di Luca Delli Santi
La lettera Ghimel è un ponte, collega elementi lontani, compensa lo squilibrio fra forze avverse e le unisce rendendo uno ciò che prima era diviso. La parola Ghimel è collegata alla parola gamla, che compare nel Talmud proprio nell’accezione di ponte.
“Ghimel somiglia a una grondaia che fa scolare l’acqua del tetto di una casa, canalizzando l’acqua accumulata con il suo becco alzato e conducendolo a terra. Parallelamente, il Benefattore Eterno riversa la Sua Bontà e il suo Affetto traboccanti verso il basso. Per amore verso l’umanità e in virtù della Sua Ghemilitud Chesed, gli atti di benevolenza che sono il fondamento dell’umanità”.
Questo passo del libro delle Othioth di Rabbi Akiva ci illustra come Ghimel sia il canale di collegamento attraverso cui ci giungono le emanazioni del lato destro dell’Albero della Vita, egli aggiungerà che se anche per un solo istante questo “flusso di amore” dovesse cessare l’intero universo verrebbe meno, la Creazione tutta ed in particolare l’Umanità sono il frutto dell’Amore divino, inteso come Desiderio creativo che sta alla base dell’esistenza di ogni cosa, la Ghimel è un canale di connessione con questa forza.
Ghimel è anche connessa con Giove, pianeta astrologicamente legato al benessere materiale ed alla ricchezza, d’altronde un canale che elargisce Luce non può sul piano materiale che esprimere ricchezza, benessere, ma anche munificenza e soprattutto carità, un simbolo di Ghimel è l’uomo ricco che dona disinteressatamente al povero. Il lavoro per il bene ed il progresso dell’umanità, cui incessantemente è dedicata la Libera Muratoria, si esprime anche con azioni concrete verso i fratelli ed il mondo profano che attraversano momenti di difficoltà economica, lo spirto di questi valori è il medesimo che esprime la Ghimel.
La connessione con la ricchezza è data anche dal significato della parola Ghimel, che deriva dalla radice ebraica Ghimel, Mem, Lamed, che froma la parola “gamal” Cammello, per un popolo che ha origini nella pastorizia nomade nel deserto questo animale era un simbolo di ricchezza, ma anche un simbolo di movimento, in particolare in direzione sud, che in cabala simboleggia la sapienza.
Il movimento è un’altra caratteristica di Ghimel, la sua forma ricorda la sagoma di una persona nell’atto di correre, con il piede posto in avanti, la vibrazione della ghimel è azione, è l’origine stessa del movimento, il Desiderio creativo del creatore si attiva e diventa agente creante, un movimento agile, ma soprattutto veloce che si muove in direzione dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto, un legame costante e continuo che lega la molteplicità cosmica in unità, è l’azione cui fa riferimento Ezecchiele in 1:14 : “le creature viventi correvano e ritornavano“ è come il profeta descrive il movimento cosmico che gli appare nella nota visone del “Carro”.
Il movimento, l’azione sono i requisiti essenziali dell’iniziato, nessun percorso di ricerca interiore può essere intrapreso senza un moto profondo, un risveglio della coscienza che viene sollecitata ad intraprendere un viaggio, viaggio interiore certo, ma un viaggio che presuppone azione. Questo è l’insegnamento della parashà Lekh Lekhà, Vai, Vai! È il momento in cui Abramo sente la chiamata dell’Eterno che lo invita ad intraprendere il cammino in cui incontrerà molti pericoli, dovrà anche affrontare dei combattimenti, ma infine raggiungerà una terra in cui si stanzierà e vivrà in serenità e ricchezza. La scrittura, con il suo linguaggio simbolico, ci inviata a intraprendere un viaggio interiore, la terra remota da conquistare è la parte più profonda di noi quella che si può riconnettere con le elevate dimensioni spirituali dell’esistenza.
Ritengo molti in questo simbolismo abbiano riconosciuto analogie con il concetto espresso dalla formula VITRIOL degli ermetici, che l’iniziando libero muratore incontra nel Gabinetto di Riflessione.
Lek Lekhà è la terza parashà, la ghematria della Ghimel è il numero tre, si tratta di un numero fondamentale in cabala, che incontriamo in molti elementi, tre sono i gradini dell’anima umana, la nephesh, la ruah, la neshamah, dedicheremo a questi concetti un articolo sarebbe impossibile affrontarli in sintesi qui. Il tre è alla base di tutti i concetti della creazione, tre sono i pilastri dell’Albero della Vita, tre sono gli elementi fondamentali dell’universo ad essi connessi: acqua, aria e fuoco ( nella antica cabala la terra non era concepito come elemento, la si riteneva una solidificazione dell’acqua ), tre sono le parti fondamentali del corpo umano, capo, petto e ventre, per altro governati dalle medesime lettere madri che governano i pilastri dell’Albero della Vita, Shin, Alef, Mem. Infine Keter, la più elevata delle sephirot, la Corona, è tripartita in tre “ teste”.
Il tre è connesso con tutte le caratteristiche della Ghimel, azione, movimento è alla base della Creazione, è il ponte che unisce l’unità espressa dall’uno e la tendenza divisiva del due, l’uno è la tesi, il due l’antitesi, il tre è la sintesi fra questi elementi dialetticamente contrapposti.
Nel Tempio dei Liberi Muratori diversi simboli colgono la vibrazione espressa dalla Ghimel, certamente la Cazzuola con la sua capacità di mescolare la malta è simbolo unificante della molteplicità ricondotta ad unità, ma anche il nodo d’amore, si pensi alla connessione con la Chesed divina fondamento stesso dell’esistenza umana, ed infine il Melograno. Tutti questi simboli con le loro diverse sfaccettature colgono la vibrazione della Ghimel, che esprime condivisone e moto.