lunedì 5 febbraio 2018

I Parzufim, questi sconosciuti

di Federico Pignatelli

L'autore, neo Gran Sacerdote del Capitolo Luca Venturi di Roma, è l'allievo più noto di Ivan Mosca

I Visi o Parẓufim, sono un argomento assai articolato e complesso che ha la sua genesi nello Ṣimṣum [la contrazione della prima creazione], si sviluppa con le Sephiroth Iggulim [le Sephiroth a cerchio], fiorisce quindi con la Shevirah o rottura dei vasi [la rottura delle Sephiroth Iggulim] distruzione che configura Ôlam Tohu [il mondo del Caos], matura con il conseguente e necessario Tikkun [o restaurazione] che prevede una nuova ‘rimodulazione’ o nuovo ‘arrangiamento’ delle Sephiroth che annunciano la interinclusione, ossia l’assimilazione di ogni Sephirâ nell’altra con nuove strutture ad Albero [Sephiroth Yosher (albero)] ad infinitum e finalmente i Parẓufim.
Tutti questi ‘momenti’ costituiscono insegnamenti separati dove però le nozioni di tutti concorrono complessivamente alla formulazione del Parẓuf.
Lo scritto che segue è certamente mancante e incompleto, poiché obbliga a trattare soltanto l’elemento finale (il Parẓuf) dando per scontato che tutti i ‘passaggi’ che concorrono a questo elemento siano noti al lettore.

La Qabalah formula cinque Parẓufim, termine che significa faccia o viso. A volte viene tradotto come volto, persona o personalità o ancora con configurazione, ma probabilmente la traduzione più corretta è quella dello psicologo svizzero C.G. Jung che li indica come archetipi divini.
Questo concetto metafisico, presente nello Zohar, venne sviluppato da Isaac ben Solomon Luria (1534-1572). Secondo la sua cosmogonia, dopo la catastrofe della rottura dei vasi [Shevirah] e la frantumazione della struttura primordiale della luce [le Sephiroth Iggulim], viene ricostruito un ordine cosmico con i frammenti residui attraverso cinque Parẓufim o Visi in grado di mediare tra la iper realtà divina e la manifestazione in un modo [con le Sephiroth Yosher] in cui i vasi primordiali [le Sephiroth Iggulim] non erano riusciti a fare prima.
Secondo Ḥayyim Vital (1542-1620), discepolo diretto di Isaac ben Solomon Luria, un Parẓuf è un aspetto della divinità, strutturato come se fosse una ‘persona’ provvista di 248 arti e disposta in uno schema che abbraccia contemporaneamente tutte e dieci le Sephiroth.
Secondo Moses Ḥayyim Luzatto (1707-1746), sia le Sephiroth che i Parẓufim sono costruiti da dieci luci (ognuna di esse raffiguranti le dieci Sephiroth). A loro volta ciascuna di queste dieci luci è costruita da dieci Sephiroth e così via ad infinitum. Tuttavia, quando una sola luce è illuminata in un vaso, si ha una Sephirâ, ma quando tutte le luci sono illuminate appare un Parẓuf.
Da queste definizioni emergono per il Parẓuf due nozioni metafisiche e tre condizioni che riguardano: la loro organizzazione; la Sephirâ ‘rimodulata’ dopo il Tikkun o Rettificazione come forza latente; e le Sephiroth nel loro aspetto ‘interinclusivo’.
La prima nozione metafisica che se ne estrae è che l’Essenza della Divinità è una sommatoria vettoriale di più Facce, le quali si estendono lungo tutti i livelli del creato e dell’increato, senza soluzione di continuità. La seconda è che la formulazione dei Parẓufim che potrebbe apparire come una minaccia all’Unità di Dio, ne è in realtà la testimonia, poiché l’assoluta Unità di Dio è contemporaneamente sia l’origine sia la risultante complessiva dei Parẓufim.
Essi rappresentano quindi una nozione spirituale che indica un certo ordine o leggi specifiche che aiutano a chiarire l'attività delle Sephiroth e rivelare la loro attitudini. Per tentare di avvicinarci alla loro comprensione, e fornire contemporaneamente un quadro d’insieme della loro ‘organizzazione’ considereremo ¬ la relazione esistente tra il corpo e l'anima.

Secondo la Qabalah l'anima include numerosi poteri, come quello dell'udito e quello della vista. Questi poteri si manifestano però soltanto quando sono esercitati tramite il corpo; allora il potere uditivo si rivelerà attraverso l'udito, il potere visivo negli occhi, etc. Se si considerasse il senso della vista ed il senso dell'udito a prescindere, non si potrebbe ricavare una corretta nozione della capacità dell'anima. Del resto, in che cosa consisterebbero la vista e l'udito se non fossero considerati parti del sistema del corpo umano che li collega ad un'unità integrale? Pertanto, per spiegare i Visi o Parẓufim, diremo [in maniera analogica] che il corpo umano sia un ‘concetto spirituale’ che collega tutte le forze individuali che vi agiscono ed attraverso le quali si riconosce il potere dell'anima.
Quando una Sephirâ agisce in modo indipendente, manifesta soltanto una piccola parte della proprie qualità. Ma quando le Sephiroth funzionano nel contesto del Parẓuf, la loro qualità si rivela al massimo. Per questo motivo, nel Mondo del Caos (Mondo di Tohu), quando ogni Sephirâ operava in modo indipendente, non poteva riportarsi allo stato ideale del Potere Direttivo che è il Potere Direttivo dell'Unità. La situazione cambiò soltanto dopo la fase della Shevirah, ossia dopo la «Rottura dei vasi» e il conseguente Tikkun, vale a dire dopo la «Rettificazione o Correzione» in cui le Sephiroth si evolsero o si modularono in nuovi ordinamenti, appunto strutture ad albero (Yosher) in maniera indefinita, dove si possono congiungere insieme.
Dopo la Rettificazione, a differenza della prima fase della loro evoluzione in cui ciascuna delle dieci Sephiroth includeva semplicemente un sottoinsieme completo di dieci Sephiroth come forze potenziali latenti, ora con i Parẓufim divengono completamente autonome e interrelate. Il nome di ogni Parẓuf denota che la Sephirâ da cui deriva è divenuta un sistema indipendente di dieci Sephiroth pienamente funzionanti nella struttura ad albero (Yosher).
L'unità delle Sephiroth, la loro capacità di agire in globalità nel Parẓuf, è l'essenza del Mondo della Rettificazione.
Nel Mondo del Caos le Sephiroth avevano una capacità limitata, poiché ogni Sephirâ era qualificata per servire ad un solo attributo. La Sephirâ di Yesod poteva funzionare solo nel suo attributo di Fondamento, la Sephirâ di Guebourâ serviva unicamente all'attributo di Necessità o Rigore etc. Benché ogni Sephirâ fosse costituita da tutte e dieci, nel Mondo del Caos non esisteva ‘unità’ tra le Sephiroth, per cui non c'era neanche unità tra le parti delle stesse.
In Ôlam Tikkun (il Mondo della Rettificazione) venne a determinarsi una nuova situazione, nella quale ogni Sephirâ influì globalmente su tutte le altre e in questa maniera venne ad accrescersi la capacità o il potere della Sephirâ.
Il Parẓuf (Viso) quindi è il nesso logico tra le dieci Sephiroth, rimodulate nel processo di Tikkun (Restaurazione), e contiene 613 forze .  Queste 613 forze si fondono tra le parti delle Sephiroth. Vi sono però delle Sephiroth nelle quali possono fondersi interamente queste 613 forze, e questo tipo di Sephirâ ¬ è un Parẓuf completo per sé stesso; altre volte è invece necessario il concorso di un gruppo di Sephiroth per raggiungere queste 613 forze.
Così alla sommità di questa sistemazione, anche se l’espressione non è corretta poiché i Parẓufim non debbono essere intesi come entità disposte in modo lineare uno dopo l’altro da un ipotetico alto ad un ipotetico basso; in questa sistemazione dicevamo, la Sephirâ di Kether costituirà, dopo Shevirah o la rottura dei vasi, due Parẓuf principali completi: Authiqa Iomin [l’Antico dei Giorni] dalla sua luce interna chiamata «O Pnimi» e Arikh Ànpin [il Longanime o Grande Viso] dalla sua luce esterna chiamata «O Makif». Entrambi sono insondabili e non subiscono modificazioni da qualsiasi trasformazione in atto nel creato.
Dopo questi due Parẓuf si ha dalla Sephirâ successiva, H’cmâ, ancora un Parẓuf completo, Abba [il Padre] e così anche dalla Sephirâ Binâ, Imma [la Madre] il cui accoppiamento sessuale continuo produce i due Parẓuf successivi, il primo è Ze’eir Ànpin [il Figlio, il Piccolo Viso], il quale non avendo completamente le 613 forze necessita del concorso di sei Sephiroth H’esed, Guebourâ, Thiphereth, Netzâ, Hod ed Yesod; il secondo è Nukba [Femmina o Figlia] controparte femminile di Ze’eir Ànpin che emerge dalla Sephirâ Malcouth (spesso identificata con l'aspetto femminile di Dio, la Šeķinah) e che riflette l’antica idea tradizionale secondo la quale soltanto in Ziwwuga Qadusha (unione sessuale) uomo e donna costituiscono una Unità, una «persona completa». Quando questi due ultimi Parẓuf si conoscono, le benedizioni fluiscono nel mondo. Quando invece si allontanano l'uno dall'altro, il lato oscuro guadagna potenza sul mondo. Per cui il flusso della grazia divina e la benedizione di tutta la creazione dipende da questo Ziwwuga Qadusha tra il Figlio [Ze’eir Ànpin] e la Femmina [Nukba].
Ogni Parẓuf opera in modo indipendente e interagisce con gli altri Parẓufim.
Questo possiamo dire in breve sintesi per quanto riguarda la struttura in generale.
Considerando le Sephiroth singolarmente si avrà: La prima Sephirâ, Kether è il cranio del Parẓuf. Le successive tre Sephiroth, H’cmâ, Binâ e Da’ath (Saggezza, Comprensione e Conoscenza) sono i ‘tre cervelli’ che sono figurativamente contenuti all'interno della testa. H’esed e Ghedulah (gentilezza e giudizio) sono le braccia destra e sinistra, mentre Thiphereth (Bellezza, Compassione) è il busto. Netzâ e Hod sono le due cosce e Yesod il fallo. La Sephirâ Malcouth costituisce un Parẓuf completo chiamato la «femmina (Nukba)».
Alla base di questa struttura funzionale delle Sephiroth, ognuna possiede una motivazione spirituale nascosta, interiore, che ispira la sua attività. Ciò costituisce la caratteristica peculiare della luce interiore all'interno di ogni Sephirâ.
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