lunedì 22 luglio 2019

Bino Binazzi e la Massoneria

di Roberto Galimberti



Nato a Figline Valdarno (Firenze) nel 1878, poeta e prosatore,frequentò il liceo di Arezzo ed avviò gli studi superiori a Firenze ma,a causa delle difficoltà finanziarie della famiglia, proseguì come autodidatta. Insegnò presso vari collegi, tra cui il Cicognini di Prato, e scrisse i primi libri di versi "Eptacordo" (1907), "Canti sereni" (1909), "Turbini primaverili" (1910), "Oltre il dolore" (1911).
Iniziato Massone nella Loggia "Intelligenza e Lavoro" di Prato il 17 luglio 1906, fu elevato al grado di Maestro il 18 giugno 1921.
Abbandonato l'insegnamento si dedicò all'attività giornalistica prima come redattore del fiorentino "Fieramosca" poi del "Giornale del mattino" di Bologna, su cui si farà portavoce dell'interventismo allineandosi con le posizioni del gruppo futurista fiorentino. Divenne amico di Palazzeschi, Papini e Soffici sposando nel futurismo gli aspetti meno retorici e altisonanti a tutto vantaggio di una rinnovata capacità di immergersi nel tempo a lui contemporaneo. Nel 1916, a Bologna, fondò con Francesco Meriano la rivista "La Brigata" dove appaiono i versi che saranno poi raccolti ne "La vita della ricchezza", la sua opera più significativa. pubblicata da Vallecchi nel 1919. Il fascismo lo vide in un primo momento tra i suoi seguaci ma l'uccisione di Matteotti (1924) lo allontanò dall'ideologia imperante e lo consegnò ad un isolamento culturale accentuato anche da una serie di disgrazie familiari. Dopo la morte, avvenuta a Prato nel 1930, la sua produzione poetica viene raccolta nel volume "Poesie" (1934) con un introduzione di Soffici. Postuma è anche la raccolta dei saggi "Antiche, moderni e altro" (1941)