lunedì 12 ottobre 2020

Chi erano le ninfe?

di Michele Leone




Le Ninfe nella mitologia classica – prima greca e poi romana – erano divinità minori o secondarie abitanti, per alcuni custodi, il mondo naturale in ogni sua manifestazione. Avevano un aspetto affascinante, giovani procaci, sensuali e dagli abiti succinti. È possibile dividere le Ninfe in alcune categorie, una suddivisione può essere ad esempio quella per elemento naturale: acqua, terra ecc.

Le Ninfe solitamente erano benigne verso gli esseri umani, alcune volte potevano anche concedere il loro amore ad un uomo, altre volte potevano provocare problemi ed essere pericolose.

“Le Ninfe, in particolare, sono onnipresenti. Tutti i regni della natura appartengono al dominio di queste creature affascinanti e misteriose, inafferrabili e inquietanti. A volte posso no apparire dolcissime e benevole, altre volte la loro potenza si manifesta in forme terribili e oscure. Spesso sono legate alle acque: alle sorgenti, ai fiumi o all’enigma infinito del mare, sia nella sua superficie iridiscente sia nelle sue più insondabili profondità. Il loro volto può comporsi in uno specchio d’acqua, apparizione arcana che incanta gli uomini e li trascina in un mondo segreto e fuori dal tempo. Ma altre volte le Ninfe abitano gli alberi o le montagne, nascoste dentro un tronco o nell’intrico di una selva. Le Ninfe, insomma, non frequentano le strade delle città. Vivono al di fuori del mondo civile, dentro orizzonti selvaggi in cui l’uomo non può più sentirsi protetto come membro di una società e rischia anche di perdere se stesso, di vedere svanire la propria identità individuale.” (in Giorgio Ieranò, Demoni, mostri e prodigi, l’irrazionale e il fantastico nel mondo antico, Sonzogno, Venezia 2017, 1a ed. digitale).

 

Quanti tipi di ninfe esistono?


Auloniadi e Napee: Abitavano i Boschi e le valli;

Coricidi; Abitavano le grotte e gli antri;

Crenee, Naiadi o Pegee: Ninfe delle fontane;

Amadriadi e Driadi: Abitavano le foreste;

Efidriadi: Ninfe delle acque;

Epigee: Ninfe terrestri;

Linnadi: Abitavano nei pressi dei laghi o degli stagni;

Naiadi: Ninfe delle Fonti d’acqua, laghi e fiumi;

Nelie: Ninfe dei prati;

Oceanidi o Nereidi: Ninfe marine;

Oreadi, Orodenniadi o Orestiadi: Abitavano le montagne;

Potamidi: Ninfe dei Fiumi;

Uranie: Abitavano i cieli;

Le Ninfe dei luoghi prendono nome dal luogo che abitano.
[...]


Vaticinio, Profezia e “super poteri”

Le Ninfe, soprattutto quelle delle acque, si ritiene avessero la capacità vaticinio e profezia. Spesso coloro che si abbeveravano alle loro acque potevano acquisire questo dono. Non solo per mezzo delle acque le Ninfe potevano ispirare gli uomini per mezzo della “possessione” e posseduti dalle Ninfe, detti dai Romani lymphatici o lymphati, potevano essere i pazzi, i veggenti e i poeti.

Alcune Ninfe come ad esempio le Naiadi sembra fossero in grado di curare e guarire.

 
Il culto

Alle Ninfe nell’antica Grecia era riservata una forma di culto privato o familiare, non si hanno notizie di culti pubblici. Solitamente il culto alle Ninfe era reso nei luoghi dove si pensava abitassero e spesso luogo d’elezione per le pratiche rituali erano le grotte.

Nel mondo romano le Ninfe avevano un culto pubblico, solitamente associate ad autoctone divinità delle sorgenti e le loro feste furono inglobate nelle celebrazioni tributate al dio Fontus. Queste celebrazioni avevano luogo il 13 ottobre con la festa delle Fontinalie, si riempivano le fontane con fiori e adornavano i pozzi. I templi dedicati alle Ninfe prendevano il nome di Ninfeo, spesso erano delle grandi fontane.  Nei ninfei venivano anche celebrati i matrimoni. Prendeva nome di Ninfagogo colui che, il giorno delle nozze, prendeva la sposa dalla casa paterna e la conduceva a quella dello sposo.

In prevalenza le offerte votive alle Ninfe non erano cruente, era offerta della frutta, del miele, del latte; raramente agnelli o capretti...