mercoledì 10 giugno 2015

«Fedi e filosofie sono fatte dall’uomo». Il problema esistenziale per Julius Evola



«Nella vita di alcuni uomini vi sono momenti, in cui essi sentono vacillare tutte le loro certezze, venir meno tutte le loro luci, tacere le voci delle passioni e degli affetti e di quanto altro anima e muove la loro esistenza. Ricondotto al proprio centro, l'individuo avverte allora a nudo il problema di ogni problema: "Che sono io?”.
Sorge allora, quasi sempre, anche l'evidenza che tutto ciò che si fa non solo nella vita ordinaria, ma altresì nella regione dei valori considerati superiori, in fondo serve solo per distrarsi, per crearsi la parvenza di uno "scopo" e di una "ragione", per avere qualcosa che permetta di non pensare profondamente e di continuare a vivere. Utilità quotidiane, morali, fedi e filosofie, ebbrezze dei sensi e discipline appaiono create o cercate dagli uomini per velare a se stessi l'oscurità centrale, per sottrarsi all'angoscia della grande, fondamentale solitudine, per eludere il problema dell'Io.
In alcuni casi una crisi del genere può avere un esito letale (come se lo può avere!). In altri si reagisce, ci si scuote. L'impulso di una forza animale che non vuol morire si riafferma, inibisce ciò che è balenato attraverso esperienze siffatte, fa credere che si tratti solo di un incubo, di un momento di febbre della mente e di squilibrio nervoso. E ci si va a creare qualche nuovo accomodamento, per tornare alla “realtà”. 
Vi è poi chi scarta. Il problema esistenziale, che ha sentito, per lui (impotente ad assumerlo per intero) diviene "problema filosofico". È il gioco ricomincia. Una nuova “verità", un nuovo “sistema” nasce, si finge luce nell'oscurità e va a fornire nuova esca alla volontà di continuare. Ovvero un'altra soluzione, equivalente: il passivo rimettersi a strutture tradizionalistiche, a forme dogmatiche e stereotipe di autorità.
Altri, però, tengono fermo. Qualcosa di nuovo e di irrevocabile si è determinato nella loro vita. Il circolo che si è chiuso intorno a loro, intendono spezzarlo. Essi si staccando dalle fedi, si staccano dalle speranze (quante volte la parola speranza è presente nella religione cristiana?). Conoscenza di sé e, in sé, dell'Essere (ciò essi cercano). E un tornare indietro per essi non c’è…»

Testo di Julius Evola rivisto da Quirino Tirelli