Un fulmine ha colpito il monumento a Garibaldi il 7 settembre di un anno fa, provocando numerose lesioni ai bassorilievi. Oggi la statua dell’eroe dei due mondi, che dal Gianicolo domina Roma, è ancora transennata, sostenuta sul basamento dai tiranti installati subito dopo il danneggiamento per scongiurarne il crollo. Su un triangolo collocato su un lato c’è scritto “lavori in corso”. Lavori che a guardare lo stato del cantiere in realtà non sembrano mai iniziati. In occasione delle celebrazioni del XX Settembre, data che segna il completamento dell’unità d’Italia, il Gran Maestro del Grande Oriente Stefano Bisi, che con una delegazione di liberi muratori si è recato a deporre una corona davanti a questa scultura che è simbolo della libertà e ai piedi del monumento, opera di Mario Rutelli, dedicato ad Anita, ha fatto appello al sindaco a far partire i restauri, ribadendo la disponibilità dell’istituzione massonica a contribuire ai lavori di recupero dell’opera. Già l’anno scorso il Goi, in una lettera a Virginia Raggi, si era fatto avanti ma senza ottenere finora risposta.
Collocata sul punto più alto del colle di Roma, l’imponente statua in bronzo, realizzata nella Fonderia Galli, venne inaugurata nel 1895, poggia su un piedistallo in marmo, ai lati del quale sono scolpite le figure allegoriche dell’Europa e dell’America, oltre ai bassorilievi che rievocano lo sbarco a Marsala, la resistenza di Boiada, la difesa di Roma e il gruppo della libertà. L’opera è dell’artista Massone Emilio Gallori. Sui gradini a destra del basamento Ettore Ferrari, Gran Maestro del Grande Oriente e autore del monumento a Giordano Bruno, aveva creato una corona, per ricordare che Garibaldi era stato il primo Gran Maestro della Massoneria italiana. Corona, che durante il fascismo venne sostituita con simboli del regime , e solo nel 1943 riposizionata, anche se non più l’originale. Nella prima versione della statua Garibaldi aveva la testa rivolta verso il Vaticano, ma poi venne riorientata verso il Gianicolo e in questa nuova posizione solo il cavallo guarda il cupolone.