venerdì 20 novembre 2015

La Tavola Rotonda di Artù

di Valentina Marelli



Esiste una Leggenda che accomuna tutti i cercatori del Graal, una leggenda che conosciamo fin dall'infanzia, ne siamo talmente impregnati che quasi non ce ne rendiamo conto, ci riaffiora nella mente quando per casualità ci troviamo a percorrere le strade della conoscenza, come quando ad esempio ci capita di collaborare con una Associazione culturale come il Clan Sinclair Italia, ecco è proprio in quei momenti, quando ad esempio ti imbatti continuamente nei cosi detti “Cicli Arturiani”, bene allora ecco che quella strana sensazione di familiarità nei confronti di quegli argomenti si fa più forte e decisa, ed è proprio allora che ad un certo punto, come in una epifania, colleghi tutto, e ti riaffiora alla mente il ricordo della tua mamma che ti raccontava da bambino la Favola di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda.

Re Artù, i suoi Cavalieri, la spada nella roccia sono concetti con i quali abbiamo familiarità fin dall'infanzia ma che abbiamo sempre catalogato come delle favole, racconti inventati al solo scopo di rallegrare dei bambini, chi non ricorda il fantastico cartone della Disney “La Spada Nella Roccia”?
In realtà da adulti impariamo che tra questa storia leggendaria e l'Ordine del Tempio ci sono delle connessioni importanti, e la leggenda assume un significato diverso. Assume il significato di un modo diverso di raccontare la storia.

A tutto questo ho pensato quando ho cominciato a leggere un libro che oltre ad essere interessante è scritto anche molto bene ed ha anche una storia misteriosa e strana; mi è stato dato dall'autore, un socio del Clan, che tempo addietro mi aveva raccontato che era quasi stato spinto a scrivere questo libro dopo l'incontro con uno strano personaggio di nome Artur, ma non escludo che fosse un nome di fantasia, Artur gli raccontò una storia su Gesù e la Maddalena, su Re Artù ed i suoi Cavalieri, su Merlino e Morgana collegati da una sottile ma ben delineata linea che da Gesù arrivava ai Templari passando attraverso il leggendario e misterioso Re Artù. Ed allora mi sono ricordata quando da adolescente mi ero recata i Inghilterra alla ricerca dei luoghi di questa leggenda, al Castello di Tintagel fino alla cittadina di Winchester.

E se vi dicessi che al mondo esiste un posto in cui è custodita la Tavola Rotonda e che è possibile vederla con i propri occhi? Bene se avete voglia di far diventare reale una favola dell'infanzia dovete recarvi nell'Inghilterra meridionale e più precisamente nella città di Winchester.
Capitale amministrativa e sede della contea dell'Hampshire, Winchester è una cittadina molto bella ed anche famosa per la sua splendida Cattedrale Gotica, di cui parleremo un'altra volta, famosa anche grazie ad un singolo realizzato  nel tardo 1966 e pubblicato dalla Fontana Records dal titolo appunto di “Winchester Catthedral”.

Pochi sanno invece che all'interno della Great Hall è custodita la Tavola Rotonda delle Leggende Arturiane. La Great Hall è l'unica parte rimasta del castello Normanno della città la cui costruzione viene definita intorno al 1222- 36 per questo motivo è considerata una delle più belle sale del 13 secolo, sopravvissuta alle guerre ed all’abbandono.



La Tavola Rotonda ha un diametro di circa 6 metri, un peso di circa 2 tonnellate ed un superficie che contiene ben 121 pezzi di legno di quercia che si è stimato provenire da almeno 7 alberi. La superficie è formata da 51 spicchi.
La Tavola era custodita a Winchester fin dal medioevo, ci sono dei documenti che lo provano, ed addirittura pare che la collocazione che vediamo oggi sia la collocazione originale che aveva nel medioevo. Benché non sembrerebbe appartenere al 5-6 secolo, periodo nel quale tradizionalmente vengono collocate le vicende Arturiane ed in particolare le sue battaglie contro gli invasori Anglo-Sassoni, l’esame al Carbonio 14 effettuato sulla Tavola nel 1976, anno dei lavori di restauro, pare datarla tra il 1250 ed il 1280 sotto il regno di Re Eduardo I, in un momento in cui i valori della Cavalleria stavano toccando il loro apice. Eduardo I era molto sensibile all’argomento, ed era una grande estimatore della leggenda di Re Artù tanto che nel 1278, insieme alla regina sua moglie, visitò il Monastero di Glastonbury quando furono trovate le tombe che sembravano appartenere a Re Artù e Ginevra.
Nella Tavola, la cui figura preponderante è Artù seduto sul trono, sono riportati i nomi dei 24 cavalieri della Tavola Rotonda, con al centro la Rosa, come Leggenda vuole.



Indipendentemente dall'opinione che si possa avere nei riguardi di questa leggenda sicuramente questo è un posto in cui andare almeno una volta nella vita perché al di là dei fini puramente legati allo studio ed alla ricerca ogni tanto abbiamo bisogno di quella speranza che ci fa credere nei sogni e nelle favole. E se avete voglia di leggere una bella e strana storia, bhe vi consiglio La linea Dell'Orso di Davide Ursi. Buon Viaggio dello spirito.