venerdì 13 marzo 2015

La Sainte Baume. La grotta di Maria Maddalena

di Valentina Marelli


Dopo un breve cambiamento di rotta che ci ha portato a virare verso la città di Praga e l’Alchimia, continuiamo su di una strada che ha parecchie tappe da fare e che ci farà navigare dall’Italia, precisamente da Venezia per intenderci, sino in Francia. Come abbiamo accennato il culto di Santa Maria Maddalena in Francia è molto sentito, in passato come adesso. La leggenda narra che Maddalena, che portava in grembo il figlio di Gesù, dopo la crocifissione scappò per rifugiasi nel sud della Francia. Qui portò la parola del suo sposo i suoi insegnamenti e poté trascorre la sua vita al sicuro da persecuzioni. Potendo, cosa ancora più importante, proteggere ciò che portava nel suo grembo quello che per molti è il vero e proprio Santo Graal. È rassicurante sapere che i luoghi del suo soggiorno e della sua predicazione in Francia esistono ancora e sono lì pronti ad accoglierci.



Il massiccio della Saint Baume è un gruppo montuoso del sud della Francia e che interessa i dipartimenti delle Bocche del Rodano e del Var. Tanto per immaginarcelo sappiate che ha una lunghezza di circa 35 chilometri ed una larghezza di 15 chilometri, con una superficie quadrata di circa 21.000 chilometri quadrati. Questo imponente massiccio è noto e meta di pellegrinaggi fin dal medioevo per la presenza di una grotta chiamata la Sainte Baume dove sono conservati i resti di Santa Maria Maddalena. La grotta si troverebbe a 1.147 metri dal suolo, e pare sia di formazione naturale, qui la leggenda ci racconta che la Maddalena abbia vissuto in eremitaggio gli ultimi trent’anni della sua vita. Ci sono due sentieri che portano su in cima: il “Sentiero dei Re”, veloce e comodo ed il sentiero del vero pellegrino chiamato il “Chemine de Canape” che è un percorso che una persona un po’ allenata impiega circa un’ora a fare. Si addentra nei boschi dove dopo un po’ si è dimentichi della fatica, del caldo e si comincia a sentirsi parte di quel mondo erboso che ti circonda. Man mano che sali ti dimentichi anche gli affanni ed i problemi della tua quotidianità e, quando oramai non ci speri più, ti ritrovi davanti alle scale che ti portano alla grotta.



All’interno della grotta la temperatura scende drasticamente, si è catapultati in un attimo in un ambiente umido, freddo e buio. Qualche secondo per abituarsi al cambio di luce e l’occhio comincia a notare che le pareti della grotta sono irregolari e frastagliate, prova dell’origine naturale del luogo. Tutto l’ambiente è ricco di statue di marmo bianche che raffigurano scene della vita e della predicazione della Santa ed al centro svetta un grande altare di marmo bianco, in una nicchia in disparte illuminata dal fievole bagliore di una lampada le reliquie in un bellissimo e prezioso reliquiario su cui è in bella mostra lo stemma della Famiglia D’Angiò. Ad attirare l’attenzione una copiosa fonte di acqua perenne sgorga in un angolo nascosto sotto l’altare vicino ad una statua che raffigura l’Assunzione in cielo di Maria Maddalena. Secondo al leggenda infatti sentendo vicina la morte Maddalena si inginocchiò a pregare ed una schiera di angeli la assunse in cielo anima e corpo ed in quel preciso punto in cui le sue ginocchia avevano toccato il suolo cominciò a sgorgare l’acqua. È molto probabile che questa sia una metafora che vuole raccontarci un’altra storia, si sa le favole e le leggende sono fatte per veicolare concetti e valori all’interno di un sistema sociale, insegnano la differenza tra il bene e il male, e molto spesso venivano usate per poter parlare di ciò che pubblicamente non poteva essere detto. Credo che questo episodio tra le righe ci racconti che Maddalena fosse l’Apostolo degli Apostoli, l’apostolo prediletto di Gesù, colei la quale avrebbe dovuto portare avanti i suoi insegnamenti e cosa ancora più importante, colei che avrebbe ricevuto un’iniziazione particolare rispetto agli altri, che ha avuto accesso ad un livello di Conoscenza superiore.



A conferma di ciò abbiamo le vetrate della grotta che si possono ammirare solo dall’interno visto che ci troviamo in un ambiente buio che dà verso l’esterno e quindi verso la luce. Le notiamo solo quando usciamo finora e per tutto il giro sono state alle nostre spalle, le notiamo quando è giusto che sia ovvero solo dopo che abbiamo fatto tutto il percorso all’interno della grotta, metafora del ventre materno della Grande Madre, ma anche metafora di quel luogo in cui ci si ritrova soli con sé stessi, senza la distrazione degli stimoli esterni, ora dopo esserci 'purificati' siamo nella condizione ideale per recepire e ricevere l’insegnamento ed eccolo davanti a noi nelle vetrate dai colori vivaci, il rosso, il blu, il giallo, che ci mostrano i simboli più comuni e conosciuti da associare alla santa: il teschio, l’ampolla con gli unguenti. Ma una particolarmente attira la nostra attenzione è quella del 'Noli Me Tangere' in cui Maddalena vede ufficialmente Gesù dopo la resurrezione.



Secondo alcuni questa scena rappresenterebbe il momento della sua particolare Iniziazione in quanto Gesù le impone le mani sulla fronte. Curioso è che nel reliquiario sotto l’altare pare sia contenuto un frammento del cranio in esatta corrispondenza con questa imposizione e qui la visione di matrice junghiana del Graal inteso come ventre materno sia associa e sovrappone a quella del Graal inteso come contenitore della Conoscenza. Un altro particolare degno di nota, presente sulle vetrate, sono dei simboli che a prima vista richiamo ad una simbologia massonica, la squadra ed il compasso, ma un po’ più elaborati.



Sono i simboli usati dalle antiche gilde di costruttori di cattedrali, venivano incise sulle pietre per identificare il lavoro portato a termine. Questi simboli sono sopravvissuti nel Compagnonaggio di cui sono diventati gli emblemi. Secondo Louis Charpentier nel suo libro: “I misteri della Cattedrale di Chartres” tre erano le confraternite che giravano per l’Europa a costruire le cattedrali: quella dei figli di padre Soubise, quella dei figli di Salomone e quella del dovere, l’ultima pare che in Francia sia ancora attiva, lo dimostrano gli anni recenti della realizzazione delle vetrate, tutti risalenti alla fine del 1900 ed è probabile che questa confraternita di riunisca ancora lì, in una piccola stanza, messa a disposizione per i pellegrini appena a fianco all’uscita della grotta. E’ possibile che le loro riunioni si tengano appena dopo i vespri e l’orario di chiusura della grotta, in quel periodo di tempo che và dal tramonto alla sere dove le credenze diventano sogni…….
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