giovedì 19 marzo 2020

Domenico Bilotta: «Noi dello York costruttori di speranza»

di Domenico Bilotta*



Machiavelli diceva fosse un errore non mettere limite alle speranze, perché le cose sperate, senza altro fondamento o misura, sono destinate a rovinare. Ma viviamo in una cultura fatta non solo di Machiavelli, ma anche di Paolo Di Tarso, per cui la fede è la sostanza delle cose sperate. Che ha un sapore dolcissimo, un invito ad affrontare la vita con la consapevolezza che le asperità non faranno male. Noi iniziati dobbiamo avere il coraggio di prendere su di noi il peso della consapevolezza, ma prenderlo con un sorriso. Non abbiamo bisogno di profeti di sventura, di cupezza, di grigiore. Abbiamo bisogno di speranze e giornate liete, ma fatte di verità e non di menzogna. Ma abbiamo soprattutto bisogno, in giornate difficili come quelle che stiamo vivendo, di quella straordinaria umanità che sta combattendo in prima fila, lontana dalla quotidianità del nostro divano. Un pensiero per chi soffre, ma un pensiero doppio per quei fratelli in corsia che stanno facendo in modo che la speranza non sia un vago sentimentalismo, buttato lì tanto per dire, ma sia una speranza con le gambe sue, che tra qualche settimana se ne può andare sicura incontro al futuro di tutti noi. Un futuro costruito dall’affetto e dall’amore di uno spirito costruito sapientemente giorno dopo giorno, con l’utilizzo diligente dei nostri strumenti. Noi, nel Rito di York, siamo orgogliosi costruttori di entusiasmo, diciamo così. Ci esercitiamo da anni in un’opera di solidarietà contagiosa, che è più di una semplice amicizia, è una rete, un eggregore di intenzioni e di cose da fare insieme. E insieme ce la faremo.

* Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei LLMM dell'Arco Reale - Rito di York