di Giuseppe Russo
Tra le fonti che stabiliscono le regole del comportamento dell’ebreo osservante, certamente una delle più autorevoli è il 'Kitzur Shulchan Aruch' di Rabbì Shlomò Gantzfried, pubblicato nel 1864, che rappresenta una sintesi dell’opera più vasta sulla halachà, lo Shulchan Aruch di Joseph Caro ( 1488-1575 d.e.v. ).
Queste regole non solo traggono origine dalla Torah scritta (Pentateuco) ma anche e soprattutto dalla Torah orale che, secondo la Tradizione, fu data a Mosè e trasmessa da questi da bocca ad orecchio a Yehoshua Bin Nun e successivamente da Maestro ad alunno, sempre in forma orale, fino a Rabbì Yeudah haNassì (141-189 d.e.v. ), figlio del Rabbì Shimon ben Gamlièl, famoso quest’ultimo anche nell’ambito della cultura cristiana, per essere stato il Maestro di Paolo di Tarso; Rabbì Yeudah haNassì, insieme ad altri Saggi, scrisse quindi un’opera poderosa completata nell’anno 189 d.e.v., conosciuta col nome di Mishnà, la quale raccoglie gli insegnamenti della Torah orale ed è composta di sei sezioni chiamati 'Ordini' che a loro volta si dividono in 'Capitoli' e 'Trattati'.
Successivamente alla Mishnà alcuni Rabbì scrissero pure altri trattati chiamati Midrashim, che sono però a commento della Torah scritta; contemporaneamente alcuni Rabbì si cimentarono pure nello studio della Mishnà, elaborando un notevole lavoro di commenti alla stessa; questo lavoro fu raccolto circa 300 anni dopo la nascita della Mishnà, esattamente nell’anno 475 d.e.v., in un’opera chiamata Ghemarà e che, insieme alla Mishnà, costituisce e forma quell’opera straordinariamente complessa e vasta, nota col nome di Talmud.
Nel corso delle generazioni, hanno avuto luce numerose opere alle quali i Rabbì si sono impegnati onde fornire maggiori chiarimenti e spiegazioni al Talmud, che presenta un linguaggio accademico non facilmente comprensibile a tutti; tra gli autori più famosi che spesso sono citati, ricordiamo Rabbì Shelomò Yitzchachi ( Rashì ) e Moshe ben Maimon ( Rambam, Maimonide ).
La Torah orale prima della distruzione del Tempio di Gerusalemme era custodita dai Saggi del Sinedrio, il quale era composto da 71 membri ed esercitava le sue funzioni nel Santuario, in un apposito luogo chiamato 'lishkot hagazit' ( stanza dalle pietre squadrate ).