Carissimi Fratelli, una giornata assolata serena e passata tra i filari d’uva con amici, un attimo ed il pensiero corre a coloro che stanno vivendo, esattamente in maniera antitetica, nello stesso momento, vicino a Messina. Mi viene quasi un pò di vergogna, un piccolo malessere mi assale. Poi mi rendo conto che poco si può fare, se non richiamare a me stesso che almeno un pensiero vada a coloro che sono colpiti negli affetti e cose più care.L’eggregore, che tante volte riusciamo a trovare in Loggia, serva oggi a queste persone ed a tutti coloro che in questo momento non possono essere sereni.
Sulla riva del ruscello, un moscerino minuscolo si era addormentato. Ma dal profondo della foresta arrivò un ruggito sordo e possente. Il povero moscerino sì spaventò terribilmente. Un grande, grosso, grasso leone alla ricerca della cena, ruggiva a pieni polmoni. Il moscerino gridò indignato: “Ehilà! La volete smettere? Cos’è tutto sto trambusto? Non potete lasciar dormire in pace la brava gente? Che diritto avete di stare qui?”.Il leone sbuffò: “Che diritto? Il mio diritto! Io sono il re della foresta. Faccio quello che mi piace, dico quello che mi piace, mangio chi mi piace, vado dove mi piace, perché io sono il re della foresta!”.“Chi ha detto che voi siete il re?” domandò tranquillamente il moscerino.“Chi l’ha detto?...” ruggì il leone. “Io lo dico, perché io sono il più forte e tutti hanno paura di me”.“Ma io, tanto per fare un esempio, non ho paura di voi, quindi voi non siete re”.“Non sono re? Ripetilo se hai coraggio!”.“Certo, lo ripeto. E non sarete re se non vi battete contro di me e non vincete”.“Battermi con te?” sbuffò il leone calmandosi un pò.“Chi ha mai sentito niente di simile? Un leone contro un moscerino? Piccolo atomo insignificante, con un soffio ti mando in capo al mondo”.Ma non mandò niente da nessuna parte. Ebbe un bel soffiare e sforzarsi con tutta la forza dei polmoni. Tutto quel che ottenne fu un moscerino che faceva l’altalena sullo stelo d’erba e gridava: “Sono più forte di voi! Sono io il re!”.Allora il leone perse definitivamente il senso delle proporzioni e si buttò avanti a fauci spalancate per inghiottire il moscerino, ma inghiotti solo una zolla d’erba. E l’astuto insettino dov’era?Proprio in una narice del leone e là cominciò a solleticarlo e punzecchiarlo.Il leone sbatteva la testa contro gli alberi, si graffiava con i suoi unghioni, strepitava, ruggiva... “Oh! Il mio naso! Il mio povero naso! Pietà! Esci di lì! Sei tu il re della foresta, sei tutto quello che vuoi... Ma esci dal mio naso!” piagnucolò infine il leone.Allora il moscerino volò fuori dalla narice del leone, che mortificato e umiliato sparì nel profondo della foresta.Il moscerino cominciò a danzare di gioia: “Sono il re, re, re, re! Ho battuto un leone! L’ho fatto scappare! Sono il più forte e il più furbo, io!”.A forza di saltellare, esultando, qua e là, il moscerino non si accorse di essersi avvoltolato in qualche cosa di fine, e di leggero e di forte... dei lunghi fili bianchi, quasi invisibili tra i fili d’erba e che si attorcigliavano intorno al corpo dell’insetto, legando le sue zampe e le sue ali. Il ragno arrivò sulle sue otto zampe, borbottando: “Che bello stuzzichino per la cena ...”.Due cose sembra a me che possa questa favola insegnare: prima che il più terribile non è il più grosso nemico, come pare. E poi si può vedere che molti, che si salvano dal mare, affogano spesse volte in un bicchiere.Jean de La Fontaine
i Fratelli scrivono o suggeriscono:
da Elio Filidei:Non fare del bene, se non hai la forza di sopportare l’ingratitudine. Anonimo
da Franco Neri:Non fare del bene, se non hai la forza di sopportare l’ingratitudine.Anonimo
L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni; e così noi vediamo magia e bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi.Kahlil Gibran
Carissimi se scrivete qualcosa di vostro o trovate qualcosa di interessante per gli altri inviatemelo e lo inserirò in questa parte per voi tutte le settimane, grazie. Enrico Consonni Maestro Venerabile Loggia Ankus n. 1003all’Oriente di Caselle ▲