La solitaria e fiera statua di Giordano Bruno si innalza in mezzo a piazza Campo de' Fiori, in pieno centro storico, a Roma, come se fosse una pianta d'alto fusto germogliata e cresciuta proprio lì seguendo i capricci del vento o del caso. Ma così non è, perché, seppure si volesse fare il poetico paragone floreale ed accettarlo come verità indiscussa, non si potrebbe ugualmente tralasciare di porre mente al fatto che il teorico seme da cui è poi uscita l'opera d'arte è stato piantato da una persona ed è stato concimato da molte altre.
A porre, ideologicamente, il piccolo chicco per poi far nascere l'albero-monumento, è stato un grande scultore: Ettore Ferrari; a curare ed alimentare quasi quotidianamente il piccolo germoglio che non si decideva mai a crescere sono stati degli studenti della Sapienza di Roma. I loro sforzi congiunti, portati avanti per anni e quasi contro ogni ragionevole speranza, hanno poi fruttato alla Capitale un'opera d'arte d'altissimo pregio, conosciuta in tutto il mondo e spesso invidiata, soprattutto per quello che ha rappresentato e ancora oggi raffigura. Per andare a leggere tutto l'articolo Clikka quì.