Paolo Guzzanti
Sulla questione del sequestro degli elenchi e della "notte della democrazia" è intervenuto questa mattina anche Paolo Guzzanti in un articolo di cui vi proponiamo uno stralcio
« [...] Vale la pena ricordare che l’accanimento razzista contro i massoni fu un cavallo di battaglia del fascismo che assimilava massoni ed ebrei ad un’unica genia di nemici comuni e da estirpare. Le potenze democratiche che sconfissero il nazifascismo, Regno Unito e Stati Uniti d’America in particolare, erano e sono ricchissime di tradizioni massoniche, senza dover tirare in ballo George Washington, Abramo Lincoln ma anche i nostri Vittorio Emanuele, Giuseppe Garibaldi. L’espressione fascista “demo-pluto-giudiaico” applicata ai nemici della dittatura e agli amici della democrazia riecheggia nelle orecchie di chiunque abbia il senso e la nozione della storia.
La Bindi dirà che lei e i suoi colleghi volevano semplicemente fare una verifica incrociata per tirare fuori falsi massoni e veri criminali dalla verifica. Questo è il punto: una tale attività investigativa e limitativa delle altrui libertà non appartiene in alcun modo agli eletti dal popolo che non sono e non devono essere giudici né poliziotti. Per questo mestiere, infatti, esistono i giudici togati e i poliziotti in borghese e in uniforme. I giudici possono e devono farlo, se lo ritengono. E per farlo si servono della polizia giudiziaria che si chiama così proprio perché esecutrice di attività dei giudici. Io personalmente, come senatore della Repubblica e Presidente di una Commissione Bicamerale Parlamentare d’Inchiesta, ho guidato per quattro anni un parlamentino di quaranta fra senatori e deputati di ogni gruppo politico, evitando sempre di far uso di strumenti teoricamente previsti ma che mi avrebbero trasformato in un giudice con potere, persino, di arresto. Non l’ho fatto – e chiedo scusa se uso la mia persona come materiale di testimonianza – pur di fronte all’evidenza di reati, di menzogne, contraffazioni e depistaggi. E ho pagato carissima la mia prudenza e il mio rispetto per i cittadini rappresentati e rappresentanti. Ma ordinare una perquisizione è un’enormità indigeribile, perché per questo genere di azioni esistono i giudici togati: è il loro mestiere previsto dalla legge e secondo la legge. Forse la Bindi intendeva censurare l’ignavia dei magistrati agendo in proprio là dove i magistrati non avevano ritenuto di spingersi? Ci rendiamo invece del fattore politico, mediatico e giustizialista che spinge a queste azioni: suggerire senza prove che una associazione, persino una bocciofila, è definibile, per sua natura, infame e potenzialmente criminale. Sempre nella mia lunga vita di giornalista e di parlamentare mi sono occupato molto di servizi segreti e di spie. Posso dire che fra i funzionari dello Stato che si occupano di intelligence ci sono galantuomini e anche (almeno in passato) fior di mascalzoni, eroi e miserabili. Tuttavia, è passato ormai nel lessico dei giornalisti più giovani, l’odioso aggettivo “deviati” come corredo dovuto della parola “servizi”. È un’idiozia, prima ancora che un falso. Ora vedremo quali pesci salteranno fuori da una tale rete gettata nelle limacciose acque di Calabria e di Sicilia. Restiamo in fervida attesa. Ma siamo sicuri che la nostra Magistratura basta e avanza per combattere la criminalità e che come prevede la Costituzione, come dove e quando a loro pare e piace, secondo le norme e le leggi che governano il nostro Stato e che non prevedono roghi, non prevedono inquisizioni [...]».
Leggi tutto l'articolo