venerdì 13 febbraio 2015

Auberge Nicolas Flamel. Tra storia ed Alchimia

di Valentina Marelli



In Rue de Montmerency. Al numero 51, schiacciata tra due edifici ottocenteschi, risparmiata dal tempo e dagli urbanisti, è ancora in piedi la casa più antica di tutta Parigi. Sulla facciata di pietra grigia un architrave porta la data 1407, una fascia scolpita a caratteri gotici sciorina il nome di colui che la fece costruire: Nicolas Flamel. 

Ma chi era Flamel? Nicolas Flamel proveniva da una modesta e dignitosa famiglia che, con sacrifici, lo fece studiare. Divenne copista e in seguito giurista. Leggenda vuole che una notte la vita di Flamel subì una svolta decisiva. Nicolas vide un Angelo in sogno e il messaggio che ricevette dall'Angelo lo sconvolse. «Guarda bene questo libro, Nicholas. All’inizio non comprenderai niente di esso, né tu né altri uomini. Ma un giorno vedrai in esso quello che nessun altro uomo sarà capace di vedere».  La cosa incredibile era che Nicolas non lo aveva mai visto dal vivo, quel libro, e non lo vide fino ad un giorno del 1357, quando lo riconobbe, in mano ad un venditore che non conosceva e che stava per mandare via. Quando notò il libro che teneva in mano, il cuore gli fece un balzo in petto e si affrettò a comprarlo. Racconta Flamel: «La legatura in solido ottone, dentro vi erano figure e caratteri che non erano latini e neanche francesi. Era stato scritto con una matita di piombo, su fogli di Corteccia ed era stranamente colorato». Sulla prima pagina, in lettere d’oro, appariva questa dicitura:

Abramo l’Ebreo, Prete, Principe, Levita, Astrologo e Filosofo alla nazione degli ebrei dispersa in Francia(o fra i galli) dall’ira di Dio, augura Salute

Il testo si rivelò di assai ardua comprensione, con iconografie che Flamel non poteva interpretare; tuttavia intuì che c'era un messaggio sotteso in esse, una metafora che ormai doveva cogliere. Anzi, comprese che era il percorso da seguire per giungere alla trasformazione del piombo in oro, della materia in spirito. Fu un percorso lungo e faticoso quello di Flamel che richiese ben vent'anni di instancabile ricerca. Sfibrato, decise che aveva  bisogno del supporto di un esperto in Cabala ebraica, dal momento che il libro era scritto in ebraico antico. A quel tempo, però, gli Ebrei erano stati espulsi dalla Francia perchè perseguitati e molti si erano stabiliti in Spagna sotto i più illuminati domini arabi. Partì quindi alla volta della Galizia, come pellegrino, per San Giacomo di Compostella, e fu proprio su quel cammino che Flamel incontrò colui che lo aiutò a trasformare il piombo in oro e a trovare la pietra filosofale; un Alchimista che come lui aveva deciso di intraprendere il Cammino.

Ma ritorniamo ai giorni nostri; oggi dopo 600 anni, i saccheggi dopo la morte di Flamel, le rivoluzioni e le guerre, l'interesse della costruzione risiede soprattutto nella facciata, che ostenta una ricca serie di graffiti con sentenze e allegorie, purtroppo difficilmente decifrabili. Pare che, prossimo alla morte, Flamel fece scolpire sulla facciata della sua casa parte degli insegnamenti trovati nel libro che ripercorrono la Storia Alchemica, nella speranza che un giorno un altro uomo potesse decifrali. Nei bassorilievi, riconoscibile dalle iniziali, compare Flamel stesso, imberbe, la testa avvolta in un turbante; tra porte e finestre si notano invece piccoli personaggi barbuti, coperti da grandi mantelli e da berretti a punta, che recano in mano i filatteri sacri sui quali dovevano anticamente essere scolpiti dei salmi. Al centro della facciata, quattro angeli suonano il liuto, la chitarra e l'organo poichè la musica è simbolo dell'armonia che regna tra gli elementi e simboleggia anche il risveglio delle anime dopo la morte.

Attualmente L’Auberge Nicolas Flamel è un ristorante ricco di fascino, per volontà di Flamel, questo ostello doveva essere un rifugio per i poveri o per i pellegrini, è stato nel corso del tempo trasformato in un ristorante per mantenere questa iniziale volontà del suo costruttore. 

Una visita è sicuramente d’obbligo, tra lo studio di un bassorilievo ed un altro…