venerdì 5 gennaio 2018

Kipling e il punto di rottura



Rudyard Kipling, nasce a Bombay, da genitori inglesi. Conosce molto bene l’India, l’Europa in cui viaggia come giornalista. Va anche in America. Riceve il premio Nobel a soli 41 anni ( il più giovane scrittore che abbia mai ricevuto questo riconoscimento). Quasi tutti i ragazzi, nell’adolescenza, hanno letto almeno uno dei suoi libri: Il libro della Giungla, Capitani Coraggiosi, Kim.  Appartenne ad una Loggia Massonica in India Tra i vari scritti di impronta massonica ricordo i più conosciuti: “La Loggia Madre” esprime un rimpianto caro per una appartenenza che gli manca quando è lontano dal' India; “Se” racchiude le qualità umane dell’uomo equilibrato, leggesi massone;
"Il Punto di Rottura” esprime l’amarezza di sapere che l’uomo è fallibile e destinato a soccombere anche se “si rialza” più volte nell’arco della vita. L’ha scritta dopo aver perso due figli.

Inno del punto di rottura

Precisi manuali han calcolato
(in guardia costruttori!)
il carico, l'impatto, la pressione
che può reggere ogni materiale.
Così, quando per trave che s'incurva
l'intera campata è frantumata,
la colpa dei danni, o della morte,
sul conto dell'uomo va segnata.
Dell'uomo - non dei materiali!
Ma nel nostro rapporto quotidiano
con pietra e acciaio,
noi vediamo gli Dei non vincolati
a una simile giustizia per gli umani.
Ci forgiano senza prendere misure,
non frequentano un corso su di noi,
alla cieca ci gravano di pesi.
Troppo spietati da sopportare.
Precisi manuali hanno tabelle:
quale stress lacera i bulloni,
quanto traffico logora l'asfalto,
quant'a lungo dura il calcestruzzo.
Ma per noi, poveri figli di Adamo,
non stamparono tali avvertimenti.
Per l'uso in piena sicurezza.
Rapiniamo tutta la Terra
e Tempo e Spazio insieme;
troppo sazi ormai di meraviglie
per stupirci a nuovi miracoli;
finché, nella dolce illusione
d'aver già sottomano il divino,
una multipla confusione assale
ogni cosa compiuta o ideata:
Le opere possenti progettate.
Noi soli nel Creato soffriamo
(più fortunati ponti e rotaie!)
la duplice condanna di fallire
e sapere il proprio fallimento.
Ma un segno, l'unico, svela
che fummo Dei: è la vergogna
di crollare, pur sotto pesi immani.
Gran carico o dure avversità.
Oh Potenza velata di mistero,
di cui invano cerchiamo il sentiero,
assistici nell'ora di pena e rovina.
E per quel segno che Ti manifesta,
noi gli spezzati, proprio perché spezzati,
sorgeremo ancora a costruir di nuovo.
In piedi, a costruire ancora...

Fonte