Così ci scrive ”Hiram Abif” e pensiamo di fargli e farci cosa gradita allargando la sua diffusione fra i Fr.lli di questa bella Tavola.
“Cari fratelli siamo stati invitati in 28 settembre dalla R.L. G. Mazzini di Caltanissetta, per i festeggiamenti dell'equinozio d'autunno.
Che dirvi ........giornata straordinaria, grande accoglienza, il sole settembrino ha accompagnato i ns. passi e riscaldato i ns. cuori.
La cosa che ci ha colpito di più è stata la capacità organizzativa dei fratelli NISSENI, in questo luogo meraviglioso sono stati capaci di creare una piccola Gran Loggia, momento straordinario la sospensione dei lavori e l'ingresso nel tempio (allestito in maniera ineccepibile) dei profani ( mogli figli parenti ).
Tra le colonnne Fr.lli di diverse regioni d'italia. Grande rispetto della ritualità all'Oriente diverse cariche istutuzionali ... Grazie fratelli NISSENI ci avete ridato l'orgoglio massonico”.
P.S. vogliamo condividere con Voi tutti la tavola del giovane oratore il Fr.llo Saverio B.
Excursus sul valore dell'Equinozio per un Massone del Fr:. Saverio B.
Signore e Signori, Fratelli tutti, prima di cominciare la lettura di questo breve excursus sul valore dell'equinozio per un Massone, rivolgo un augurio di rapida guarigione al fratello Bent P., che cerco di sostituire, senza mai uguagliarlo, nel miglior modo possibile.
Il tema dell'equinozio ha innumerevoli risvolti è può essere affrontato da mille diverse prospettive.
Innumerevoli sono i libri che trattano l'argomento e ad essi rimando il lettore che voglia approfondirne gli aspetti religiosi, astronomici o simbolici, io cercherò di spiegare esclusivamente a tutti voi quale sia il valore di quest'evento per me massone e, spero per tutti i fratelli.
Quando per la prima volta ho festeggiato l'equinozio ho percepito un senso di continuità, quasi di eternità, sentivo che prima di me e sicuramente dopo la mia breve permanenza in questo mondo l'equinozio si sarebbe continuato a festeggiare.
Questa continuità che si percepisce è un legame che ti rende forte, ti fa osare e ti consente di aspirare a raggiungere mete, prima impensabili.
È come se si continuasse imperterriti a costruire ed ampliare una strada con la certezza che chi verrà dopo di noi non l'abbandonerà e che anzi la espanderà ancor di più.
Questa sensazione di per sé incomunicabile, trova riscontro nella storia poiché si può immediatamente constatare che non v'è popolo del passato o del presente che non ricordi o festeggi direttamente o indirettamente l'evento.
Si parta dai Magi che si riunivano nel segreto dei loro templi per gli equinozi che, dopo i riti, procedevano alla conservazione delle vettovaglie per poi distribuirle nelle carestie.
Si prosegua con gli Egiziani che usavano sottoporsi a prove rituali nel corso degli equinozi allo scopo di perseguire l'Ahura Mazdao ( il bene supremo) e dare a tutti gli Egiziani prosperità.
Quella che ho indicato è la linea dell'oro bianco, del Sale, che consente di conservare per consumare nella carestia.
Gli Iniziati erano gli unici che perfettamente conoscevano i processi di conservazione attraverso la salificazione e con questi assicuravano ai defunti l'immortalità ed al popolo tutto la sopravvivenza.
Solo loro sapevano quando operare il "Miracolo" solo loro sapevano come operarlo.
Tutti gli Iniziati hanno quindi da sempre cercato d'aiutare i deboli, gli indifesi e i bisognosi con forme e modi diversi nel tempo e sempre hanno cercato di estendere il bene supremo a tutti, lottando spesso contro le disposizioni dei tiranni che non volevano sostenere il peso dei più deboli o che, con altre parole, volevano mantenere pura la razza.
Io come massone coglievo aspetti spirituali che allora dovevo comprendere e razionalizzare. Percorrendo la strada iniziatica, ne ho colto alcuni, aspetti che mi sforzerò, per quando possibile, di esporvi.
L'equinozio sembra ricalcare il momento della creazione quando, afferma la Bibbia, furono separate le tenebre dalla luce.
Fu una separazione netta è precisa che divise l'unità indistinta.
Fu anche di breve durata, solo in quell'attimo le forze sono perfettamente equilibrate, da quel momento le forze naturali di conflingenza-composizione (Tenebre < > Luce) tentarono di sopraffarsi l'un con l'altra.
L'equinozio d'autunno anticipa all'animo del Massone quella carenza di energia esterna che non può consentire alla vita di esplodere e pur tuttavia lo induce a preparare e consolidare, trovando le energie dentro di sé, tutte quelle forze che esploderanno con l'equinozio d'estate all'energia dirompente del sole.
Dall'equinozio d'autunno si diparte un periodo di quiete e di silenzio che nella meditazione e nel lavoro darà i suoi più bei frutti dopo l'equinozio d'estate.
Si verifica per l'uomo ciò che accade al seme nella terra: nell'umido, nel silenzio e nell'ombra marcirà per rinascere a nuova vita.
Il caldo cumulato dalla terra nel corso della buona stagione proteggerà il seme dal ghiaccio dell'inverno.
Ecco spiegarsi l'analogia del seme alla mente dell'uomo.
Mente che nel silenzio elabora pensieri segreti, che morti nel suo interno riserbo, potranno generare concetti immortali ed imperituri.
Questo lavoro diuturno fatto di continue morti e resurrezioni, di rettifiche sofferte del proprio pensiero può condurre il Massone a mete spesso condivise solo dopo aspre opposizioni e persecuzioni.
La calda terra difensora del seme minacciato dal ghiaccio dell'inferno simboleggia, invece la solidarietà dell'uomo pronto a soccorrere gli altri uomini.
Nel segreto dei nostri templi sono nate e si sono sviluppate idee che in origine furono considerate sovversive, rivoluzionarie o eretiche.
Si pensi a Giordano Bruno, morto sul rogo; Ci si rammenti dei Carbonari, fratelli Massoni, che diedero la vita per la patria; Si pensi, in fine, ai fratelli che si opposero alla dittatura Fascista perdendo la vita eroicamente o nell'anonimato e tra gli stenti.
Non c'è campo dell'arte, della musica, della scienza o della tecnica dove non si evidenzi la fulgida personalità d'un fratello massone: Totò, Mozarth, Stanlio, ecc. … sono solo alcuni.
Il ghiaccio dell'inverno oggi si palesa nello spettro della recessione economica, sempre più intorno a noi vediamo gente, fratelli in difficoltà, senza ben sapere cosa fare.
È giunto il momento d'imitare la terra; d'usare il calore che abbiamo raccolto nell'estate precedente per soccorrere chi si trova in difficoltà minacciato dal freddo della povertà.
Non lasciamoci spingere dalla tentazione di aggredire chi, in passato, ha profittato della situazione, impediamo che si possa di nuovo verificare, fermiamo ogni spreco e prima di tutto aiutiamo chi è in difficoltà.
Fratelli ricorriamo a quella solidarietà che da sempre troneggia nei nostri templi e che in passato ha fermato i fratelli iniziati dal gettare dalle rupi i figli deformi.
Applichiamo quell'uguaglianza che non ci fa preferire alcuno a scapito di altri.
Solo così mostreremo d'aver appreso.
Solo così, a mio sommesso avviso, potremo dirci Massoni.
È il tempo di esaltare il femminile, è il tempo della coagulazione e del ferro che prende forma.
L' Athanor è spento, si sta raffreddando è il metallo non può essere plasmato.
Volendo meglio spiegare quest'impalpabile energia animica che si effonde negli equinozi prenderò in prestito le parole del fratello Salvatore Quasimodo che certamente conoscendo i principi ermetici espresse quest'energia nella famosa poesia "Oggi ventuno marzo".
Prima di lasciare la parola al fratello Quasimodo, rammento che L'autore voleva estrinsecare l'eguaglianza degli opposti evidenziandone la differenza di grado.
Voleva, in altre parole, descrivere la quiete dell'equinozio d'autunno attraverso l'irruenza e la forza bruta dell'equinozio d'estate.
Se da un lato, dunque, udrete "oggi 21 marzo entra l'Ariete nell'equinozio" voi ribalterete il concetto pensando: "Oggi 21 Settembre entra la Vergine nell'equinozio".
Nel silenzio delle nostra mente cerchiamo di cogliere l'essenza di questo giorno, semplicemente ribaltando, mentre le ascoltiamo, le strofe di questa poesia, alla luce del principio ermetico d'uguaglianza tra il sopra e il sotto e tra gli opposti.
Oggi ventuno marzo
entra l'Ariete nell'equinozio
e picchia la sua testa maschia
contro alberi e rocce,
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d'inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull'ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida
quasi verde e non rifiuta
l'avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s'incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scrosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinte dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.
(S.Quasimodo)
Chiudo senza commenti lasciando che i nostri pensieri si rettifico e ci consentano di rinvenire e raggiungere la verità e la luce.
Con queste parole voglio dirvi che queste sono le disposizioni e le linee di tendenza d'ogni Massone che, come ogni uomo, incassa le sue vittorie, subisce le sue sconfitte e, a volte, non può, spero mai non voglia, raggiungere quanto si è ripromesso: Solidarietà, Uguaglianza e Fraternità.
Meditiamo Fratelli nella quiete e nel silenzio del tempo che verrà, ma, com'è nel nostro motto, agiamo per dare solidarietà a tutti gli uomini nostri fratelli a noi uguali. (Fr:. Saverio B.)
“Cari fratelli siamo stati invitati in 28 settembre dalla R.L. G. Mazzini di Caltanissetta, per i festeggiamenti dell'equinozio d'autunno.
Che dirvi ........giornata straordinaria, grande accoglienza, il sole settembrino ha accompagnato i ns. passi e riscaldato i ns. cuori.
La cosa che ci ha colpito di più è stata la capacità organizzativa dei fratelli NISSENI, in questo luogo meraviglioso sono stati capaci di creare una piccola Gran Loggia, momento straordinario la sospensione dei lavori e l'ingresso nel tempio (allestito in maniera ineccepibile) dei profani ( mogli figli parenti ).
Tra le colonnne Fr.lli di diverse regioni d'italia. Grande rispetto della ritualità all'Oriente diverse cariche istutuzionali ... Grazie fratelli NISSENI ci avete ridato l'orgoglio massonico”.
P.S. vogliamo condividere con Voi tutti la tavola del giovane oratore il Fr.llo Saverio B.
Excursus sul valore dell'Equinozio per un Massone del Fr:. Saverio B.
Signore e Signori, Fratelli tutti, prima di cominciare la lettura di questo breve excursus sul valore dell'equinozio per un Massone, rivolgo un augurio di rapida guarigione al fratello Bent P., che cerco di sostituire, senza mai uguagliarlo, nel miglior modo possibile.
Il tema dell'equinozio ha innumerevoli risvolti è può essere affrontato da mille diverse prospettive.
Innumerevoli sono i libri che trattano l'argomento e ad essi rimando il lettore che voglia approfondirne gli aspetti religiosi, astronomici o simbolici, io cercherò di spiegare esclusivamente a tutti voi quale sia il valore di quest'evento per me massone e, spero per tutti i fratelli.
Quando per la prima volta ho festeggiato l'equinozio ho percepito un senso di continuità, quasi di eternità, sentivo che prima di me e sicuramente dopo la mia breve permanenza in questo mondo l'equinozio si sarebbe continuato a festeggiare.
Questa continuità che si percepisce è un legame che ti rende forte, ti fa osare e ti consente di aspirare a raggiungere mete, prima impensabili.
È come se si continuasse imperterriti a costruire ed ampliare una strada con la certezza che chi verrà dopo di noi non l'abbandonerà e che anzi la espanderà ancor di più.
Questa sensazione di per sé incomunicabile, trova riscontro nella storia poiché si può immediatamente constatare che non v'è popolo del passato o del presente che non ricordi o festeggi direttamente o indirettamente l'evento.
Si parta dai Magi che si riunivano nel segreto dei loro templi per gli equinozi che, dopo i riti, procedevano alla conservazione delle vettovaglie per poi distribuirle nelle carestie.
Si prosegua con gli Egiziani che usavano sottoporsi a prove rituali nel corso degli equinozi allo scopo di perseguire l'Ahura Mazdao ( il bene supremo) e dare a tutti gli Egiziani prosperità.
Quella che ho indicato è la linea dell'oro bianco, del Sale, che consente di conservare per consumare nella carestia.
Gli Iniziati erano gli unici che perfettamente conoscevano i processi di conservazione attraverso la salificazione e con questi assicuravano ai defunti l'immortalità ed al popolo tutto la sopravvivenza.
Solo loro sapevano quando operare il "Miracolo" solo loro sapevano come operarlo.
Tutti gli Iniziati hanno quindi da sempre cercato d'aiutare i deboli, gli indifesi e i bisognosi con forme e modi diversi nel tempo e sempre hanno cercato di estendere il bene supremo a tutti, lottando spesso contro le disposizioni dei tiranni che non volevano sostenere il peso dei più deboli o che, con altre parole, volevano mantenere pura la razza.
Io come massone coglievo aspetti spirituali che allora dovevo comprendere e razionalizzare. Percorrendo la strada iniziatica, ne ho colto alcuni, aspetti che mi sforzerò, per quando possibile, di esporvi.
L'equinozio sembra ricalcare il momento della creazione quando, afferma la Bibbia, furono separate le tenebre dalla luce.
Fu una separazione netta è precisa che divise l'unità indistinta.
Fu anche di breve durata, solo in quell'attimo le forze sono perfettamente equilibrate, da quel momento le forze naturali di conflingenza-composizione (Tenebre < > Luce) tentarono di sopraffarsi l'un con l'altra.
L'equinozio d'autunno anticipa all'animo del Massone quella carenza di energia esterna che non può consentire alla vita di esplodere e pur tuttavia lo induce a preparare e consolidare, trovando le energie dentro di sé, tutte quelle forze che esploderanno con l'equinozio d'estate all'energia dirompente del sole.
Dall'equinozio d'autunno si diparte un periodo di quiete e di silenzio che nella meditazione e nel lavoro darà i suoi più bei frutti dopo l'equinozio d'estate.
Si verifica per l'uomo ciò che accade al seme nella terra: nell'umido, nel silenzio e nell'ombra marcirà per rinascere a nuova vita.
Il caldo cumulato dalla terra nel corso della buona stagione proteggerà il seme dal ghiaccio dell'inverno.
Ecco spiegarsi l'analogia del seme alla mente dell'uomo.
Mente che nel silenzio elabora pensieri segreti, che morti nel suo interno riserbo, potranno generare concetti immortali ed imperituri.
Questo lavoro diuturno fatto di continue morti e resurrezioni, di rettifiche sofferte del proprio pensiero può condurre il Massone a mete spesso condivise solo dopo aspre opposizioni e persecuzioni.
La calda terra difensora del seme minacciato dal ghiaccio dell'inferno simboleggia, invece la solidarietà dell'uomo pronto a soccorrere gli altri uomini.
Nel segreto dei nostri templi sono nate e si sono sviluppate idee che in origine furono considerate sovversive, rivoluzionarie o eretiche.
Si pensi a Giordano Bruno, morto sul rogo; Ci si rammenti dei Carbonari, fratelli Massoni, che diedero la vita per la patria; Si pensi, in fine, ai fratelli che si opposero alla dittatura Fascista perdendo la vita eroicamente o nell'anonimato e tra gli stenti.
Non c'è campo dell'arte, della musica, della scienza o della tecnica dove non si evidenzi la fulgida personalità d'un fratello massone: Totò, Mozarth, Stanlio, ecc. … sono solo alcuni.
Il ghiaccio dell'inverno oggi si palesa nello spettro della recessione economica, sempre più intorno a noi vediamo gente, fratelli in difficoltà, senza ben sapere cosa fare.
È giunto il momento d'imitare la terra; d'usare il calore che abbiamo raccolto nell'estate precedente per soccorrere chi si trova in difficoltà minacciato dal freddo della povertà.
Non lasciamoci spingere dalla tentazione di aggredire chi, in passato, ha profittato della situazione, impediamo che si possa di nuovo verificare, fermiamo ogni spreco e prima di tutto aiutiamo chi è in difficoltà.
Fratelli ricorriamo a quella solidarietà che da sempre troneggia nei nostri templi e che in passato ha fermato i fratelli iniziati dal gettare dalle rupi i figli deformi.
Applichiamo quell'uguaglianza che non ci fa preferire alcuno a scapito di altri.
Solo così mostreremo d'aver appreso.
Solo così, a mio sommesso avviso, potremo dirci Massoni.
È il tempo di esaltare il femminile, è il tempo della coagulazione e del ferro che prende forma.
L' Athanor è spento, si sta raffreddando è il metallo non può essere plasmato.
Volendo meglio spiegare quest'impalpabile energia animica che si effonde negli equinozi prenderò in prestito le parole del fratello Salvatore Quasimodo che certamente conoscendo i principi ermetici espresse quest'energia nella famosa poesia "Oggi ventuno marzo".
Prima di lasciare la parola al fratello Quasimodo, rammento che L'autore voleva estrinsecare l'eguaglianza degli opposti evidenziandone la differenza di grado.
Voleva, in altre parole, descrivere la quiete dell'equinozio d'autunno attraverso l'irruenza e la forza bruta dell'equinozio d'estate.
Se da un lato, dunque, udrete "oggi 21 marzo entra l'Ariete nell'equinozio" voi ribalterete il concetto pensando: "Oggi 21 Settembre entra la Vergine nell'equinozio".
Nel silenzio delle nostra mente cerchiamo di cogliere l'essenza di questo giorno, semplicemente ribaltando, mentre le ascoltiamo, le strofe di questa poesia, alla luce del principio ermetico d'uguaglianza tra il sopra e il sotto e tra gli opposti.
Oggi ventuno marzo
entra l'Ariete nell'equinozio
e picchia la sua testa maschia
contro alberi e rocce,
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d'inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull'ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida
quasi verde e non rifiuta
l'avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s'incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scrosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinte dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.
(S.Quasimodo)
Chiudo senza commenti lasciando che i nostri pensieri si rettifico e ci consentano di rinvenire e raggiungere la verità e la luce.
Con queste parole voglio dirvi che queste sono le disposizioni e le linee di tendenza d'ogni Massone che, come ogni uomo, incassa le sue vittorie, subisce le sue sconfitte e, a volte, non può, spero mai non voglia, raggiungere quanto si è ripromesso: Solidarietà, Uguaglianza e Fraternità.
Meditiamo Fratelli nella quiete e nel silenzio del tempo che verrà, ma, com'è nel nostro motto, agiamo per dare solidarietà a tutti gli uomini nostri fratelli a noi uguali. (Fr:. Saverio B.)