venerdì 4 marzo 2016

C'è un santo, morto ad Auschwitz, antisemita e antimassone

Massimiliano Kolbe

Il 15 Agosto 1941, nel forno crematorio di un campo di sterminio nazista, nei pressi di Auschwitz, veniva ridotto in cenere il corpo del francescano polacco Padre Massimiliano Kolbe. Padre Kolbe si era offerto in sacrificio per salvare la vita di un padre di famiglia, condannato a morte dalla ferocia nazista! Nel 1971, Papa Paolo VI lo dichiarava “Beato” e, undici anni dopo, Papa Giovanni Paolo II lo dichiarava “Santo, confessore e martire”. Padre Kolbe era, così, diventato Santo! Un Santo polacco venuto da Auschwitz!
Un suo scritto inedito del 1922, dal titolo: “Gli attuali nemici della Chiesa”, termina con queste parole: «Il principale, il più grande e il più potente nemico della Chiesa è la Massoneria».
Il Santo va dritto alla radice del pensiero massonico, scrivendo: «La Massoneria, […] nelle Costituzioni Generali, si era prefissa chiaramente uno scopo che a nessuno è lecito cambiare. “Ciascuna delle Grandi Logge – vi si afferma – ha il diritto di migliorare le precedenti prescrizioni e stabilirne di nuove, ma non di modificare i punti fondamentali, che devono rimanere fissi per sempre”. Quali sono questi punti fondamentali? – si chiede Padre Kolbe. E subito risponde: La liquidazione totale del mondo soprannaturale!».
In un articolo del ‘24, diceva: «Attualmente, la Massoneria è, senza dubbio, il capo del serpente infernale. Non dico i massoni, ma le loro finalità, la loro organizzazione che è rivolta contro Dio e contro la felicità delle anime».
In un articolo del ‘26, scriveva ancora: «[…] in questi nostri tempi, il capo dei nemici della Chiesa e della salvezza delle anime è la Massoneria!».
Va da sé che il Santo aveva in grande considerazione i Protocolli dei Savi di Sion ("Il libro fondamentale della Massoneria"). San Massimiliano si rivolge, infatti, ai Capi Incogniti della Massoneria con queste parole: «E a voi, piccolo manipolo di ebrei, “Savi di Sion”, che avete provocato coscientemente già tante disgrazie e ancora di più ne state preparando, a voi mi rivolgo con la domanda: quale vantaggio ne ricavate? […]. Gran cumulo di oro, di piaceri, di svaghi, di potere: tutto questo non rende ancora felice l’uomo. E se anche questo desse la felicità, quanto potrà durare? Forse una decina di anni, forse una ventina […]. E poi?… E voi, capi ebrei, che vi siete lasciati sedurre da Satana, il nemico dell’umanità, non sarebbe meglio se anche voi vi rivolgeste sinceramente a Dio?».

Fonte: Papaboys