giovedì 9 luglio 2020

Vita d'artista, la mostra di Roberto Kunstler. Disegni di un poeta

di Massimo Ricciuti*



Old times. Una magia senza tempo. Ecco che da antichi quaderni preziosi intensi di versi, di schizzi, di abbozzi di canzoni e diari privati… ecco prendere forma i quadri, i disegni attualmente esposti presso la Galleria Incinque Open Art Monti (a cura di Monica Cecchini e Jonathan Giustini) in via della Madonna dei Monti 69 a Roma. Ecco che entro in un mondo magico, intriso di passione. Il mondo di Roberto Kunstler, cantautore e poeta. Tra i più raffinati dei nostri tempi. Da sempre. Kunstler, Artista. La mostra dei disegni di Roberto ha proprio questo titolo Vita d’Artista. Titolo di un brano che ha un sapore kleitzmer, yiddish probabilmente. Parliamo di un artista che sa donare se stesso con discrezione, un artista che non ama esporsi. Specialmente oggi, in un mondo dove regna l’apparenza, Kunstler preferisce mettere alle pareti dei disegni originali. Disegni che non esistevano concretamente prima dell’incontro con l’amico e scrittore Jonathan Giustini. Disegni che chi scrive ha visto nascere con tecnica a carboncino e farsi poesia. Da dicembre quell’idea partorita da un incontro tra amici ha preso vita, da un libro passato sotto il tavolo con i versi e le poesie di Roberto. In quel libro (Cantiere. Di Felice ed.) già vi erano riprodotti alcuni disegni. Intorno a quei disegni i versi di quelle che sarebbero diventate alcune tra le canzoni più importanti e conosciute di Kunstler. “Nasce prima il testo o la musica?”, usa chiedersi questa eterna e sciocca domanda. Noi invece ci interroghiamo sull’atto della nascita di un parto gemellare multiplo, che vede insieme versi, disegni, musica e sensazioni. Si tratta di opere uniche, offerte a prezzo popolare per permettere all’arte di vivere questi mesi pandemici e di poter affermare che vivere d’arte è cosa durissima. Un mestiere a cui sei chiamato. Non puoi scegliere di diventare un artista. Se sei nominato non puoi sottrarti. E non puoi sottometterti ad altro che non sia ascolto.  Ecco che quello che puoi fare è affinare le tue antenne e assorbire antichi richiami o futuribili visioni. Una veggenza che non è preveggenza ma visione di ciò che non è percepibile ai soli occhi. È un dono che pochissimi hanno. Sono i co-veggenti. Eletta schiera che si muove impalpabile e che si riconosce da lontano. I co-veggenti parlano la stessa lingua, una lingua strana ai più, perché è una lingua che in sé tutto comprende. Soprattutto il silenzio. Una Babele al contrario. Entro a far visita ai miei amici in un caldo pomeriggio di luglio. Mi accorgo che malgrado siamo stati in quotidiano contatto in questi mesi di forzata distanza il mondo è cambiato. Da quei primi schizzi sono nate oltre quattrocentocinquanta opere. Ma una accurata scelta, una selezione elaboratissima, ne ha privilegiate un numero di alcune decine oggi esposte e in vendita. Sono state sistemate seguendo un criterio narrativo e sentimentale. Nelle opere di Roberto Kunstler c’è roba di altri tempi, come afferma Jonathan Giustini (lo scrittore più sensibile che abbia mai conosciuto). È la regola del bianco e nero. E delle infinite sfumature che legano i due colori. Le due facce opposte di questa moneta. Una moneta rara che non si baratta. Perché è talmente preziosa che non vale. Non ci compri neanche una birra. Però vale tutta una vita. Unica e irripetibile. Il bianco e il nero. C’è tutto dentro. È l’essenziale. Non serve altro. A Roberto non piacciono gli eccessi, i fronzoli. Niente flash, please.  Cosa c’è in questi disegni se non le estreme variabili di un self portait che si declina all’infinito. Sapienza di tecnica che proviene dall’ascolto dell’assoluto e che dall’assoluto riporta il sapore. Fotogrammi di una sceneggiatura dell’anima. Una sceneggiatura in bianco e nero, appunto. In questa galleria si parlerà per tutto il mese di luglio di “vivere d’arte”. Ogni giorno un ospite funge da interlocutore e ragiona insieme a noi sul tema. Poeti, pittori, musicisti… nessuna distinzione. Da Flavio Giurato, Renzo Zenobi e Sergio Cammariere a Antonio Rezza, Michele Caccamo, Peppe Voltarelli , Anna Corcione e tantissimi altri. Tanti quanto i giorni di un mese. Anzi di più. Roberto si nasconde tra il pubblico. Oppure prende la chitarra e con Vanessa Cremaschi si produce in una performance della canzone che dà il titolo al concept in modo teatrale, volutamente rocambolesco e picaresco. C’è tempo fino al 31 luglio. Prenotatevi con una mail a incinqueopenartmonti@gmail.com .

Da sottolineare l’elegantissimo volumetto Vita d’Artista (Un ragionare al margine dei disegni di Roberto Kunstler) di Jonathan Giustini e edito da Arsenio ed. Giustini è scrittore magico, critico cinematografico, esperto di arte e di musica. Un co-veggente che ha preso per mano Roberto lungo il percorso che da casa sua lo ha portato in galleria. Ha fatto uscire i disegni dagli antichi taccuini e ha seguito Roberto in questa nuova, l’ennesima, avventura. Un libro che bisogna toccare delicatamente. Sfogliandolo con rispetto. Leggendo le parole di Jonathan come fosse un audio book. Il libro contiene parte dei disegni esposti. È uno scrapbook, come lo era Cantiere. Ma qui l’intenzione è raccontare un esperienza a bassa voce. Di notte. Come si ascoltano le parole calde di una radio. 

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