«Un momento di riflessione su quella che è la nostra essenza. La nostra modernità è ricca già di tre secoli, eppure il nostro messaggio è ancora più antico. E già dal Settecento noi abbiamo potuto dimostrare e significare il valore del nostro essere iniziato. In tanti momenti la nostra voce si è alzata e ha scritto pagine, le più belle, rispetto a quello che riguardava la conoscenza, ma anche la solidarietà, la fratellanza. Il mondo oggi ci pone sfide complesse. Siamo pronti? Guardiamo il fratello che ci è accanto. L’immagine che guardiamo è un’immagine che sta già cambiando, perché viviamo il tratto di una strada che è già cominciata, quella della globalizzazione, della diversità. Un nuovo dialogo ci aspetta. A chi ci rivolgiamo, chi è pronto a raccogliere la nostra grande sfida? Chi abiterà i nostri valori? La costruzione è complessa, parliamo di rivoluzione in un mondo in cui la rivoluzione non c’è. Né può esserci per i valori come la libertà, l’uguaglianza, la fraternità. Oggi abbiamo i Poteri forti (cioè economici, politici, finanziari) che sono anzi nemici giurati di questi valori. Oggi queste forze ci umiliano e ci spingono ai margini del tessuto sociale, politico ed economico. Ma noi dobbiamo parlare ai figli di una rivoluzione possibile. È l’uomo della tecnica, della scelta, della cultura. È l’uomo dell’anima, è il cercatore di pietre che vuole dare spazio alla grande idealità che ci appartiene». È questo il senso dell'intervento in Gran Loggia di Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Maestri dell'Arco Reale - Rito di York.
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