di Tiziano Busca*
«Viviamo in una società dominata dalle frustrazioni. La sensazione prevalente è quella di trovarsi in un ambiente in cui ci si sente esclusi, ci si sente insicuri, si ha paura. Si accumula così la frustrazione, che poi diventa rabbia. E la rabbia a cosa porta? Porta alla voglia di spaccare tutto. Il nostro tempo non è violento, è distruttivo». Sono parole di Vittorino Andreoli che mi hanno fatto riflettere in queste ore di disagio ed incertezza crescente, in cui gli italiani riscoprono il peggio della loro storia.
Ha ragione Andreoli, la società è in crisi e la soluzione è quella che ci racconta del suo «Silenzio delle pietre», il segreto è scomparire, proteggersi dal baccano, dove le chiacchiere non lo raggiungono ancora. C’è aria di guerra ovunque, dobbiamo abbassare i toni, dobbiamo ritrovare il nostro silenzio, dobbiamo vincere la solitudine e la paura. Solo così la preveniamo la rabbia, la reazione.
È nella condivisione e nell’ amore con l’altro che troviamo nostro guadagnato silenzio. È uno spazio unico, non è qualcosa su cui si possa intervenire dopo. La reazione è qualcosa che non devi far nascere.
In questo vortice irrazionale che agita spettri e sciagure ovunque è finita da mesi la Massoneria. I Massoni e la Massoneria sono oggetto di un odio e di un pregiudizio, cieco, sconsiderato, immotivato è antistorico figlio della superficialità e della ignoranza. Non puoi ragionare quando domina l’assurdo. Che fare allora! Devi fare in modo di calmare gli animi affinché l’assurdo non accada. E non dobbiamo perdere tempo, perché le conseguenze che vincano i poteri della discriminazione e della reazione politica e finanziaria e sociale possono essere devastanti, per l’UOMO. Disabituati come siamo alla riflessione ed alla testimonianza dei valori fondanti dei consorzi sociali di libertà, tolleranza e fraternità vince nel mondo profano il sensazionalismo e la rabbia degli ultimi a cui debbono darsi non solo risposte ma progetti di dignità di lavoro di liberazione. Si sta riconsolidando un fronte in cui per i “Pieni di Rabbia” l’Illuminismo è un retaggio
ingombrante e un convivio culturale di cui è bene fare a meno.
Ha ragione Andreoli: siamo tornati alle pulsioni, all’egoismo, alla materia. I massoni, ma non solo loro, trovino di nuovo la via della parola al Paese, trovino la voce di un progetto di Risorgimento Civile, guardino nella dimensione di una Europa di popoli e non di banchieri, ritrovino lo spirito ribelle della denuncia di ingiustizie e delle discriminazioni parlino di lavoro equità dignità e merito dell’uomo come una Istituzione di valore Universale deve testimoniare nel tempo ed oltre il tempo. La Massoneria non è un prodotto a scadenza. Ciò che scade è il mercato che sovrasta con i suoi poteri La Sapienza della Umanità. Il sapere dell’iniziato che si oppone al potere non è il gridare ma il lavoro costante e rispettoso di una testimonianza silenziosa. Una espressione che può essere lacerante nei confronti di coloro che rompono il senso della conoscenza e della solidarietà e che ha il suo senso profondo nella Parola del Maestro.
Ritroviamo il silenzio, ritroviamo il Tempio dell’Uomo, la sua intimità di Maestro e, con la calma, con la serenità, con i toni giusti, allora si potrà ragionare.
* Sommo Sacerdote del Rito di York - Massoneria Universale