venerdì 24 aprile 2015

L'Abbazia di Melrose

di Valentina Marelli



Restiamo ancora in Scozia perché c’è un altro posto che merita sicuramente la nostra attenzione: l'Abbazia di Melrose. L'abbazia di Melrose (in inglese, Melrose abbey), situata a Melrose, in Scozia, fu fondata nel 1136 da monaci cistercensi, su espressa richiesta di re Davide I di Scozia. Al giorno d'oggi l'abbazia, di cui sono rimasti i ruderi,  è sotto la tutela della  società Historic Scotland. La parte orientale dell'abbazia fu completata nel 1146; durante i successivi cinquant'anni altre costruzione vennero aggiunte al complesso. L'abbazia, come si evince dalla sua pianta originaria,  fu costruita a forma di croce di San Giovanni, ed in uno stile gotico, se cominciamo a sommare  queste informazioni e ci uniamo i Cistercensi cominciamo a sentire un forte collegamento con i Cavalieri Templari; per quanto interessante possono essere queste informazioni diciamo che alla luce della reliquia più importante custodita nell’abbazia esse sono solo dettagli.  Una considerevole porzione dell'abbazia è ora ridotta a rovine, sebbene una struttura datata 1590 venga mantenuta come museo aperto al pubblico. Alessandro II ed altri re e nobili scozzesi sono sepolti al suo interno. È conosciuta inoltre per i suoi molti dettagli decorativi scolpiti, che comprendono immagini di santi, draghi, doccioni e piante; o il volto di Cristo.





Su una delle scale dell'abbazia vi è un'iscrizione nel maestro massone John Morow: "Be halde to ye hende ("Ricorda, la fine, la tua salvezza"), che è diventato il motto della cittadina di Melrose.



Nel 1812, una bara di pietra che secondo alcune speculazione apparteneva a Michael Scott, il filosofo e "stregone", fu trovata in un corridoio nel presbiterio sud dell'abbazia.



Ma c’è una storia leggendaria che più di tutte ci affascina: Si dice che anche il cuore imbalsamato di Robert Bruce riposi nel terreno dell'abbazia, dopo essere stato riportato indietro dalle crociate. E sulla questione dell’imbalsamazione è il caso di spenderci due parole perché questa storia ha dei particolari curiosi. Le tecniche di imbalsamazione hanno delle procedure specifiche; noi oggi siamo abituati a pensare immediatamente all’uso di sostanze chimiche o cose del genere, Bruce muore nel 1329, prima di morire aveva espresso il desiderio che il proprio cuore venisse asportato, rinchiuso in uno scrigno, e trasportato a Gerusalemme e sepolto nella chiesa del Santo Sepolcro. Il suo cuore quindi viene estratto dal corpo di Bruce e immerso in un cilindro di piombo riempito, indovinate un po’, di cera d’api. Nel 1330 Sir James Douglas, Sir William Sinclair e Sir William Keith partono alla volta della città di Gerusalemme per compiere la loro missione: seppellire il cilindro di piombo contenente il cuore di Bruce nella Chiesa del Santo Sepolcro. Ma purtroppo non riuscirono a portare a termine la loro missione, morirono tutti ad eccezione di Sir William Keith che custodì il cuore e lo riportò in Scozia. Attualmente il cuore di Bruce è ancora seppellito a Melrose Abbey, ancora custodito all’interno del suo cilindro di piombo.



Tutta questa vicenda è curiosa per un motivo particolare, le foto che vedete sono state fatte in un viaggio in scozia che risale al 2010 anno in cui ci si recava in Scozia per incontrare Sir Ian Sinclair e parlare di fondare il Clan in Italia, curiosamente in quell’anno Sir Ian e Sir Shaw Williamson ci hanno parlato del ritrovamento in Cumbria, una regione scozzese,  anni prima di una Mummia, a loro avviso di un Cavaliere Templare, a cui era stato applicato lo stesso processo di mummificazione; il corpo era stato trovato custodito in un involucro di piombo completamente immerso nella cera d’api. L’involucro era stato chiuso ermeticamente e questo ha permesso al corpo di conservarsi molto bene tanto che tutti gli organi interni erano, viste le circostanze, integri. È impossibile negare la presenza di notevoli similitudini. Ma restano aperte innumerevole domande che mi auguro trovino delle risposte.
Intanto noi non possiamo fare altro che continuare ad essere curiosi e proseguire con le ricerche.




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