La rassegna invernale si apre il 13 gennaio 2009 con Franco Cardini e Barbara Frale, che terranno la conferenza: “ I templari: l’enigma, una soluzione negli archivi del Vaticano?”. Presentazione del libro:”I templari”. Introduce Ito Ruscigni.
I templari (Introduzione)
Guerrieri e insieme uomini di religione. I templari avevano il compito di proteggere i pellegrini che si recavano ai Luoghi santi. Ma in breve il favore dei papi, dei re cristiani e della gente comune fece di quest’ordine un grande, potente e ricco organismo sopranazionale, che prosperò fino agli inizi del Trecento, quando il re di Francia Filippo il bello, pressato dalla crisi economica, attaccò i Templari per impadronirsi dei loro beni e li pose sotto processo con l’accusa di eresia. Papa Clemente V dovette scegliere se sacrificare l’ordine o rischiare uno scisma con la chiesa di Francia. Il Tempio fu così sospeso. Una storia gloriosa e una fine tragica avvolta nel mistero hanno alimentato per secoli, e ancora alimentano, curiosità e leggende sui Templari; queste pagine dipanano l’intrigo in una narrazione limpida e avvincente, basata su ricerche originali che hanno portato l’autrice a rintracciare il documento che attesta l’assoluzione papale dei cavalieri del Tempio. Una scoperta clamorosa, che ha fatto di questo libro un caso di risonanza internazionale.
Barbara Frale (Viterbo, 1970) è una storica italiana.Ha conseguito il dottorato in Storia della società europea presso l'università "Ca' Foscari" di Venezia, sviluppando ricerche sul processo ai Cavalieri templari.
Lavora presso l'Archivio Segreto Vaticano e la Scuola Vaticana di paleografia, diplomatica e archivistica dove tiene seminari di storia del papato e della curia. È citata anche da Umberto Eco in una sua bustina di Minerva sull'argomento di cui si occupa, cioè i templari, in occasione dell'uscita del suo libro più recente.
Tra le sue ultime scoperte, va segnalato un importante articolo che ha pubblicato su L'Osservatore Romano in data 21 agosto 2008, nel quale si sostiene che "le carte originali del processo ai Templari rinvenute nell'Archivio Segreto Vaticano dimostrano l'infondatezza delle accuse di eresia"
"I templari" di Barbara Frale.
Fate nascere un ordine monastico - cavalleresco, fatelo diventare straordinariamente potente sia militarmente che economicamente. Trovate un re che voglia sbarazzarsi di quello che è ormai diventato uno Stato nello Stato. Individuate gli inquisitori adatti, che sappiano raccogliere voci sparse e comporle in un mosaico terribile: un complotto, crimini immondi, innominabili eresie, corruzione e una buona dose di omosessualità. Arrestate e torturate i sospetti. Chi ammette e si pente avrà salva la vita, chi si dichiara innocente finirà sul patibolo. I primi a legittimare la costruzione inquisitoriale saranno le vittime, specie se innocenti. Infine, incamerate gli immensi beni dell'Ordine. Questo fondamentalmente ci insegna il processo intentato ai cavalieri Templari da Filippo il Bello.
Segue la storia del mito templare. Immaginate che molti siano rimasti scossi da questo processo e, oltre ad avvertirne l'ingiustizia, come accadde persino a Dante, siano rimasti affascinati dalle dottrine segrete attribuite ai Templari e colpiti dal fatto che la maggior parte dei cavalieri non fosse perita sul rogo e allo scioglimento dell'ordine si fosse come dissolta. All'interpretazione scettica (con la paura che si erano presa, hanno cercato di rifarsi una vita altrove, in silenzio) si può opporre l'interpretazione occultistica e romanzesca: sono entrati in clandestinità, ci sono attivamente restati per sette secoli. Essi sono ancora tra noi.
Niente è più facile che trovare un libro sui Templari. L'unico inconveniente è che nel 90 per cento dei casi (mi correggo, 99) si tratta di bufale, perché nessun argomento ha mai maggiormente ispirato le mezze calzette di tutti i tempi e di tutti i paesi quanto la vicenda templare. E via con la continua rinascita dei Templari, con la loro costante presenza dietro le quinte della Storia, tra sette gnostiche, confraternite sataniche, spiritisti, ordini pitagorici, rosacrociani, illuminati massoni e Priorato di Sion. Talora la bufala è così smaccata, come nel caso de 'Il santo Graal' di Baigent, Leigh e Lincoln (Mondadori, 1982), che l'evidente e spregiudicata malafede degli autori consente almeno al lettore dotato di buon senso di leggere l'opera come divertente esempio di fantastoria. Come sta avvenendo ora con il 'Codice Da Vinci', che scopiazza e rielabora tutta la letteratura precedente. Ma stiamo attenti, perché migliaia di lettori creduli vanno poi a visitare il teatro di un'altra bufala storica, il paesino di Rennes-le-Château.
L'unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul rogo. Tra i libri che si arrestano a quella data era uscito da Einaudi nel 1991 'I Templari' di Peter Partner. Ora il Mulino pubblica 'I templari' di Barbara Frale, una studiosa che ha dedicato anni di lavoro e altre opere a questo argomento. Sono meno di 200 pagine, e si leggono con gusto. Ricchissima la bibliografia (seria). Barbara Frale non si scandalizza troppo per certi aspetti successivi del mito templare, anzi ne vede con qualche simpatia certi svolgimenti romanzeschi (ai quali dedica però solo due paginette conclusive), ma solo perché possono suscitare nuove serie ricerche su tanti aspetti ancora oscuri della 'vera' storia dei templari.
Per esempio c'era davvero un rapporto tra i Templari e il culto del Graal? Non si può escludere, visto che persino un loro contemporaneo, Wolfram von Eschenbach, ne favoleggiava. Ma osserverei che i poeti, teste Orazio, sono autorizzati a fantasticare, e uno studioso del prossimo millennio che trovasse un film d'oggi che attribuisce a tale Indiana Jones la scoperta dell'Arca dell'Alleanza non avrebbe ragioni per trarre da questa divertente invenzione alcuna conclusione storiograficamente corretta.
Quanto al fatto che però l'antica vicenda non sia ancora del tutto chiara, Barbara Frale accenna ad alcune sue recenti scoperte in archivi vaticani che indurrebbero a vedere in modo nuovo il ruolo della chiesa nel processo. Ma, per lo sconforto di chi ancora oggi esibisce talora un biglietto da visita che lo qualifica come Templare, ricorda che Clemente V, al momento della sospensione dell'ordine, aveva messo fuorilegge qualsiasi tentativo di ripristinarlo senza il consenso pontificio, lanciando addirittura la scomunica contro chiunque utilizzasse il nome e i segni distintivi del Tempio. D'altra parte, nel 1780, argomenti del genere usava Joseph de Maistre per liquidare i neotemplaristi dei tempi suoi.
L'ordine templare esisteva in quanto riconosciuto dalla Chiesa e dai vari Stati europei, e come tale è stato formalmente disciolto all'inizio del XIV secolo. Punto. Da quel momento, visto che nessuno ne possiede più il copyright, ciascuno ha il diritto di rifondarlo, nello stesso senso in cui chiunque può dichiararsi sommo sacerdote di Iside e Osiride, e al governo egiziano la cosa non fa né caldo né freddo.
Fonte: http://www.genovapress.com/