Un tempo, chi entrava nell’Urbe
dalla via Tiburtina si trovava dinanzi un’antica porta di pietra che aveva
scolpite due teste di toro. Quella esterna, rivolta verso la campagna, era un
lugubre teschio; l’altra, prospiciente la città, raffigurava invece un animale
vivo. Le due teste simboleggiavano i viandanti che giungevano nella Città
Eterna: affamati e stanchi nell’entrarvi, rifocillati e vigorosi nel lasciarla. Ma qual era l’aspetto di Roma
all’epoca dei Templari, e quali luoghi della città furono teatro di eventi
cruciali per la storia del leggendario Ordine? Lo si scopre nel nuovo libro di
Barbale Frale, ‘Andare per la Roma dei Templari’.
Un libro interessante per tutti i Compagni Maestri dell'Arco Reale, particolarmente per quelli a Piedilista della Gran Commenda Templare d'Italia. Leggi tutto l'articolo firmato dal Comp. Gerardo Picardo cliccando sul Link-fonte.