venerdì 9 dicembre 2016

Il primo giorno del mondo




È da pochissimo in libreria l’ultimo libro di Mino Gabriele. “Il primo giorno del mondo”, edito da Adelphi, che approfondisce il tema della “migrazione dei simboli”, oggetto di studio alla fine dell’Ottocento da parte di Eugène Goblet d’Alviella, storico delle religioni e interprete della tradizione massonica, che pubblicò nel 1891 un saggio intitolato proprio La migration des symboles. Trascorso oltre un secolo, Gabriele riprende il tema raccontando la sorprendente migrazione delle immagini simboliche attraverso tempi e luoghi distanti. Ne parlerà sabato 28 gennaio (ore 10:30) al Teatro il Vascello di Roma in un incontro aperto al pubblico organizzato dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente d’Italia e al quale parteciperà il Gran Maestro Stefano Bisi.

Saranno quattro storie, oggetto del libro di Mino Gabriele, ad articolare la discussione: da un bassorilievo del II secolo che rappresenta il primo giorno del mondo, con il dio orfico Phanes al centro contornato dallo zodiaco – bassorilievo al quale si ispirarono, senza mai menzionarlo, diversi artisti cinquecenteschi – alla raffigurazione di un drago immortale le cui radici risalgono fino a un antico dramma indiano; da un raro amuleto giudaico-cristiano del XVI secolo, subito condannato dalla Chiesa, alla singolare incongruenza astrale, coniugata con la teoria dei quattro elementi, del ciclo decorativo del celebre Studiolo di Francesco I de’ Medici. Gabriele propone un cammino che non ha diluito i pensieri e le idee che a quelle immagini hanno dato forma, ma ne ha anzi arricchito la trama e i concetti in spazi sempre più ampi. Fino ad oggi.


Mino Gabriele è professore presso l’Università di Udine, dove insegna “Iconografia e Iconologia”. Studioso noto per i suoi lavori sulla tradizione simbolica nell’arte e nella letteratura medievali e rinascimentali, come per le ricerche in ambito ermetico e alchemico. Ha pubblicato, fra l’altro, Il giardino di Hermes. Massimiliano Palombara alchimista e rosacroce nella Roma del Seicento (1986); Alchimia. La tradizione in Occidente secondo le fonti manoscritte e a stampa (1986); Le incisioni alchemico-metallurgiche di Domenico Beccafumi (1988); L’arte della memoria per figure (2006); Alchimia e iconologia (2008). Ha curato l’edizione di testi inediti, tra cui il ‘De la trasmutatione metallica’. Poema del XVI secolo di Antonio Allegretti (1981) e Le précieux Don de Dieu (1988); si ricordano inoltre: Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (con Marco Ariani, 1998), Corpus iconographicum di Giordano Bruno (2001), Il Libro degli Emblemi di Andrea Alciato (2009), Sui simulacri di Porfirio (2012). Dirige la collana “Multa Paucis. Opere Rare e Inedite” della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze e la rivista «Fontes. Periodico semestrale di Filologia Classica e Storia dell’Arte».

Fonte: GOI