giovedì 9 luglio 2020

Massoneria e Cabala. La lettera Kaf

di Luca Delli Santi



La Kaf indica ciò che è curvo ed inclinato, la radice del nome è kapha, incurvare, incrinare, la parola viene usata nelle Scritture per indicare questo concetto, Ezechiele 1:7 “e l’incarnatura ( Kaf ) dei loro piedi era come l’incarnatura dei piedi di un bue” siamo nel punto in cui descrive le la visione delle quattro chaiot, in Numeri 7:14 “ una coppa (kaf ) d’oro di dieci sicli piena d’incenso”.
La parola kaf indica anche la roccia, la pietra, l’elemento su cui si svolge il lavoro del libero muratore, quella roccia impura che dovrà essere scolpita e lavorata pazientemente sino a diventare pietra levigata.
La ghematria, il numero venti, contiene in se significati esoterici molto articolati ed è possibile trovarvi elementi assai diversi, talvolta viene considerato nefasto in quanto implica una contrapposizione fra opposti, due elementi denari, in se completi, si scontrano non trovando sintesi, a livello più elevato però Yod Yod è considerato un’abbreviazione di Hashem, il nome divino ineffabile che viene letto pronunciando la parola Adonai.
Il nome  Kaf si ottiene scrivendo la lettera Kaf insieme alla lettera Pe, otteniamo così la ghematria 100 il valore della parola Kelim, il cui significato letterale è vaso, recipiente, ricettacolo. Abbiamo già avuto modo di descrivere come nella cosmologia cabalistica la dialettica or, luci e kelim, vasi svolga un ruolo fondamentale nel processo creativo ed evolutivo del cosmo. Il ricettacolo a cui ci richiama il valore ghematrico del nome kaf è il libero muratore stesso. Il primo lavoro che “l’edificatore dello spirito” è chiamato a svolgere è proprio quello di farsi vaso da riempire con le conoscenze che potrà acquisire via via che i lavori muratori si svolgono, avanzando di grado questa capacità rimane essenziale, è la predisposizione a ricevere la luce cioè conoscenza e sapienza.
L’antico ideogramma della kaf rappresentava una mano tesa nell’atto di ricevere. L’atto del libero muratore che esige il giusto compenso maturato grazie al lavoro nelle cave fra i compagni, come avviene nel rituale di Maestro del Marchio. Ricevere viene anche inteso nel senso di accogliere il fratello libero muratore, prestargli soccorso o renderlo partecipe di un momento conviviale o di serenità. E’ la vibrazione della predisposizione alla condivisione, una condivisone riservata a chi è congiunto nel vincolo della fraternità iniziatica, la mano della kaf è anche quella che dà il toccamento che consente di riconoscersi fra pari, membri della Corporazione.
La curvatura della kaf è anche l’umiltà, ci ricorda, ancora una volta, che per l’iniziato è un valore riconoscere i limiti della propria conoscenza, oltretutto questo renderà più proficuo il lavoro per se stessi e per i propri fratelli.
Riguardo l’essere umano la Kaf è la forza del destino, il potenziale dell’agire, la forza di irraggiamento dell’energia di un individuo, la capacità di trarre i meritati frutti dal proprio lavoro.
Nel macrocosmo la kaf è l’agire dello Spirito che si manifesta concretizzandosi nella materia, nella realtà dei fenomeni che possiamo percepire con l’uso dei sensi.
Il Talmud narra che la forma di questo segno è composta da tre aste collegate che si uniscono in quanto terminano con tre angoli arrotondati. Si tratta di un  simbolo delle tre Corone: la Keter Torah, la Corona della Torah, la Keter Kehunah, la Corona del Sacerdozio e la Keter Malkuth, la Corona della Regalità.
La kaf è la lettera con cui inizia la parola Keter il nome della prima sephira dell’Albero della Vita, le tre Corone sono simboleggiate ciascuna da una delle tre linee, la prima quella della Torah è la linea superiore, quella del Sacerdozio è la linea verticale intermedia, quella della Regalità è la linea inferiore.
La linea corrisponde alla lettera Vav, le tre linee sommate insieme ci danno quindi la parola Chaià  ( Cheit/Yod ), la Vita, la kaf è il glifo la cui forma custodisce la radice la forza vitale. Le tre Corone ci rammentano anche che spirito e materia sono un'unica realtà, lo strumento per possedere questa verità è la conoscenza del legame che unisce la Corona e la Regalità, Keter e Malkuth. Naturalmente, nella prospettiva cabalistica, le chiavi per dischiudere questo segreto, per trarre frutto dal “ lavoro della mano” rappresentato dalla kaf, sono nella Torah, l’acqua superiore della conoscenza.