di Davide Riboli
Un uomo cammina sulla neve. Ha con sé una mappa e alcuni strumenti di rilevamento, ma non si è perso e non ha una meta. È Simon Beck, un ingegnere esperto di orienteering che da qualche anno traccia, camminando con le racchette da neve, schemi geometrici sulle Alpi francesi e, occasionalmente, sulle spiagge di mezzo mondo. Sulle sue carte non ci sono istruzioni per calcolare tragitti, né particolari informazioni sul territorio, ma diagrammi geometrici che gli permettono di modificare il territorio stesso sulle immagini evocate dalla sua mente e dalla sua scienza. Il lavoro di Beck richiede giorni di marcia continuata, avanzando per 9/11 ore al giorno e non permane che per poche ore. Può apparire futile. Eppure, guardando i segni tracciati dalle sue orme, non possiamo non avvertire una certa «vibrazione».
Beck riunisce conoscenza scientifica, sensibilità artistica e tensione spirituale in un'opera tanto umile, quanto preziosa: il suo lavoro non può essere acquistato, né conservato o rivenduto. Ha fatto della propria vita un cammino e del proprio cammino, un'opera d'arte. E lo ha fatto nel modo più semplice e letterale possibile: mettendo un piede davanti all'altro.
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