sabato 28 marzo 2020

Angiolo Martini

Il comp. "Angiolino" attorniato da alcuni compagni e fr.lli mentre riceve dall'allora Sommo Sacerdote comp. Tiziano Busca ul diploma di "Sommo Sacerdote Onorario".


Nel clima surreale, provocato dalla pandemia in corso, dove la morte non sembra più nemmeno un evento estremo, è passato all’Oriente Eterno il fratello Angiolo Martini, conosciuto da tutti quelli che gli volevano bene, come Angiolino. La notizia è giunta inaspettata, nonostante le sue condizioni di salute fossero, da tempo, compromesse. Ci eravamo così abituati ai suoi recuperi da vecchio leone ferito, che non ci pensavamo più che un giorno avrebbe potuto mollare davvero. Invece è successo. Quando mi hanno chiesto di ricordare la figura del fratello Angiolino, ho provato a descriverne i tratti, ma ogni vota cancellavo quello che avevo scritto, perché non rispondeva a nessuna descrizione. Era un uomo rigoroso e inflessibile? Certamente no; ma non era nemmeno negligente o trascurato. Era un uomo di sapere e di cultura? No,  non era nemmeno questo, ma aveva dentro di se la conoscenza delle persone pratiche e giuste. Alla fine ho capito, non potevo descrivere chi era Angiolo Martini, ma potevo solo dire chi era per me il fratello Angiolino. Quando sono stato iniziato era seduto all’Oriente, col suo bel faccione indulgente e un po’ scanzonato. Poi è stato fratello e amico. Ho condiviso con lui e con il fratello Vittorio Bruzzone e con molti altri, momenti indimenticabili di autentica Massoneria, lavorando con passione per le attività di Loggia. Insieme, abbiamo fondato nell’Oriente di Piombino, il Capitolo del Rito di York e della Commenda Templare, dei quali è stato Gran Sacerdote e Commendatore. Rammento la sua felicità e commozione quando Tiziano Busca volle andarlo ad incontrare alla sua abitazione per consegnarli personalmente la bolla di Sommo Sacerdote Onorario. Pensava di essere un provocatore. Mi sembra ancora di sentirlo dire: “adesso vi butto una bomba delle mie …..”. In realtà, quelle che lui chiamava bombe, erano solo esortazioni a fare bene, a vivere la Massoneria con semplicità e con profondo senso di fratellanza. Anche se lui non vorrebbe sentirselo dire, era soprattutto un uomo con un grande cuore, che metteva  a disposizione di tutti. E’ stato un ottimo imprenditore ed anche quando la crisi ha colpito duramente le aziende del nostro territorio, ha saputo mantenere il timone e non ha mai rinunciato alla sua dignità, cosa questa che gli ha permesso di sopravvivere ad ogni tempesta. La grave situazione legata alla pandemia da coronavirus, ci ha privato della possibilità di vedere un’ultima volta il fratello Angiolino e di rendergli gli onori funebri che meritava, ma non ci impedisce di ricordarlo come un fratello straordinario, un amico carissimo e una delle colonne portanti della sua e della nostra Loggia: La Gagliarda Maremma. Angiolo, comunque, non se ne andrà del tutto, infatti tra le colonne della Loggia ci ha lasciato in eredità suo figlio, il fratello Stefano, al quale, insieme ai suoi familiari, va il nostro caloroso abbraccio.Vorrei salutare oggi, Angiolino, prendendo a prestito le parole da un antico rituale che lui conosceva bene: “Mondi ignoti si schiudono davanti al volo della colomba, cangianti paesaggi sono illuminati dalle albe interiori e voi, scegliete dove, come e quando esistere, poiché la morte diventa sonno e la vita diventa veglia, nella sublime terra dell’armonia”.

Un compagno del Rito.