di Luca Delli Santi
La Vav è la sesta lettera dell’alfabeto ebraico, il suo valore ghematrico è sei, questo numero ci riporta al libro della Genesi, in ebraico Sefer Bereshit. La parola bereshit è tradotta con “in principio” e può essere letta anche come bara shit, creò il sei, il primo numero citato nella Scrittura, il suo asse portante, è composta da sei lettere, una per ogni giorno della creazione. Il sei è il numero del piano dell’azione, il mondo di assiah, è il numero della percezione fisica dell’esistenza, nella dimensione macrocosmica e nella dimensione microcosmica, come ben rappresenta la stella a sei punte che si traccia incrociando due triangoli equilateri con i vertici posti in senso opposto l’uno rispetto l’atro, verso il basso, il microcosmo, l’umano, verso l’alto, il macrocosmo, il divino.
Il Sigillo di Salomone è un simbolo ben noto in tutte le culture abramitiche, carico di significati esoterici e magici, intendendo per magia quella pratica che ricerca, attraverso atti e formule, il contatto fra l’essere umano e i mondi spirituali, ma il simbolismo principale è quello di richiamare istantaneamente e visivamente il noto principio che i filosofi ermetici riassumono con il motto: “come in alto così in basso “. Nel tempio massonico, che si ispira all’archetipo del Tempio eretto dal re israelita, il richiamo immediato al Sigillo è l’unione di squadra e compasso, elemento rituale che, in forma diversa secondo il grado in cui si opera, è sempre presente nei lavori muratori. Inoltre nella massoneria azzurra, se le dimensioni del tempio lo consentono, la disposizione dei dignitari di loggia rispetto al Maestro Venerabile forma un Sigillo di Salomone.
La forma della Vav richiama diversi elementi, l’ideogramma originale da cui si è sviluppata rappresentava un gancio, rimane traccia di questo carattere nel simbolismo della lettera che la vede come elemento di mediazione e di unione. La Vav è la terza lettera del Tetragramma YHWH, posta fra i principi maschile e femminile superiori rappresentati dalla Yod e dalla prima Hey e la quarta lettera, la seconda Hey, il mondo fisico e della materia, la sephira Malkut, l’elemento del femminile inferiore, l’emanazione che riceve dalle altre. Nel Tetragramma la Vav rappresenta l’elemento di connessione fra lo stato dell’essere umano e gli stati dell’essere spirituali superiori, nonché fra tutti i diversi aspetti della creazione.
La Vav all’interno del Tetragramma assume un’altra funzione fondamentale, questa lettera ha infatti la capacità di fare cambiare i tempi verbali dal passato al futuro o dal futuro al passato.
Il Tetragramma infatti contiene le tre forme del verbo essere: YHWH, HWH, HYH, Egli era, Egli è, Egli sarà. Il nome YHWH ci comunica la realtà eterna dell’essere divino, al di fuori del tempo che esercita la sua influenza nella dimensione della nostra percezione. La funzione della Vav è trasformare permanentemente il passato in futuro, proiettando la creazione e le creature verso l’Olam ha Ba, il Mondo Futuro nel quale si avvererà la profezia messianica.
Questa lettera esprime inoltre la potenza fecondativa, anticamente la sua forma era considerata una simbologia fallica, è un elemento che genera nascita e vita, sul piano spirituale è il distacco dell’essere dall’elemento originario da cui deriva, nella dimensione umana è il sentimento che si prova nei confronti di qualcuno portato sul piano volitivo e concretizzato nell’agire.
Altri cabalisti hanno ritenuto di trovare la corrispondenza della Vav nel corpo umano con la colonna vertebrale, in effetti la forma ricorda anche quella di una colonna, la tradizione cabalistica narra che vi sono dodici colonne che sostengono tutto l’universo, le cui vibrazioni si esprimono nei dodici segni dello zodiaco, simbolo presente in tutte le culture, come è noto i dodici simboli dello zodiaco sono rappresentati anche nel tempio dei liberi muratori.
Il riempimento della parola Vav ( Vav, Alph, Vav ) ha ghematria tredici, che corrisponde alle parola Echad e Ahavah, unità ed amore che confermano il potere unificante della vibrazione di questa lettera.
La Vav ha anche una simbologia affascinante riguardo l’Albero della Vita, lo Zohar le attribuisce una connessione con la sephira Chesed, il che è comprensibile considerando quanto si è detto sin qui, in altri testi si precisa che essa ha la sua origine in Chesed ma corrisponde a tutto il pilastro centrale dell’Albero, la via regia, che consiste nel porre in equilibrio tutte le forze che promanano dalle emanazioni divine. La ghematria della lettera la pone in relazione, inoltre, con le sei midot, le misure, i sei attributi fondamentali dell’animo umano che hanno corrispondenza con le sei sephirot intermedie dell’Albero della vita: Chesed, Ghevurà, Tiferet, Hod, Netzach e Yesod; Amore, Forza, Bellezza, Splendore, Vittoria e Fondamento.
La Vav è anche uno strumento di misura, come il regolo dei liberi muratori, in questo simboleggia la necessità di interrogarci sul nostro percorso di vita e sulla nostra scelta di compiere la ricerca del senso per cui abbiamo chiesto e ricevuto l’iniziazione, un’opportunità, una potenzialità, che dobbiamo sviluppare quotidianamente, misurando, o meglio valutando, dove siamo e la nostra capacità di sviluppo.