Ancora una testimonianza, forte e fraterna, a ricordarci il Fr.llo e Comp. Guido Malos.
Ho dovuto aspettare che passasse un pò di tempo perché pensare di essere senza Guido non mi sembrava vero, neppure quando ero di fronte a lui alle sue esequie.
Guido era con noi e sicuramente sorrideva, con quel suo sorriso sornione che tutti conosciamo, commentando quanto stava accadendo in quella piccola chiesa.
Era una sua tipicità, ma non per pettegolezzo, a cui qualcuno potrebbe malignamente pensare, ma perché ci conosceva tutti.
Aveva intuito il carattere di ognuno di noi, le nostre peculiarità e le nostre debolezze ma non lo dava a vedere se le teneva per se: per brontolare con chi non si comportasse correttamente o, come nella maggior parte dei casi, per aiutare chi avesse una necessità.
Si metteva a disposizione senza fare differenze perché noi eravamo per lui una parte della sua famiglia.
Ultimamente era preoccupato perché stanco: la sua mamma lo occupava molto e lui non si sentiva più in grado di darci quanto per tanto tempo ci aveva dato.
Brontolava più spesso e mi rammarico di non aver capito il segnale che lui ci mandava.
Ora non posso neanche più chiedergli scusa, spero che lui, lassù dall’Oriente Eterno, mi dia una pacca sulle spalle e continui a sorridermi nello stessa semplice e fraterna maniera.
Malgrado la distanza era per me un riferimento costante, come prima lo era stato Mino, al quale si era sostituito come voler prendere in mano il testimone dell’amicizia e della fratellanza, a Guido io ero molto legato.
In questi giorni, con molto piacere, ho sentito e visto molte testimonianze dell’affetto che lui ha distribuito e che gli sta, meritatamente, ritornando. Poiché molto a dato alla Massoneria ed in particolare al Rito di York vorrei lanciare un appello a tutti voi e chi può se ne faccia carico.
Non dimentichiamo Guido, non ricordiamolo solo in questo momento, perché lui è stato quello che è stato sino all’ultimo, brontolone, ma pronto a non disturbare, persino nella sua morte, infatti ci ha detto: “sono stanco, vado in ferie, è tanto che non le faccio, vi saluto”.
Allora non mi resta che scrivere una preghiera che ho trovato e che Guido ci leggerebbe con quel suo tono scanzonato ma pieno del suo più grande sentimento: l’Amicizia.
"Se mi ami non piangere! Se tu conoscessi il mistero immenso del cielo dove ora vivo, se tu potessi vedere e sentire quello che io vedo e sento in questi orizzonti senza fine, e in questa luce che tutto investe e penetra, tu non piangeresti, se mi ami. Qui si è ormai assorbiti dall'incanto di Dio, dalle sue espressioni di infinità bontà e dai riflessi della sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole e fuggevoli al confronto. Mi è rimasto l'affetto per te una tenerezza che non ho mai conosciuto, sono felice di averti incontrato nel tempo, anche se tutto era allora così fugace e limitato. Ora l'amore che mi stringe profondamente a te, è gioia pura e senza tramonto. Mentre io vivo nella serena ed esaltante attesa del tuo arrivo tra noi, tu pensami così! Nelle tue battaglie, nei tuoi momenti di sconforto e di solitudine, pensa a questa meravigliosa casa, dove non esiste la morte, dove ci disseteremo insieme, nel trasporto più intenso alla fonte inesauribile dell'amore e della felicità. Non piangere più, se veramente mi ami! Belle parole Guido, che cercherò di mettere in pratica, ma sappi che mi manchi! " Il tuo fratellone Enrico.