mercoledì 8 maggio 2019

Domenico Mondelli, l'aviatore nero discriminato dal Fascismo. Una vita per la Massoneria



Domenico Mondelli (1886-1974) è stato a livello mondiale il primo aviatore militare ad avere la pelle nera. Un primato che l’Italia non ha mai rivendicato, forse per non dover anche ricordare che, proprio questo giovane ufficiale, dopo aver combattuto in Libia e nella Grande Guerra, era stato discriminato dal fascismo. E a nulla erano valse le due medaglie d’argento e le due medaglie di bronzo ottenute combattendo come aviatore, bersagliere e comandante di reparti d’assalto, arrivando al grado di tenente colonnello, perché durante il regime era impensabile che un militare italiano nero potesse comandare un militare italiano bianco. A questa discriminazione Mondelli tentò di opporsi ma nulla poté contro la legislazione razziale. Solo dopo la seconda guerra mondiale riuscì a continuare quella carriera che il fascismo aveva interrotto, arrivando fino al grado di Generale di Corpo d’Armata-Ruolo d’Onore.

Nel 1944 Domenico Mondelli riprese anche l’attività massonica nel Grande Oriente d'Italia, iniziata nel 1912 a Palermo, nella Loggia Stretta Osservanza, interrotta durante la dittatura che, come è noto, mise fuori legge anche la Massoneria. Nel secondo dopoguerra lo ritroviamo iscritto nella Loggia Spartaco di Roma e nel 1956 insignito del 33esimo grado del Rito Scozzese Antico Accetto al quale aveva aderito prima dell’ascesa fascista.

La storia di Ovaldi Selassi, questo è il suo nome originario, nato ad Asmara e arrivato nel 1891 in Italia con il colonnello parmense Attilio Mondelli che lo adottò, ha qualcosa di straordinario ma anche di molto attuale perché racconta le radici multietniche del nostro paese e ci mette confronto con il nostro passato per non sottrarci al futuro.

Fonte: GOI