Riteniamo giusto e utile proseguire nella riproposizione della informazione che quotidianamente, e con posto di rilievo, compare sulla stampa italiana in merito alla azione antimassonica che sta montando in questi giorni in Italia. Azione che segue il dibattito e la strumentalizzazione sul divieto ad un massone di essere contemporaneamente iscrito al PD e alla massoneria.
Su giustiziagiusta.info scrive ad un certo punto Mauro Mellini: "..La persecuzione della Massoneria e dei Massoni corrisponde, del resto, a quel bisogno di “dietrologie” il cui mito è tanto caro soprattutto a coloro che non sanno e non vogliono vedere ciò che hanno davanti agli occhi. Non è un caso che tra i malati di mania di persecuzione, Massoni e Massoneria siano tra i primi nell’elenco dei “cattivi” sempre anonimi e misteriosi persecutori. Ma la radice culturale e storica della persecuzione antimassonica è quella clericale e reazionaria, rinnovata nei nuovi partiti cattolici ed in quelli comunisti (e dell’estremismo socialista) e nel loro “incontro” indiscutibilmente antiliberale. Mussolini fu antimassone, prima che da capo del fascismo e del governo fascista (ma nel primo direttorio dei fasci era pressoché il solo a non essere massone) da segretario del partito socialista, così da provocare la scissione dei riformisti". Massimo Teodori si chiede invece, sul Corriere della Sera perché il Partito democratico si scalda tanto sulla massoneria. Cogliendo l'occasione per mettere a fuoco quello che è stato il rapporto della massoneria con le sinistre.