Il comp. "Angiolino" attorniato da alcuni compagni e fr.lli mentre riceve dall'allora Sommo Sacerdote comp. Tiziano Busca ul diploma di "Sommo Sacerdote Onorario". |
Nel clima surreale, provocato dalla pandemia in corso, dove
la morte non sembra più nemmeno un evento estremo, è passato all’Oriente Eterno
il fratello Angiolo Martini, conosciuto da tutti quelli che gli volevano bene, come
Angiolino. La notizia è giunta inaspettata, nonostante le sue condizioni di
salute fossero, da tempo, compromesse. Ci eravamo così abituati ai suoi
recuperi da vecchio leone ferito, che non ci pensavamo più che un giorno
avrebbe potuto mollare davvero. Invece è successo. Quando mi hanno chiesto di
ricordare la figura del fratello Angiolino, ho provato a descriverne i tratti,
ma ogni vota cancellavo quello che avevo scritto, perché non rispondeva a
nessuna descrizione. Era un uomo rigoroso e inflessibile? Certamente no; ma non
era nemmeno negligente o trascurato. Era un uomo di sapere e di cultura?
No, non era nemmeno questo, ma aveva
dentro di se la conoscenza delle persone pratiche e giuste. Alla fine ho
capito, non potevo descrivere chi era Angiolo Martini, ma potevo solo dire chi
era per me il fratello Angiolino. Quando sono stato iniziato era seduto
all’Oriente, col suo bel faccione indulgente e un po’ scanzonato. Poi è stato
fratello e amico. Ho condiviso con lui e con il fratello Vittorio Bruzzone e
con molti altri, momenti indimenticabili di autentica Massoneria, lavorando con
passione per le attività di Loggia. Insieme, abbiamo fondato nell’Oriente di
Piombino, il Capitolo del Rito di York e della Commenda Templare, dei quali è
stato Gran Sacerdote e Commendatore. Rammento la sua felicità e commozione
quando Tiziano Busca volle andarlo ad incontrare alla sua abitazione per
consegnarli personalmente la bolla di Sommo Sacerdote Onorario. Pensava di
essere un provocatore. Mi sembra ancora di sentirlo dire: “adesso vi butto
una bomba delle mie …..”. In realtà, quelle che lui chiamava bombe, erano
solo esortazioni a fare bene, a vivere la Massoneria con semplicità e con
profondo senso di fratellanza. Anche se lui non vorrebbe sentirselo dire, era
soprattutto un uomo con un grande cuore, che metteva a disposizione di tutti. E’ stato un ottimo
imprenditore ed anche quando la crisi ha colpito duramente le aziende del
nostro territorio, ha saputo mantenere il timone e non ha mai rinunciato alla
sua dignità, cosa questa che gli ha permesso di sopravvivere ad ogni tempesta. La
grave situazione legata alla pandemia da coronavirus, ci ha privato della
possibilità di vedere un’ultima volta il fratello Angiolino e di rendergli gli
onori funebri che meritava, ma non ci impedisce di ricordarlo come un fratello
straordinario, un amico carissimo e una delle colonne portanti della sua e
della nostra Loggia: La Gagliarda Maremma. Angiolo, comunque, non se ne andrà
del tutto, infatti tra le colonne della Loggia ci ha lasciato in eredità suo
figlio, il fratello Stefano, al quale, insieme ai suoi familiari, va il nostro
caloroso abbraccio.Vorrei salutare oggi, Angiolino, prendendo a prestito le
parole da un antico rituale che lui conosceva bene: “Mondi ignoti si
schiudono davanti al volo della colomba, cangianti paesaggi sono illuminati
dalle albe interiori e voi, scegliete dove, come e quando esistere, poiché la
morte diventa sonno e la vita diventa veglia, nella sublime terra dell’armonia”.
Un compagno del Rito.