Ci troviamo senz’altro in periodo di trasformazioni, di piccoli e grandi cambiamenti, e il detto popolare cinese che abbiamo scelto di condividere con voi ci è sembrato piuttosto appropriato. Una volta vinta la paura e superata la ritrosia, infatti, il cambiamento può essere una grandissima fonte di energia: la potenza che ci fa gonfiare le vele e conquistare nuovi orizzonti, la forza che ci fa spiegare le ali e volare lontano. Una vera opportunità, insomma, che trasforma l’energia cosmica nel carburante creativo che manda avanti la nostra evoluzione.
Tuttavia alcuni, piuttosto che utilizzarla come spinta creatrice, preferiscono “costruire muri”: un’affermazione che ci è sempre sembrata sinonimo di “resistenza” al cambiamento, di impedimento al libero flusso dell’energia. In altre parole, una valutazione in termini negativi, in una prospettiva di separazione e contrapposizione.
Eppure, in una visione complessiva, si rivelano indispensabili tanto i mulini a vento quanto i muri: i primi per produrre qualcosa di nuovo, i secondi per proteggerlo temporaneamente in attesa che maturi e dia i suoi frutti, affinché a sua volta crei qualcosa che alimenti la spinta dei mulini a vento e così via...
Potrebbe essere utile, allora, domandarci in ogni singolo istante se, per raggiungere l’obiettivo che in quel momento storico ci siamo prefissi, abbiamo bisogno di un muro o di un mulino a vento. Senza però dimenticare che i secondi sono sempre funzionali al primo e mai viceversa: la libertà dell’uomo è nel poter costruire entrambi, rinnovando ogni volta la scelta di quale gli appaia più utile in quella fase del suo percorso di crescita.
«La vita è scegliere, fare tentativi», scrive Agostino Degas ne Gli infiniti adesso dell'anima (Edizioni Spazio Interiore). «Rischiare, osare. È solo così che possiamo realizzare noi stessi e i nostri sogni. È meglio essere una piccola barca in balìa del mare in burrasca che non lo scoglio immobile che si fa consumare dalle onde del mare».
Fonte: Spazio Interiore