lavorare, studiare, stare assieme, con quel grande spirito e quella voglia che ci accompagna. Auguro a tutti un anno di compiti e di possibilità. E che ogni giorno sia più bello di quello precedente.

Alessandro Pusceddu
Gran Maestro f.f. Gran Concilio Massoni Criptici d'Italia
Rito di York

Rito di York, gli auguri di Massimo Agostini. «La comprensione orienterà il nostro agire»



«Il tempo non ha divisioni per segnare il suo passaggio, non c’è mai una tempesta di tuoni o squilli di trombe per annunciare l’inizio di un nuovo mese o anno». È una riflessione di Thomas Mann che aggiungeva che anche quando inizia un nuovo secolo siamo solo noi mortali che suoniamo le campane e spariamo a salve. Siamo, cioè, noi che determiniamo il distacco tra un anno e l’altro, mettendoci in mezzo, per esempio, la riflessione. Senza questa voglia di bilancio, senza questa innata tendenza a dire: qui finisce il passato, qui immagino il futuro, ogni giorno sarebbe semplicemente uguale a quello successivo e non ci sarebbe nessuna idea di ciclicità del tempo. Questo è il mese in cui il passato si sublima e diventa presente da spendere. Per questo il mio augurio a tutti i cavalieri è questo: non abbiamo bisogno di tempeste di suoni o di squilli di trombe. Nel silenzio del cuore sapremo distinguere il clamore rimosso, la confusione dei giorni, dal futuro pianificato e certo che è l’emozione che guiderà i nostri passi, la comprensione che orienterà il nostro agire.

Massimo Agostini
Gran Commendatore Cavalieri Templari d'Italia
Rito di York

lunedì 23 dicembre 2019

Gli auguri del Sommo Sacerdote Domenico Bilotta. «In questi giorni nasca nei nostri cuori una Consapevolezza matura»




«"La Tradizione è una bussola, e la bussola in sé non garantisce né il buon tempo, né la buona navigazione e nemmeno la certezza del buon approdo. Ma ci fa conoscere dove siamo, ci pone in relazione col mondo, ci fa sapere di più sulla nostra provenienza e ci aiuta a navigare in vista della nostra destinazione" (M. Veneziani). È questa la "nostalgia degli dei". Un sapore antico che non appartiene ai ricordi, alla memoria, ma che illumina il futuro di ricercatori incerti, stanchi del viaggio. Ma c’è questo che mette a riparo almeno i cuori: diminuisce i rischi di naufragio, la Tradizione, è una preziosa risorsa per destreggiarsi fra flutti, correnti e maree. Il mare, cioè il nostro quotidiano, la nostra vita, continua a minacciare di rovesciarci l’imbarcazione e di buttarci giù. Ma noi sappiamo che abbiamo una rotta. Certo, non abbiamo noi il bandolo della matassa, na è Lei che “srotola il gomitolo e tende il suo filo per orientare nei labirinti”.
Che sia Solstizio o Natale oggi la Luce è bambina. Crescerà. Per questo auguro a ogni marinaio dello Spirito un futuro pieno della consapevolezza dei porti certi».
Sono parole di Domenico Bilotta, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori dell'Arco Reale - Rito di York.

Gli auguri del GM della Criptica Alessandro Pusceddu: «La nostra serenità da iniziati deve vincere il tempo»



«"Devi finalmente comprendere quale sia il cosmo di cui sei parte, quale sia l’entità al governo del cosmo della quale tu costituisci un’emanazione, e che hai un limite circoscritto di tempo, un tempo che, se non ne approfitti per conquistare la serenità, andrà perduto, e andrai perduto anche tu, e non vi sarà altra possibilità". Credo che Marco Aurelio bene esprima il ruolo e la funzione di un iniziato. Che non è quella di scolorire e scomparire tra le onde della vita, ma quello di vivere e interpretare il proprio tempo e di questo essere forti. Non la vedo come uno scomparire, non è cioè un arrendersi al nichilismo, dobbiamo vederla invece come serenità di chi ormai ha dato un senso ai suoi giorni e alle sue cose. Il Natale, come il Solstizio, ci invita a capire che questa consapevolezza deve intanto nascere dentro di noi. È qualcosa di debole, che va riparata con le mani affinché non si spenga, come fai con una piccola fiamma col vento. È la fiamma che ci accenderà».
Così Alessandro Pusceddu, Gran Maestro f.f. del Gran Concilio dei Massoni Criptici d'Italia del Rito di York.

Piazza Dalmazia. Online le prove aperte di Margò Volo



Margò Volo è innamorata di «Piazza Dalmazia», il testo di ‘filosofia urbana’ di Mauro Cascio pubblicato qualche anno fa da Tipheret – Gruppo Editoriale Bonanno. Lo ha già portato in scena, al Teatro Tertulliano di Milano. E sta preparando un nuovo spettacolo. Queste prove aperte, registrate presso lo Zenpuntozero di Milano, con note di regia di Raffaele Bruno, sono un regalo che l’attrice ha fatto a L’Iniziativa Repubblicana, in attesa di un nuovo progetto.

Guarda la registrazione integrale

giovedì 19 dicembre 2019

Per la conoscenza si è sempre in cammino. Il messaggio del Gran Commendatore Massimo Agostini

Massimo Agostini


«Carissimi Cavalieri,
in occasione del Solstizio d’Inverno, e quindi del nostro Natale, voglio invitarvi ad unirci simbolicamente in una catena d’unione fondendo i nostri animi in un pensiero di rinascita interiore, affinché la luce della nostra anima possa risplendere nella “Bellezza” della nostra fratellanza.
Nella nostra avventura iniziatica ci siamo ritrovati come “uomini liberi” sul cammino della conoscenza, animati da un profondo desiderio di “Verità e Giustizia”, nel riflesso di quella “Comprensione” e “Sapienza” Superna che sono fonte di ogni “Conoscenza”.
“Nulla avviene per caso” e il nostro pellegrinare verso la Luce non può che essere il naturale destino scritto nell’inconscio di ognuno di noi dalla penna dello spirito divino.
Questo è comunque ciò che anima il mio personale convincimento che trova conferma ogni volta che ho la fortuna di incontrarvi, sentendo la bellezza del vostro cuore che avvolge il mio!».
Con questa breve riflessione e un triplice cavalleresco abbraccio, il Gran Commendatore Massimo Agostini e la Gran Giunta dei Cavalieri Templari d’Italia del Rito di York augurano a tutti i Cavalieri e ai loro cari un sereno Natale e un proficuo Anno Nuovo.

mercoledì 18 dicembre 2019

Mauro Cascio intervistato da Radio Radicale



Mauro Cascio è stato intervistato questa mattina da Michele Lembo, sul suo nuovo libro di prossima uscita: Dove sei? Un disegno melodico attorno a un’essenza che pesa (Tipheret – Gruppo Editoriale Bonanno). È il senso che a volte ci manca. Ed è per questo che esiste la Filosofia, perché ogni tanto qualcuno torni a chiedere al nostro cuore, alle nostre paure, alla nostra notte: dove sei?

Ascolta tutta l'intervista

martedì 17 dicembre 2019

Il Rituale Emulation a cura di Gianluca Mosca



Dopo una aspra rivalità, durata quasi un secolo, i due rappresentanti delle Gran Logge rivali, quella degli Antichi e quella dei Moderni, nel corso della Grande Assemblea per l’Atto d’Unione del 1813, firmarono l’unificazione della nuova Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Fra gli articoli ve ne era uno che imponeva anche una perfetta unità di rituali, e che tra le altre cose recitava: “Con questo solenne Atto dell’Unione tra le due Grandi Logge dei Muratori d'Inghilterra si dichiara e proclama che la pura e Antica Muratoria si compone di tre gradi e non più: Apprendista Ammesso, Compagno di Mestiere e Maestro Muratore, ivi compreso il Supremo Ordine del Sacro Arco Reale”. Fu compito della Lodge of Reconciliation studiare ed emanare, con l’approvazione della Gran Loggia, il nuovo rituale concordato. La Emulation Lodge of Improvement ebbe invece il compito di verificare le fonti, proseguire la ricerca e conservare il rituale approvato. La Gran Loggia Unita d’Inghilterra fu sempre, rigorosamente, del parere che non si dovesse in alcun modo dare alle stampe il rituale. Pertanto nel periodo subito successivo alla sua approvazione – e per circa mezzo secolo dopo – l’unica forma d’apprendimento fu la ripetizione orale. Il Rituale, nella forma autorizzata, è stato dato alle stampe, per la prima volta, solo nel 1969. Questo Libro offre una nuova versione italiana della traduzione diretta e puntuale, rivista e corretta rispetto alle precedenti. Oggi il Rituale Emulation, dopo due secoli, è il sistema rituale liberomuratorio più diffuso al mondo e comprende, oltre ai Tre Gradi del Craft, la Cerimonia di Installazione del Maestro Venerabile. In esso si riconcilia l’antica Massoneria operativa delle origini, con le sue connotazioni teistiche, e quella moderna, più deista e marcatamente esoterica e misterica.

lunedì 16 dicembre 2019

Giuseppe Mazzoni e la Massoneria

di Antonino Zarcone



16 dicembre 1808, nasce a Prato Giuseppe Mazzoni. Figlio di Niccolò, giacobino che durante il periodo napoleonico aveva promosso l’innalzamento dell’albero della libertà e più volte Maire della città, e di Anna Bottari.
Dopo i primi studi presso il canonico G. Silvestri, frequenta il collegio Ferdinando di Pisa, da cui viene espulso nel 1824 per aver fatto parte di una setta segreta, gli «Intrepidi di Dante», che professa ideali patriottici e antireligiosi. Laureatosi in giurisprudenza nell’ateneo pisano, compie il tirocinio a Firenze presso lo studio dell’avvocato G. Venturi, affiliato alla Giovine Italia e attivo cospiratore, che lo avvicina alle idee mazziniane. Nel giugno 1847 è tra i fondatori a Firenze del giornale democratico L’Alba. Il 22 marzo 1848, scoppiata la prima guerra d’indipendenza, si aggrega alla colonna di volontari che, partiti dalla Toscana alla volta della Lombardia, sono diretti a Modena, dove la città si era ribellata al duca Francesco V e dove tenta invano l’instaurazione di un governo repubblicano.
Rientrato a Prato, diventa l’animatore del Circolo del popolo, che raccoglie gli elementi democratici di orientamento repubblicano ed elabora un programma politico in cui figurano: il suffragio universale, la libertà di parola e di associazione, vaste autonomie municipali ed alcune riforme sociali volte a risolvere i problemi del lavoro e a migliorare le condizioni delle classi popolari.
Deputato al Consiglio generale della Toscana, poi Ministro di Grazia e giustizia e degli affari ecclesiastici, alla partenza di Leopoldo II da Firenze, diventa membro del triumvirato. Dopo la restaurazione imposta dagli austriaci prende la strada dell’esilio prima in Francia dove affina le sue idee democratiche poi in Spagna.
Rientra a Prato soltanto il 2 agosto 1859 perché chiamato dei democratici della sua città natale, che lo candidano all’Assemblea nazionale, il nuovo Parlamento toscano nato dalla rivoluzione pacifica che vede i Lorena lasciare Firenze. Contrario all’annessione al Piemonte sabaudo per fedeltà ai suoi principî repubblicani diserta la seduta durante il voto. Attivo nella raccolta di fondi per la spedizione garibaldina in Sicilia, tra i fondatori a Firenze della Fratellanza artigiana e della Società democratica, collabora con il giornale La Nuova Europa, dal quale espone le sue idee democratiche influenzate dall’incontro con Bakunin, anche se più moderate.
Eletto Deputato per il Collegio di Prato per la sinistra nel 1870, nominato senatore Il 17 marzo 1879, nel ventennio postunitario ricopre costantemente l’incarico di consigliere nel Consiglio comunale di Prato e dal 1865 in quello provinciale di Firenze.
L’ultimo decennio della sua vita è caratterizzato dalla militanza nella massoneria, cui era stato iniziato nel 1849 nella loggia Saint-Jean d’Écosse di Marsiglia. Regolarizzato nel 1869 nella loggia Universo di Firenze, nel maggio dello stesso anno viene eletto gran maestro aggiunto del Grande Oriente d’Italia, l’obbedienza massonica che dal settembre 1870, dopo le dimissioni del gran maestro il colonnello Ludovico Frapolli, guida come reggente e della quale diventa poi il gran maestro effettivo dal 27 gennaio 1871 fino alla morte. Fra gli atti più significativi compiuti nel suo decennio alla guida del Grande Oriente vanno ricordati il trasferimento della sede a Roma nel 1871, la fusione con il Supremo Consiglio del rito scozzese di Palermo nel 1872 (che pone fine al dissidio fra le logge che praticavano il rito simbolico e quelle di rito scozzese, per lo più ubicate nel Mezzogiorno e di spiccata intonazione democratico-repubblicana e che di fatto porta alla unificazione la massoneria ), la fondazione nel 1877 della loggia Propaganda massonica a Roma, capeggiata in prima persona dal gran maestro e destinata ad accogliere gli esponenti più in vista del mondo politico, economico e culturale che non possono partecipare ai lavori delle logge di provenienza.
Muore a Prato l’11 maggio 1880.

L'Antico Ordine dei Druidi e la Massoneria

di Michele Leone



L’Antico Ordine dei Druidi (Ancient Order of Druids – AOD) fondato a Londra il 29 novembre 1781, probabilmente, da Henry Hurle, può essere considerato la più antica fratellanza druidica dell’epoca moderna. Prima di quest’Ordine è possibile incontrare un paio di associazioni di stampo druidico, ma ebbero una minore diffusione e fortuna. Il nome potrebbe evocare nelle fantasie più sfrenate di amanti dell’esoterismo e del mistero a tutti i costi, una società neopagana o ricca di antichi riti e misteri, ma non è così. La fondazione dell’Antico Ordine dei Druidi è probabilmente dovuta ad una duplice motivazione.  La prima dovuta al revival del mondo dei druidi nella letteratura e la seconda alla mania, in voga all’epoca, di fondare club. I membri dell’Antico Ordine dei Druidi volevano praticare i valori ed i principi degli antichi Druidi tra cui quelli dell’amicizia, della benevolenza e della giustizia.

L’Antico Ordine dei Druidi era solito riunirsi presso la taverna King’s Arms in Portland Street poco distante da Oxford Street a Londra. dove sembra essere stato fondato. I gruppi di questi Druidi erano chiamati groves (boschetti). In breve tempo dovette consegnare delle patenti per la costituzione di nuovi groves perché il numero di iscritti a questo ordine cresceva molto velocemente. Con l’aumento del numero di iscritti iniziarono a sorgere i primi problemi e le scissioni. La ricostruzione della storia dell’Antico Ordine dei Druidi e dei movimenti ad esso collegati è complicata anche perché parte degli archivi sono stati distrutti durante la Seconda guerra mondiale.

Molte società segrete, confraternite e fratellanze avevano la consuetudine di riunirsi nelle taverne, la più celebre è probabilmente la Massoneria, così come i nomi dei luoghi dove si riuniscono per i loro incontri i membri di queste società sono i più diversi: per la Carboneria sono le Vendite di Carbone, per la Massoneria sono le Logge e per i membri di quest’Ordine sono i Groves. Più genericamente e per praticità si tende a definire il luogo dell’incontro o l’insieme dei membri di una fratellanza Loggia, questa semplificazione spesso porta a una confusione facendo intravedere possibili legami con la Massoneria anche quando questa non ha nessun tipo di legame con una determinata fratellanza.

L’ Antico Ordine dei Druidi accetta solo uomini, come molti Clubs inglesi, fraternità e scuole iniziatiche. Da alcuni anni esiste una sezione femminile: Ladies Lodge, The Lady Oak Leaves.

Nel caso dell’Antico Ordine dei Druidi vi è un elemento in comune con la Massoneria: nel corso delle loro riunioni formali è severamente proibito parlare di Politica e Religione, questo perché si ritiene che questi argomenti possano infiammare esageratamente gli animi che creare screzi o risse.

Il probabile fondatore dell Ordine dei Druidi Henry Hurle era un carpentiere e molti dei membri di questo Ordine arrivavano dalle classi sociali meno abbienti, pur avendo l’ordine membri di tutte le classi sociali. Nel tempo, i membri dell’Ordine vollero iniziare ad agire a favore dei membri meno fortunati dell’Ordine imitando società di mutuo soccorso come ad esempio gli Odd Fellows. La piccola nobiltà presente nell’ordine si oppose e poco dopo vi fu uno scisma. Scisma che vide la fuoriuscita di molti membri dell’Ordine e diede vita all’Antico Ordine Unito dei Druidi. Nonostante questa importante perdita di affiliati, l’Antico Ordine dei Druidi riuscì a rimanere in vita. Ebbe modo di affiliare molte persone dell’ambiente dello spettacolo per tutto il XIX secolo, ma, come si sa, la reputazione degli attori all’epoca non era buona e nel 1874 vi fu una nuova separazione. Questa volta il protagonista dello scisma fu il massone Robert Wentworth Little che fondò l’Antico e Archeologico Ordine dei Druidi.

Fonte

domenica 15 dicembre 2019

IL COMP. LIONELLO LEONI HA VARCATO L'ULTIMO VELO


Il Rito di York abbruna i suoi labari e insegne per il passaggio all'Oriente Eterno del Comp. Lionello Leoni. Passaggio dell'Ultimo Velo avvenuto alcuni mesi fa, e tenuto riservato per volontà dei suoi famigliari che lo hanno salutato con una cerimonia molto intima e riservata. Tutti i compagni e cavalieri che hanno avuto la fortuna e l'onore di conoscerlo, ricordano il suo sorriso pieno di intelligenza e l'altruismo che con fiducia credeva nel progresso dell'Umanità.
Ricordiamo di lui inoltre, il suo contributo alla letteratura libero-muratoria, e la sua oratoria, unica. Resse con saggezza il maglietto di Illustre Gran Maestro della Massoneria Criptica Italiana dal 1996 al 2000 segnando con i suoi lavori una svolta culturale nella Massoneria Criptica.

sabato 14 dicembre 2019

Dialoghi su Aurelio Saffi (e il suo rapporto con la Massoneria). Un convegno con Gustavo Raffi



Su L'Iniziativa Repubblicana la registrazione del convegno di questa mattina con Eugenio Fusignani, Michele Finelli (L'eredità Mazziniana), Gustavo Raffi (Saffi e la Massoneria), Fabio Bertini (la dimensione europea del Risorgimento).

Ascolta il convegno

venerdì 13 dicembre 2019

La Massoneria a Napoli. Si può visitare la Galleria Umberto



In occasione del Solstizio d’Inverno la Casa massonica di Napoli ha aperto le porte al pubblico il 7 dicembre e tornerà a farlo il 21, e poi ancora il 4 gennaio. Il Collegio Circoscrizionale di Campania-Lucania, organo amministrativo locale, ha infatti fissato tre date per consentire al grande pubblico di visitare la sede dove si riuniscono le logge napoletane del Grande Oriente. Le visite sono guidate e gratuite (con gruppi di non più di 25 persone) dalle 10 alle 12. La prenotazione è obbligatoria chiamando il numero 340 582 4390.

L’appuntamento è nella Galleria Umberto I  27,  al secondo piano (numero 115 nel citofono del palazzo). A dare il benvenuto il presidente circoscrizionale Lucio d’Oriano, confermato nelle elezioni di ottobre alla guida del Collegio, che è a disposizione per rispondere alle domande dei visitatori sull’identità e la storia della Massoneria in Italia e nel mondo.

FONTE

giovedì 12 dicembre 2019

Pensieri su Salomone. Il libro di Saporetti



In uscita per Tipheret il nuovo libro di Claudio Saporetti. Salomone è uno straordinario personaggio noto dalla Bibbia, che ne esalta la sapienza e il senso della giustizia. Secondo i libri Re (1) e Cronache (2) il suo regno avrebbe raggiunto l’àpice della potenza, della ricchezza e della fama. Come tipico esempio, scarno ma significativo, viene riportato l’episodio della regina di Saba. Tuttavia nella letteratura successiva, dietro suggerimento di un passo di Giuseppe Flavio, la figura di Salomone è incredibilmente mutata, perché questo sovrano è divenuto via via un mago capace di dominare i dèmoni e i venti. Conseguentemente è mutata la figura della regina di Saba, divenuta pian piano una donna malefica e strega. Tutte queste narrazioni appaiono mistificazioni e alterazioni successive, probabilmente frutto, specialmente quelle bibliche, di una visione fantasiosa dovuta alla nostalgia di un’epoca mitica e gloriosa sognata da un popolo deportato e reduce da un passato non particolarmente esaltante. Lo pseudo potere di Salomone è così degenerato in quello di un mago ed esorcista, padrone della natura e del mondo malefico, ma non privo di difetti e di colpe.

martedì 10 dicembre 2019

Condividere e Coinvolgere. Ad Arezzo la Festa della Luce



“Diventarono deserti gli scranni della saggezza e i naufraghi del sogno aspettavano che si riaccendesse il faro della sapienza…siamo rimasti soli con le carni lacerate e il cuore scoperto e le mani bianche che si cercano”…Sono i versi di un fratello, il fratello Giannini, che il Gran Maestro Stefano Bisi ha voluto citare durante il suo intervento alla Festa della Luce, che il 7 dicembre da Arezzo ha dato quest’anno il via a tutte le altre,  per ricordare  le notti tempestose che il Grande Oriente d’Italia ha vissuto nel corso della sua storia recente… e dalle quali è sempre riuscito ad emergere più forte e saldo di prima.

“Mani che si cercavano – ha detto – quando era fatica essere fratelli e che però si sono ritrovate…” dopo il ciclone del 1981 – 1982 (la P2), e ancora quello 1992 – 1993 (l’inchiesta Cordova e la fuga di Giuliano Di Bernardo che allora guidava la Comunione). Proprio da Arezzo, ha ricordato il Gran Maestro,  partì una scissione che  ebbe poca fortuna nel Goi. Ma il capitolo di quella storia, ha detto, si è definitivamente chiuso … ”fatelo sapere a chi ci tolse il riconoscimento… che noi ci siamo e ci saremo…e che oggi siamo felici, perché un magistrato ha scritto nero su bianco che la  vicenda del 1992 non è come ce l’ha raccontata chi abbandonò il Vascello….chi lasciò tra le onde impetuose, ma è un’altra. Questo magistrato  ci ha dato ragione nel richiedere l’archiviazione della querela presentata nei miei confronti per diffamazione da chi abbandonò il Grande Oriente”.

“Noi siamo qui oggi –ha rimarcato il Gran Maestro- dimostrando di saper sempre reggere l’urto senza romperci, capaci di soffrire senza timore. Qui, in questa città, Arezzo, che è una delle capitali della Libera Muratoria. Città dell’oro, che brilla un po’ meno nelle fabbriche degli orafi, ma che risplende nel nostro cuore. Quell’oro che brilla e brillerà nelle parole e nei gesti di ognuno”.  “Ci siamo stretti la mano – ha proseguito il Gran Maestro-  in senso di amicizia e di fratellanza. E’ questo il significato autentico della Festa della luce,  una festa anche se non per tutti…” E il suo pensiero è andato a un ragazzo di 14 anni, un giovanissimo atleta, figlio di un fratello, che pochi giorni prima di una importante prova sportiva, si è tuffato in mare ed è rimasto bloccato. “Noi siamo tutti con lui –ha detto- pronti ad aiutarlo a tornare a una vita normale a realizzare i suoi sogni.  E’ questa la catena d’unione. La catena d’unione non sono parole, la catena d’unione ci fa rialzare dopo una caduta, ci fa vincere sfide impossibili, con la forza dei nostri sguardi,  la voce dei nostri cuori”…

“Noi siamo una comunità –ha rimarcato Bisi- una comunione che ha radici antiche e forti e sa costruire il futuro, luogo della bellezza e dell’armonia, che è un’orchestra dove ognuno sta al suo posto. Ci sono….i musicisti, c’è colui che la dirige…e c’è lo spartito, che tutti devono seguire…E qual è lo spartito del Goi. È il progetto e il percorso. Il nostro progetto e i percorsi condivisi È il futuro, al quale si arriva attraverso un percorso obbligato, una strada che ci deve portare ad essere migliori, non  i migliori – ha precisato - ma migliori. Noi crediamo che sia più importante  superare gli altri e ci dimentichiamo di noi stessi ma la gara che dobbiamo vincere è quella con noi stessi. E se sapremo migliorare noi stessi, riusciremo anche a migliorare il mondo che ci circonda e il pianeta in cui viviamo. Ma è un lavoro complesso che richiede costanza, determinazione, forza e salute e anche un po’ di follia...

“Questa caratteristiche sono state necessarie – ha spiegato- affinchè il Goi abbia potuto raggiungere risultati importanti della nostra storia…”. Poi il Gran Maestro ha fatto riferimento anche a un’altra importante battaglia, vinta dal Grande Oriente contro pregiudizi e fake news, raccontando del passo indietro compiuto dall’attuale presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra, che,  attraverso una precisazione ufficiale, ha preso le distanze da  alcune dichiarazioni di Di Bernardo, che aveva fatto sue e rilanciato, ma delle quali aveva in seguito riscontrato l’infondatezza. “Morra –ha riferito Bisi- ha voluto dirci che la sua Commissione non ha registrato collusioni tra ‘ndrangheta e Goi…ognuno di voi può tirare le proprie conclusioni…Le ferite anche quelle del 2017 – ha proseguito facendo riferimento alla vicenda legata a Rosy Bindi- si sono trasformate in sorrisi. Ci abbiamo creduto tutti insieme…ed è chiaro il messaggio per il futuro. Un futuro che va vissuto con forza, armonia e serenità”.  Ma il Gran Maestro ha voluto concludere l’evento rievocando parole che vengono da lontano, quelle  di Lao Tze,  leggendario filosofo cinese del VI secolo che diceva: Perché ci sia pace nel mondo, è necessario che le nazioni vivano in pace. Perché ci sia pace fra le nazioni, le città non devono battersi le une contro le altre. Perché ci sia pace nelle città i vicini devono  andare d’accordo, perché ci sia pace tra i vicini è indispensabili che nelle case regni la armonia. E perché nelle case ci sia pace bisogna trovarla nel profondo del proprio cuore.  La pace, ha sottolineato Bisi,  si trova cercando di essere migliori, lavorando duramente su noi stessi con ottimismo, con l’ottimismo del velista che non aspetta nel mare in tempesta che si calmi il vento, ma aggiusta le vele…. Ma non tuttii fratelli – ha aggiunto- sono lupi di mare, ma apprezzano molti  la campagna, i giardini… a loro dico: non lasciate che le spine del gambo di una rosa offuschino la bellezza e il profumo del fiore, non lasciate che le spine, con il dolore che provocano, celino la bellezza della vita e spengano nel vostro cuore la voglia di vivere».

La Festa della Luce, che ha visto un’ampia partecipazione di fratelli, si è tenuta presso il Centro Congressi ad Arezzo in Via Lazzaro Spallanzani 23. Ad organizzarla il Collegio Circoscrizionale della Toscana. “Condividere e Coinvolgere”, il tema scelto per quest’anno.

Fonte: GOI

lunedì 9 dicembre 2019

Tritemio e la Confraternita Celta. Modello di conoscenza “universale”?

di Michele Leone



Un abate nero, la misteriosa Confraternita Celta e un pizzico di occultismo sembrano gli ingredienti per un romanzo eppure sono parte della storia.

C’è un personaggio che non dovrebbe sfuggire all’interesse di quanti si occupano di occultismo, società segrete e crittografia: Johannes Trithemius (Trittenheim, 1° febbraio 1462 – Würzburg, 13 dicembre 1516), pseudonimo di Johann von Heidenberg italianizzato in Giovanni Tritemio.

Si può guardare a Tritemio come modello di uomo universale del Rinascimento, i cui interessi vastissimi spaziavano dalla matematica allo studio delle lingue (tra le molte lingue conosceva l’ebraico e il caldeo), dalla astrologia alla crittografia, all’occultismo. Venne definito “bibliofago” e “abate nero” a causa dei suoi interessi. Era in contatto e corrispondenza con uomini di ingegno, principi, cabalisti, alchimisti, maghi e astrologi, ed ebbe come allievi Paracelso e Cornelius Agrippa von Nettesheim (dei quali ti parlerò in un prossimo post). L’opera che su tutte lo ha consacrato all’immortalità è la Steganographia, edita postuma e messa nell’Indice dei libri proibiti nel 1609.

L’abate nero tra i suoi studi di magia non esclude quelli di magia oscura e demonologia e definisce il De officiis spirituum (Liber Officiorum Spirituum), attribuito a Salomone come un libro maledetto e diabolico. L’incipit di questo libro è: In hoc libro sunt omnia secreta artium. Questo volume è importante per gli studiosi delle cose occulte perché è una delle pietre d’angolo della Pseudomonarchia Daemonum e dell’ Ars Goetia.

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giovedì 5 dicembre 2019

Più libri più liberi. A Roma con Tipheret anche i libri del Rito di York



È in corso di svolgimento, presso la Nuvola dell'Eur, a Roma, la nuova edizione di Più libri più liberi. Nello stand A67 è presente Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno, con le sue ultime novità. Un editore che da anni segue il Rito di York, a partire dalla collettanea La Massoneria. Una simbologia in movimento, che è diventata un piccolo imperdibile classico nel mondo degli studi simbolici e massonici. Il catalogo si è poi arricchito con Tiziano Busca, Rito di York. Storia e metastoria, con le vignette di Almerindo Duranti, la raccolta di quanto ha pubblicato qui sul Blog. Mauro Cascio, recentemente di nuovo in libreria con Dove sei? ha a sua volta pubblicato molto sia come autore che come curatore di classici su Martinez de Pasqually e sul 'Martinismo delle Origini', quegli Eletti Cohen che tanto hanno dato negli ultimi tre secoli: Saint-Martin, Willermoz, Prunelle de Liere, de Maistre, Fournié, l'Anacrise di Pelagius fino ai più recenti Chevillon, Sedir, Matter, Ambelain, Bricaud, Papus, Le Forestier. Autore di due best-seller, attualmente tra i più venduti dall'editore catanese, è Massimo Agostini (Nel nome della Dea. Sulle tracce dell'antica religione, Et in arcadia ego. I miti dei popoli del mare). Anche Federico Pignatelli è uno studioso di punta in quota al Rito di York, anche lui con decine di curatele alle spalle, tra cui il recentissimo saggio di Adolphe Franck e Il mondo primitivo. Caduta e Restaurazione di Francis Warrain.

martedì 3 dicembre 2019

Cosenza ricorda Ettore Loizzo



Non solo una strada, Cosenza ha dedicato all’ingegnere Ettore Loizzo, che fu vicesindaco della città e tra i maggiori esponenti della Massoneria italiana, anche il Laboratorio di elettronica dell’Istituto Tecnico Industriale A. Monaco, dove l’illustre fratello a lungo insegnò. Un’iniziativa che si è tenuta il 30 novembre e che segue l’omaggio che il Comune ha voluto fare al suo illustre cittadino, dedicandogli, con una delibera di giunta dell’8 novembre scorso, il tratto di via Neghelli, compreso tra corso Mazzini e via 24 Maggio. Nel corso della cerimonia è stata apposta anche una targa a ricordo di Loizzo ed è stato consegnato un contribuito per le attività didattiche . All’evento hanno preso parte gli esponenti della loggia, che porta il suo nome con il numero distintivo di 1145, il dirigente scolastico Iti Giancarlo Florio e Giovanni De Miglio, presidente dell’ associazione socioculturale Ettore Loizzo.

Nato a Cosenza il 18 settembre 1927 e spentosi il primo dicembre del 2011, Loizzo, imprenditore e docente, ha contribuito a importanti opere pubbliche. Per l’Ordine degli ingegneri di Cosenza ha diretto per più di un decennio la rivista “Il Politecnico”. Uomo dal senso pratico semplice e morale della vita, è stato testimone di un impegno politico attivo. In seno al Goi ha ricoperto incarichi di vertice. Dal 1982 al 1985 è stato membro della giunta in rappresentanza del Consiglio dell’Ordine nel 1978, Dal 1982 al 1990 Gran Maestro Aggiunto. Ricoprì poi nel 1993 il delicatissimo ruolo di Gran Maestro Reggente insieme a Eraldo Ghinoi. L’ultima officina di cui ha fatto parte è stata la Bruzia-P. De Roberto n. 1874 all’Oriente della sua città. Nel 1992 fu insignito della Giordano Bruno classe oro.

lunedì 2 dicembre 2019

Mozart vietato a Santa Croce perché massone. Il Gran Maestro: «Follia pura»



Vietare la musica di Mozart in Basilica a Firenze perché massone. Follia pura. Bandite pure il Cantico di San Francesco perché Fratello Sole e Sorella Luna, e il cielo stellato sono simboli massonici. Ecco l’intervento del GM Stefano Bisi

«La notizia della decisione del priore di Santa Croce di proibire il prossimo 5 dicembre il tradizionale concerto di Wolfang Amedeus Mozart in Basilica in quanto ritenuto massone è di quelle che non passano inosservate e che inducono a riflettere sullo stato dei tempi che viviamo e al “sonno della ragione” che, almeno in questo caso, sembra toccare da vicino anche chi, come i francescani, dovrebbe fare della Tolleranza verso tutti un continuo e infinito atto d’Amore oltre che di professione religiosa. Invece, in base a quanto riportano le cronache, il padre guardiano, avrebbe opposto un netto rifiuto al concerto dell’Orchestra da Camera Toscana, fissato nel giorno della ricorrenza della morte del grande compositore salisburghese, esclusivamente per la sua nota – da secoli peraltro – appartenenza alla Massoneria.

Escludere e vietare la sublime opera di Mozart nel Tempio per la sua militanza muratoria ci pare ridicolo e persino offensivo per tutti gli “uomini di buona volontà” che amano solo e innanzitutto la grande musica classica, che non guardano con pregiudizio alcuno alle scelte fatte in vita da nessun genio, e non pensano affatto che le sue note celestiali possano nuocere all’animo di ognuno o turbare addirittura quello dei padri francescani.
La Bellezza di Mozart è talmente immensa e universale che persino – voglio ricordarlo come esempio – Joseph Ratzinger, Benedetto XVI, oggi Papa Emerito – di certo uno che ha mai concesso aperture alla Massoneria dai tempi in cui era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede – ama suonare sin da quando era ragazzo le note dello straordinario compositore. Stiamo parlando di un teologo e di un uomo di straordinaria cultura. Non sappiamo se anche lui, com’è accaduto a noi, sia rimasto basito nell’apprendere che in una delle più importanti Basiliche di Santa Romana Chiesa sia stata bandita la sacra musica del “massone” Mozart.

Noi continuiamo a credere nel buon senso e nella ragione da parte di tutti gli uomini, senza fare distinzione alcuna e nei nostri templi echeggiano sempre tutte le musiche – anche quelle di grandi compositori non necessariamente massoni – che possono elevare lo spirito dei fratelli durante i lavori iniziatici.

Se un giorno, ragionando per assurdo, dovesse emergere l’appartenenza di Michelangelo alla Massoneria, allora si dovrebbe nascondere quella meraviglia del Giudizio Universale dentro la Sistina? O, nel caso di Leonardo da Vinci, il Cenacolo a Santa Maria delle Grazie?

Pensiamo che nessuno, Papa, Re o semplice, libero cittadino, arriverebbe mai a prendere una simile decisione. Eppure a Firenze è successo. Per una volta i toscani saranno privati della Letizia e della Gioia di godere di una musica, quella di Mozart, “luminosa e al tempo stesso profonda” come scrisse Ratzinger. Una musica per tutti gli animi. Che da secoli affascina ogni essere umano e che per i secoli che verranno continuerà a stupire e incantare l’Universo Umano».

FONTE GOI

Il Tempio di Re Salomone. Successo a Siracusa per l'iniziativa del Rito di York

Domenico Bilotta con Giancarlo Germanà

Un lavoro enorme, quello di Giuseppe Sindona e del Capitolo di Siracusa del Rito di York tutto per l'organizzazione di un momento formativo che lascerà traccia. Un viaggio all'interno del simbolismo cabalistico del Rito curato da Mauro Cascio, Giancarlo Germanà e Federico Pignatelli, dopo i saluti del Sommo Sacerdote Domenico Bilotta e del GM f.f. Alessandro Pusceddu si è analizzato un tesoro sapienziale che rischia spesso di venire trascurato. Il problema degli studi iniziatici è proprio questo: o li si misconosce, e prevale nella Massoneria un accento mondanizzante e laicizzante, oppure li si banalizza, con i più improbabili Fanta-esoterismi. Il metodo e il rigore del Rito di York mira proprio a questo: a guidare passo passo nel perfezionamento interiore il Maestro desideroso di mettere meglio a fuoco la propria conquista simbolica. Anche il Rito di York, infatti, con le sue tre camere, è un viaggio all'interno del Tempio, cioè un viaggio interno alle conquiste di coscienza dell'uomo. Le conclusioni sono state affidate ad Antonino Recca, che ha portato i saluti del collegio, al past Tiziano Busca e al Gran Commendatore Massimo Agostini.

Mauro Cascio (con Tiziano Busca)

Federico Pignatelli

Alessandro Pusceddu

Massimo Agostini