lunedì 8 giugno 2015

Lo stemma della Repubblica disegnato da un Massone



Inutile negare che in Italia ci sia ancora un forte pregiudizio nei confronti della Massoneria, che pur essendo “matrigna” di quasi tutte le moderne costituzioni democratiche dell’Occidente, in Italia viene assurdamente accusata di essere un potere occulto ed antidemocratico. Accuse che solo l’ignoranza storica e la sistematica disinformazione possono sostenere.
La maggioranza degli italiani ignora infatti il contributo che la Massoneria italiana ha dato ai contenuti della Costituzione Repubblicana ed alla sua simbologia. Un oblio storico tutt’altro che casuale, perpetuato con costanza dal dopoguerra ad oggi dai blocchi ideologici che in tutti questi anni hanno dominato la scena politica italiana – cattolici da una parte, sinistra comunista e post comunista dall’altra – entrambi pregiudizialmente ostili alla Massoneria.
Molti furono infatti i massoni impegnati nella Costituente, uno fra tutti il reggiano Meuccio Ruini, presidente della Commissione cui spettò il compito di redigere il testo definitivo della “Carta” fondante della Repubblica Italiana.
Ma fu un altro massone, di origine piemontese e di religione valdese, ad offrire un contributo ancora più “vistoso” al giovane Stato democratico e repubblicano sorto dalle rovine della guerra. Fu infatti l’artista Paolo Paschetto, l’autore dello stemma della Repubblica Italiana – il famoso “Stellone” – che compare spesso sulla bandiera ed in tutte le sedi pubbliche italiane, oltre che nella maggior parte dei documenti ufficiali che accompagnano la vita di ogni cittadino.

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