lunedì 30 ottobre 2017

Il Rito di York e l’Ordine della Stella d’Oriente. Il maschile e il femminile nella via iniziatica occidentale


Il Motto Cabalistico Fatal con le cinque punte a designare cinque eroine bibliche



L’Ordine delle Stelle d’Oriente è uno dei più noti corpi rituali ‘paramassonici’ della galassia del Rito di York dedicato alle donne, strutturato in capitoli, con a capo una Worthy Matron e un Worthy Patron, che richiamano, nella forma e nel corredo simbolico, i capitoli ‘maschili’ dello York. Su questa fitta rete di rimandi e richiami reciproci ritorneremo, come ritorneremo sul perché è impensabile immaginare il lavoro delle Stelle d’Oriente senza considerare il corrispondente lavoro dell’Arco Reale, per non ritrovarsi con qualcosa di incompleto.
La figura femminile viene esaltata a tutto tondo nell’iniziazione all’unico grado, che in sé riassume cinque momenti archetipici della donna, a cui l’iniziata può dare corpo in tutto o in parte. Archetipi di ruoli che vengono presentati con cinque eroine bibliche, sulle cui pienezze cabalistiche avremo modo di ritornare.
Ada è la ‘figlia’. L’Antico Testamento (Giudici 10: 6-18; 11: 1-40) ci racconta di Ada che va incontro al padre felice, con quella spensieratezza tipica della gioventù. C’è un però. Jefte, il papà, è un eroico condottiero che per salvare i suoi dal terribile esercito di Ammon, aveva invocato Dio: «Se mi farai vincere, la prima persona che incontrerò tornando a casa sarà tua». Immaginiamoci come dovette sentirsi lui quando vide Ada farsi incontro felice di rivederlo.
Rut è la ‘vedova’ che incoraggiata dalla suocera si risposa con Boaz. Rut è il libro più breve della Bibbia e ci interessa perché proprio a Boaz è intitolata  una delle due colonne del Tempio di Re Salomone, con una serie di significazioni che quest’anno si cercherà di analizzare nei seminari del Rito di York. Rut partorirà un figlio, Oved, che sarà il padre di Iesse che a sua volta sarà il padre di Davide. È dalla ‘vedova’ che nascerà un giorno il Messia.
Ester è la ‘sposa’ ed è anche uno dei personaggi non solo più noti, ma anche più ricchi interiormente. Una enorme complessità psicologica che è anche effervescenza esoterica. Ester, dicevamo, è la ‘sposa’ di Assuero che ha salvato gli ebrei da Aman, il perfido consigliere del re che ha usato il sigillo imperiale per firmare un editto che ordinava lo sterminio del popolo eletto. L’ebrea Ester salverà il suo popolo presentandosi al suo sposo per pregarlo di ritirare l’editto. Ma nessuno, nemmeno la moglie, può presentarsi davanti al Re senza essere prima convocato. Assuero viene abbagliato dalla bellezza di Ester e asseconda le sue richieste. Gli eventi sono ancora oggi ricordati dalla tradizione ebraica con la festa di Purim.
Marta è la ‘sorella’. La troviamo nei vangeli, come sorella di Maria e di Lazzaro. Si sa comunemente che Gesù risuscita Lazzaro, ma è importante sottolineare che il miracolo avviene dopo la professione di fede della sorella: «Sì, Signore, io credo tu sia il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire al mondo» (Giovanni 11, 1-46).
Infine Eletta, che è ‘madre’. Ed è la madre per eccellenza, nelle epistole di Giovanni, perché è la comunità di cui tutti i membri sono i figli. Chi ha conosciuto la verità non vede la Signora Eletta e i suoi figli come una ‘cosa’ separata da loro. «La vedono invece unita a loro, che forma con loro una cosa sola, una sola realtà». L’Eletta cammina nella verità con i suoi figli, sono fedeli alla Parola, seguono lo Spirito Santo, lo Spirito di verità che sempre accompagna il cammino della Parola nella storia, lungo il corso dei secoli…
L’iniziata rivive a tutto tondo il passaggio da una dimensione profana ad una sacra, perfettamente parallelo al percorso degli iniziati nei capitoli, nei concili e nelle commende. Con inciso nel cuore il motto cabalistico F.A.T.A.L. (acrostico di Fairest Among Thousands, Altogether Lovely) su cui occorrerà ritornare.