mercoledì 22 febbraio 2017

Melchisedec e la memoria entropica

di Paolo Callari



Voglio condividere con voi questa meditazione, formalmente complessa, ma sostanzialmente semplice, o meglio, esemplificativa.
Negli anni settanta ci hanno insegnato a scuola che la luce avrebbe potuto avere la doppia natura, corpuscolare e ondulatoria. Secondo questa affermazione sarebbe dovuto esistere una massa priva di energia cinetica, il corpuscolare. Oggi sappiamo che, allo zero fisico, il movimento del nucleo atomico continua di moto uniforme attorno al proprio asse.
Pertanto l’universo è, probabilmente, perché l’85% del tutto è materia oscura quindi non rilevabile con gli strumenti disponibili al genere umano, in massima parte vibrazionale.
Tutto ciò a premessa di riflessioni condivise con “amicizie” che lavorano presso atenei italiani secondo le quali il tempo potrebbe essere circolare e non lineare: significa che l’universo infinito trova spazio dentro i buchi neri per processo di entropia  , convalidando l’affermazione di Albert Einstein, non esiste fantasia che prescinde dalla conoscenza, vuol dire che, secondo un principio ologrammatico della complessità della mente, l’immaginazione altro non è che una struttura conservativa della materia, ciò che il passato ci trasmette per induzione dielettrica.
Per “governare” l’entropia della espansione infinita dell’universo incamerano i buchi neri e la nostra memoria immaginativa.
Ciò significa che il futuro è già definito prima di essersi realizzato. La freccia del tempo nel piano complesso del tempo è la via entropicamente più vantaggiosa ma non l’unica possibile, per entrare nel futuro è necessario farlo antientropicamente. Quindi il cerchio dell’immaginario ha senso solo come stato di liminalità dentro lo spazio tempo. Quindi l’universo in continua espansione con antietropia nei buchi neri e nella memoria del genere umano.
Ecco a cosa serve la tradizione nell’ordine di Melchisedech, a rigenerare questa memoria entropica. Per questo motivo la tecnica meditativa ci “libera” dai segnali superflui: ci mette in relazione con il sé profondo riportando a funzionare “armonia” con “universo”...