mercoledì 10 giugno 2009

POETA SUFI E AMICO DI D'ANNUNZIO

Fu anche massone.Sepolto a Poggioreale, la sua biografia pare un romanzo alla Dan Brown. Ce la racconta il figlio Gabriele.
Tra le rovine del cimitero di Poggioreale può accadere d’imbattersi in reliquie ine dite del patrimonio cultura­le. Sepolte dal tempo e pro vate dall’incuria, il corso della storia le ha nascoste in qualche mezzobusto del famedio, il cimitero degli uomini illustri. Uno di questi ha rotto il patto di omertà con le altre statue svelando i propri segreti. È lo scrittore Jusuf Ro­berto Mandel, raffigurato nella statua posta tra quelle di Benedetto Croce e di Vincenzo Gemito. Di discendenza turco-afghana, nacque a Treviso nel 1895 e morì a Napoli nel 1963. Esponente del sufismo, corrente mistica del l’Islam, fu autore de Il Cantico dei cieli, primo poema sufi scritto in italiano. A svelarci nuovi particolari sulla sua vita e sul suo legame con Napoli è il figlio Gabriele Mandel, maestro della Confraternita sufi Jerrahi-Halveti. Il suo rac conto è un intreccio di vicende straor dinarie su massoneria e sufismo che include personaggi come Gabriele D’Annunzio, il generale Pietro Badoglio e Benito Mussolini. Per andare a leggere tutto l’articolo di Rosa Lella pubblicato su corrieredelmezzogiorno.it Clikka qui.