lunedì 6 luglio 2009

L'ALBERO DEL BENE

L’ALBERO DEL BENE.

L’ALBERO DEL BENE. San Francesco teologo cataro di Giuseppe Spadaro. Edizioni Arkeios

Chi contesta la santità di Francesco d’Assisi? Nessuno, tantomeno l’autore di questo libro, il quale fa suo il giudizio dei modernisti: l’ortodossia delle credenze non ha nulla a che vedere con la santità. Nel Medioevo si faceva però gran caso all’ortodossia e, specie dopo Innocenzo III, si finiva sul rogo per un sospetto di eresia. Non sul rogo si finiva invece agli inizi del Novecento, ma sul libro nero di monsignor Benigni, sul quale per sospetto di modernismo finì anche Don Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Non è superfluo ricordare che il Concilio Vaticano II, indetto da quel grande papa, bandì il concetto stesso di eresia. Non con l’animus dell’Inquisitore, bensì con quello del ricercatore di verità, l’autore si mette sulle orme di san Francesco d’Assisi, ne spia le mosse, ne interroga le intenzioni e ne studia il pensiero e gli scritti, scoprendovi tracce evidenti della più bella e della più spirituale delle eresie: il catarismo. Ma chi erano questi Catari? L’ignaro lettore si rassicuri: essi non “baciavano il posteriore del gatto, credendo di vedervi uscire Lucifero”, come affermava Alano da Lilla. Nessuno crede ormai a simili frottole, e grazie al Concilio Vaticano II sui Catari si è fatta finalmente giustizia. Essi sono presentati per quel che credevano di essere: veri cristiani. Da questo libro, che Pietro Prini ha definito “sconvolgente ma scientificamente ineccepibile”, la figura di san Francesco esce ingigantita. Egli si rivela un sagace teologo.

L ’ A u t o r e : Giuseppe A. Spadaro (Noto, 1934) esordisce come poeta nel 1956 con Schegge di dolore (Gastaldi). Dall’insegnamento della Storia dell’Arte nasce Il caso Borromini (Edizioni Mediterranee, 1992), segue Rogatoria finale (Shakespeare and Company, 1996), romanzo-documento sulla tragica fine del libertino Ferrante Pallavicino. Più recenti i saggi Il Fascismo crocevia della modernità (Settimo Sigillo 1998), su quel filone del modernismo religioso confluito nel fascismo, e L’equivoco della liberaldemocrazia (Antonio Pellicani, 2002). Molti i riconoscimenti, tra essi due volte il Premio per la Cultura della Presidenza del Consiglio. Da ultimo In pruritu carnis. L’equivoco cristiano (Fabio Croce, 2005), un divertissement che affronta i problemi più scottanti dell’uomo. Infine 1860: Sicilia dei misteri. Garibaldi di fronte alla storia.