venerdì 28 febbraio 2020

I Rituali simbolici di Willermoz del 1782 per la prima volta in italiano



La Massoneria è una società iniziatica. Cioè il luogo deputato ad acquistare consapevolezza. La chiesa del Logos, là dove, cioè, il Logos è possibile incontrarlo. La Massoneria non ‘nasce’, contrariamente a quanto si legge. Perché la Massoneria non ‘è’. La Massoneria ‘diventa’. La Massoneria, diciamo meglio, è una forma storica che, nel corso della storia, si ‘trasforma’. E la forma storica è stata quella delle corporazioni di mestiere medievali, dei muratori e dei costruttori che ti mettevano su una cattedrale, dando corpo e presenza al sacro. Il ‘costruire’ era a sua volta atto sacro, un dare pietra a un’idea, a un progetto. C’è l’architetto e c’è l’artigiano. L’anno di fondazione convenzionale è il 1717, perché singole logge si organizzano per la prima volta. Ma è organizzazione ‘amministrativa’, per così dire, che nulla crea in fatto di simboli, cuore teoretico, tradizione. C’è che la Massoneria diventa ‘cerca’. La Verità non viene data nella storia e la storia, è stato detto già, è solo il terreno in cui la Verità prende abito. C’è chi può ritenere, e lo fa, lo si è fatto, che la Verità sia l’abito. E ci sono dei luoghi, laici, in cui si cerca di capire la nudità che l’abito riveste. A fine marzo per Tipheret i rituali di Willermoz del 1782 per la prima volta in italiano. Un tentativo di innestare nella Massoneria ufficiale l’esperienza degli Eletti Cohen di Martinez de Pasqually (1767-1774), a cui Mauro Cascio negli ultimi anni ha dedicato tantissima attenzione, a partire dall'edizione critica del Trattato sulla Reintegrazione degli esseri, del Manoscritto di Algeri e dell'Universo a portata di mano di Martinez, dalle altre opere di Willermoz (L'uomo-Dio. Trattato delle due nature, I Nove Quaderni D., Le Istruzioni di Lione, Lettere, I miei pensieri (e quelli degli altri), alle opere più strettamente martineziste di Louis-Claude de Saint-Martin (Il cimitero di Amboise, Ecce Homo, Diario di un Eletto Cohen) e ad autori quali Pierre Fournié, Prunelle de Lière, Matter, de-Maistre, Papus, Chevillon, Bricaud, Le Forestier, Ambelain.