sabato 4 luglio 2015

4 luglio, Tiziano Busca: «Oggi non è una ricorrenza formale. Oggi ricordiamo valori fondanti il nostro stare assieme e a cui è impossibile rinunciare»



Il 4 luglio non è una data come tante. E non è una cosa che si ricorda perché è politicamente corretto. È invece l’occasione per testimoniare e rinnovare un impegno che non è di un popolo o di un altro. È un impegno dell’uomo, nella sua più radicale semplicità e intransigenza. L’intransigenza di chi non affida ad altri le proprie libertà. La libertà dal bisogno, le libertà sociali e le libertà civili che non ci rendano mai schiavi di altri uomini. Il 4 luglio è una festa americana, è il Giorno dell’Indipendenza e la dichiarazione è un documento che parla al cuore degli uomini. Può anche parlare in silenzio, come quando confessi a qualcuno qualcosa di grande. Ecco perché non è solo una festa americana. Perché in quella carta di canapa ci sono parole di una cultura che era già europea, quella dell’Illuminismo e quella dei giureconsulti e dei giusnaturalisti. Tutti gli uomini sono stati creati uguali. I loro diritti sono diritti ‘inalienabili’. Nemmeno volendo possiamo rinunciare alla nostra libertà e contro qualsiasi forma di Stato che ce le metta in discussione noi abbiamo qualcosa di fondamentale, che non sempre viene ricordato: il diritto alla resistenza, il diritto di modificare l’autorità costituita o distruggerla quando calpesta i diritti fondamentali. E capiamo bene che non sono aride questioni di diritto. Vediamo bene che dietro la ricorrenza di oggi c’è la carne, c’è il sangue, c’è il corpo. Le parole non hanno importanza quando sono solo parole. Le parole diventano fondamentali quando dietro c’è la vita. Noi oggi non ricordiamo i fatti americani. Noi oggi ricordiamo la vita. Il senso e la regola che ci siamo dati per abitare insieme. Quella composta armonia che nessuno dovrà più toccarci.

Tiziano Busca,
Sommo Sacerdote 
del Gran Capitolo dell'Arco Reale dei LLMM
in Italia - Rito di York