di Antonino Zarcone
Il 19 aprile 1811 a Barletta (BT), nasce Angelo Raffaele Lacerenza. Volontario nel reggimento di fanteria “Regina” borbonico nel 1831, animato da idee democratiche, si avvicina alla carboneria ed alle idee di Mazzini, per cui viene arrestato con l’accusa di cospirazione. Liberato, lascia il Regno e si reca in esilio a Corfù, poi a Smirne dove aderisce alla Giovine Italia, quindi a Costantinopoli, in Egitto, a Bombay ed a Madras dove esercita la professione di medico. Nel 1848, incaricato da Mazzini di sostenere la rivoluzione in Francia ed in Italia, si stabilisce a Firenze, da dove diffonde a proprie spese in tutta Italia seimila copie del “Decreto di grazie ed onori” concessi dal governo di Montevideo ai legionari italiani comandati da Garibaldi nella Guerra dei Farrapos. Dopo una sosta a Napoli, per convincere il Re a concedere la Costituzione, torna a Barletta, dove costituisce la Guardia Civica, subendo ancora l’arresto per organizzazione di bande armate. Liberato continua il suo impegno per promuovere le idee repubblicane. Nel 1860, formato un reparto di volontari, si unisce a Garibaldi e partecipa alla Spedizione dei Mille alle dipendenze di Bixio. Inviato nel continente per fomentare la rivolta e preparare lo sbarco di Garibaldi, a Foggia organizza il battaglione Volontari “Cacciatori dell’Ofanto”. Promosso maggiore da Garibaldi nel 1860, viene ammesso nell’Esercito italiano con il grado di capitano ed assegnato al 47° fanteria con cui partecipa alla guerra del 1866. Massone, accusato di diffondere le idee repubblicane nell’esercito, lascia il servizio nel 1871 e si trasferisce a Milano poi a Napoli, dove organizza e presiede la Società dei reduci garibaldini. Astensionista convinto, rifiuta la candidatura al Parlamento per fedeltà alle sue idee repubblicane. Muore a Napoli il 29 dicembre 1889.