giovedì 2 luglio 2009

CAVALCARE LA TIGRE

CAVALCARE LA TIGRE di Julius Evola Ed. Mediterranee.

Nuova edizione riveduta e ampliata con un saggio introduttivo di Stefano Zecchi. Julius Evola tratta in quest’opera del problema dei comportamenti che per un tipo umano differenziato si addicono in un’epoca di dissoluzione, come l’attuale. E “orientamenti esistenziali per un’epoca della dissoluzione” è il sottotitolo esplicativo che l’Autore stesso dettava per la prima edizione del 1961. Il libro, però, venne pensato all’inizio degli Anni Cinquanta – per poi essere adattato allo svilupparsi della situazione contingente una decina d’anni dopo – insieme a Gli uomini e le rovine, che uscì nel 1953. I due saggi dunque, non devono essere considerati in contrapposizione, ma viceversa come complementari. Per essi è possibile adottare la definizione che Evola diede per i suoi due libri sulla sapienza orientale, Lo yoga della potenza e La dottrina del risveglio: così, Gli uomini e le rovine è analogamente al primo l’indicazione della “via umida”, cioè della affermazione e della realizzazione in atto; Cavalcare la tigre illustra come il secondo la “via secca”, cioè quella intellettuale, interiore, personale. Partendo da una decisa opposizione a tutto ciò che è residuale civiltà e cultura borghese, viene cercato un senso dell’esistenza di là del punto-zero dei valori, del nichilismo, del mondo dove “Dio è morto”.

Il detto orientale “cavalcare la tigre” vale per il non farsi travolgere e annientare da quanto non si può controllare direttamente, mentre è possibile così evitarne gli aspetti negativi e forse anche ipotizzare una possibilità di indirizzo: esso quindi comporta l’assumere anche i processi più estremi e spesso irreversibili in corso per farli agire nel senso di una liberazione, anziché – come per la grande maggioranza dei nostri contemporanei – in quello di una distruzione spirituale. Cavalcare la tigre può dunque venire considerato, come scrive Stefano Zecchi nel suo saggio introduttivo, quasi uno speciale “manuale di sopravvivenza” per tutti coloro i quali, considerandosi in qualche modo ancora spiritualmente collegati al mondo della Tradizione, sono costretti però a vivere nel mondo moderno.

Un libro complesso, fra i più importanti del suo autore, che durante gli anni della “contestazione” venne contrapposto alle opere di H. Marcuse. Un libro spesso anche oggetto di equivoci e fraintendimenti di due generi opposti: da un lato accusato di aver indotto molti a chiudersi in una torre d’avorio; dall’altro, viceversa, di aver spinto altri ad una lotta concreta e violenta.

L ’ A u t o r e: Julius Evola è stato un personaggio eccezionale nel mondo della cul tura italiana. Pittore, filosofo, orientalista, studioso delle religioni e di esoterismo, ha fondato e diretto per alcuni anni la collana Oriz zon ti dello Spirito, in cui sono stati pubblicati i suoi libri più impor tan ti. Già apparsi in questa collana: Metafisica del sesso, Lo yoga del la potenza, Maschera e volto dello spiritualismo contemporaneo, La tra dizione ermetica, L’uomo come potenza, Teoria dell’individuo as so luto, Fenomenologia dell’individuo assoluto, Rivolta contro il mon do moderno, Ricognizioni, L’arco e la clava, La dottrina del risveglio, L’“Operaio” nel pensiero di Ernst Jünger, Fascismo e Terzo Reich, Oriente e Occidente, Gli Uomini e le Rovine, Meditazioni delle vette.

Stefano Zecchi è professore ordinario di Estetica all’Università Statale di Milano