martedì 27 gennaio 2015

Dialogo tra Hitler e Socrate

di Quirino Tirelli



I.
AMICO – Ciao Socrate, da dove vieni?
SOCRATE – Dall'Acropoli dove ho passeggiato e ragionato con la mia anima. Non sai quante cose si possono imparare esercitando il dialogo interiore ed esternandolo, coinvolgendo altri Ateniesi nel proprio ragionamento, giungere a conclusioni del tutto inaspettate. È un'attività che ognuno dovrebbe esercitare. Cosa mi dici di te? Da dove stai venendo così pensieroso?
AMICO – Dalla casa di Callicle. Si trova qui ospite, da qualche giorno, una persona che si intrattiene  in interessanti ragionamenti.
SOCRATE –  Interessanti ragionamenti? Così mi incuriosisci
AMICO – Sì Socrate, io credo che dovresti ascoltarlo! Ogni giorno le persone che accorrono alla casa di Callicle sono sempre maggiori del giorno prima. Tutti sono affascinati dalle sue idee e dal modo con cui le esprime.
SOCRATE – Bene amico mio, non indugiamo più oltre! Guidami da costui.

II.
AMICO – Ho portato qui il mio amico Socrate, carissimo Hitler, lui è un indagatore dell'animo umano, capace di farsi più nemici che amici. Credo che potrebbe essere interessante, per me e per tutti i presenti, ascoltare un vostro ragionamento.
HITLER – Con vero piacere! Sono qui per questo. Il mio compito è divulgare la mia visione del mondo e sono certo che Socrate ne sarà entusiasta.
SOCRATE – Visione del mondo? Sentiamo sono curioso
HITLER – Certo caro Socrate. Il compito che mi sono proposto è quello di divulgare queste mie idee, diffonderle, perché sono convinto che esse possano portare ad un mondo migliore.
SOCRATE – Ascoltiamole dunque.
HITLER – Hai mai sentito parlare delle teorie di Darwin?
SOCRATE – Certo
HITLER – Quindi saprai che in natura è il più forte che vince la quotidiana battaglia per il dominio della natura. Purtroppo, però, il processo evolutivo dura molto tempo. Quello che mi sono chiesto è: come fare a velocizzare l'evoluzione selezionando il genotipo vincente? Qual è il genotipo vincente?. Dopo anni di riflessioni sono giunto alla conclusione che il genotipo vincente si esplica attraverso particolari caratteristiche fenotipiche che ho trovato nella razza ariana. Uomini e donne alti, biondi, muscolosi, occhi azzurri, carattere deciso, ferrei nei loro propositi. Mi sono proposto di selezionare questa razza per fare in modo che prevalga sulla terra. Per fare questo bisogna eliminare le contaminazioni geniche, Ebrei, zingari, omosessuali, persone che la pensano in modo diverso (anche le idee rappresentano adattamenti negativi che possono danneggiare la mia selezione). Queste contaminazioni renderebbero futile la mia selezione essendo come un virus che, silente, nascosto tra le basi del DNA, vanificherebbe ogni sforzo per il miglioramento della razza umana. Come dicevo sopra, un fattore importante in questo processo è il tempo. L'evoluzione, per definizione, è lenta. Per velocizzare il tutto ho ideato un piano di smaltimento genotipico, molto articolato, che prevede la costruzione di centri di raccolta per i genotipi  da eliminare. Con un'accurata programmazione ho stimato che in 10 anni si possa pervenire alla totale scomparsa dei genotipi da eliminare e alla prevalenza del genotipo vincente. Cosa ne pensi di questa mia idea caro Socrate?
SOCRATE – Interessante! Voler migliorare il mondo è sicuramente pregevole e degno di nota. Ma sei sicuro che agendo in questo modo la razza umana possa trarne giovamento?
HITLER – Certo!
SOCRATE – All'inizio del tuo discorso hai menzionato la teoria evoluzionistica di Darwin
HITLER – Infatti Socrate è così
SOCRATE – Hai detto che secondo le teorie di Darwin è il più forte a prevalere
HITLER – Sì l'ho detto
SOCRATE – E allora dimmi, chi è il più forte?
HITLER – Mi sembra di essere stato chiaro, l'ho detto chiaramente, il genotipo che si esplica nel fenotipo della razza ariana, non mi piace ripetere le cose Socrate.
SOCRATE – Permettimi di insistere. Davvero credi che la razza ariana sia la più forte di tutte ?
HITLER – Certo è così.
SOCRATE – Come, tu hai detto la razza ariana è caratterizzata dai capelli biondi, occhi azzurri, pelle chiara. Sicuramente un fenotipo che si adatta molto bene alle regioni nordiche ma che non tanto bene si adatta alle regioni tropicali dove c'è un sole molto forte e dove questi individui avrebbero sicuramente delle oggettive difficoltà ad adattarsi. La loro pelle, infatti, si scotterebbe facilmente e, sicuramente, andrebbero incontro ad una maggiore incidenza del melanoma maligno. In queste condizioni, quindi, questa razza sarebbe svantaggiata e non avvantaggiata. Permettimi di farti un'altra domanda Hitler.
HITLER – Dimmi pure
SOCRATE – Chi è, tra gli animali, il predatore più forte in natura?
HITLER – Sicuramente il leone Socrate.
SOCRATE – Certo il leone è un animale possente, non teme rivali nella savana. Cosa succederebbe però se mettessimo lo stesso leone al polo nord? Morirebbe dopo pochi minuti. Il polo nord è il terreno di caccia di un altro formidabile predatore, l'orso bianco! Lo stesso, però, nella savana non saprebbe sopravvivere neanche un giorno.
HITLER – Sì lo credo Socrate.
SOCRATE – Bene! Cosa, quindi, possiamo concludere da tutto ciò? Che più forte e più debole in genetica sono termini relativi. In determinate circostanze, se sussistono determinate condizioni ambientali, una determinata caratteristica genotipica può essere avvantaggiata rispetto ad un'altra. Tuttavia, però, se le condizioni ambientali cambiano, la stessa caratteristica genetica da favorita si trasforma in sfavorita. Da tutto questo possiamo concludere, caro Hitler, che in natura non è importante avere delle caratteristiche genotipiche migliori rispetto ad altre ma, invece, è importantissimo avere una variabilità genetica. La variabilità genetica, infatti, ci consente (a noi come razza umana) di far fronte ai cambiamenti che si sono sempre verificati in passato e che sempre si verificheranno in futuro. A tal proposito ti volevo raccontare una storiella. Vicino la città di Sparta esisteva un bosco di querce, verde e lussureggiante, questo bosco era molto ricco di farfalle che, per sfuggire ai predatori, riuscivano a mimetizzarsi, con il loro colore marrone, sui tronchi degli alberi. Un giorno, però, il re di Sparta ordinò di togliere la corteccia a tutti gli alberi della foresta per utilizzarla sulla propria flotta. Le farfalle non poterono più mimetizzarsi e furono mangiate dagli uccelli. Tra le farfalle presenti, però, ve ne erano alcune albine (totalmente bianche), che, quando i tronchi avevano la corteccia, erano svantaggiate, in quanto venivano avvistate subito dagli uccelli e mangiate. Cambiate le condizioni ambientali, tolta la corteccia agli alberi, queste farfalle albine, da svantaggiate divennero avvantaggiate in quanto riuscivano meglio a mimetizzarsi sui tronchi bianchi degli alberi senza corteccia. Questa semplice storiella è un pretesto per sottolineare che in natura le minoranze sono una risorsa e, a volte, possono essere la salvezza per la specie.
HITLER – Potrei condividere la tua tesi Socrate, tuttavia ti ricordo che una caratteristica del genere umano è quello di modificare la natura! Con il proprio pensiero e con le proprie idee è possibile sottomettere e dominare la natura. A questo punto, quindi, noi non siamo più schiavi di essa. Ecco Socrate ti ringrazio per questo dialogo perchè ho capito che sono le idee il motore del mondo. Dato che sono le idee il soggetto principale è su di esse che dobbiamo agire, selezionandole, prendendo solo quelle che meglio si adattano al periodo storico che stiamo vivendo. In questo periodo storico, converrai, le mie idee sono innovative e benefiche.
SOCRATE – Non posso che sorridere dalla tua affermazione. Dicendo questo, infatti, caro Hitler ti contraddici!
HITLER – Mi contraddico?
SOCRATE – Sì! Non sei stato proprio tu, poc'anzi, a dire che alcune idee rappresentano adattamenti negativi che possono danneggiare la tua  selezione? Come tali le idee sono frutto del cervello umano e quindi soggette alle medesime leggi dell'evoluzione? Oppure entità autonome che sfuggono alle leggi della biologia? Se sono frutto del cervello e sono soggette all'evoluzione, allora valgono le regole di variabilità poc'anzi elencate. Se, invece, le idee sono entità autonome che sfuggono alle leggi della biologia, allora noi non abbiamo nessun potere su di esse.
HITLER – Il tuo, Socrate, è un vicolo cieco. Preferisco la mia visione limitata ed, secondo il tuo punto di vista, erronea. Non avere, in entrambi i casi, nessun potere decisionale sul mondo che ci circonda mi spaventa!
SOCRATE – Non è così. Tutti noi abbiamo un potere enorme che, sapendolo gestire, rappresenta un volano inesauribile.
HITLER – Cioè?
SOCRATE – Il dubbio, caro Hitler, il dubbio.