Alcuni giorni fa, sul Corriere della Sera, veniva pubblicata la lettera del figlio di un “Massone”.
Una testimonianza che miglia di nostri figli potrebbero fare a nostro favore: “La mia famiglia non è mai stata ricca, né ha mai tratto alcun vantaggio dalla posizione di mio padre in massoneria, e io, a 40 anni, mi ritrovo a vivere in Spagna con un lavoro d'ufficio comune a tante persone”.
Ritengo questa lettera una piccola perla del “tesoro massonico” simbolicamente inteso.
E come tale, (vivendo la pagina dei giornali un solo giorno) ho raccolto questa perla, così come spero facciano tanti altri Fr.lli e Compagni e la depositino nei loro Siti e nei loro Blog perché possa continuare a vivere e dare buoni frutti nelle menti e nelle coscienze dei visitatori internauti. (A. Duranti)
Come Maestro Venerabile ha fondato alcune logge e ne ha diretto i lavori per anni, terminando il suo percorso in massoneria come Gran segretario aggiunto del Supremo consiglio della massoneria italiana, l'organo di autogoverno di tale istituzione.
Posso dire solo che, andando a curiosare fra i verbali delle sedute di loggia che egli conservava in casa, ho scoperto solo un mondo di persone che perseguivano un cammino interiore di consapevolezza e fraternità, non solo fra di loro, ma anche verso il resto dell'umanità.
La mia famiglia non è mai stata ricca, né ha mai tratto alcun vantaggio dalla posizione di mio padre in massoneria, e io, a 40 anni, mi ritrovo a vivere in Spagna con un lavoro d'ufficio comune a tante persone.
Vorrei solo fosse chiaro che anche in massoneria ci sono persone che operano per il bene proprio e comune, non solo insaziabili tessitori di trame.
E inviterei quanti sentono parlare di massoneria solo dai giornali a volersi documentare, basta un click su un sito interenet.
Mi auguro che qualcuno in Italia si interroghi anche sul ruolo, locale e internazionale, di associazioni come l'Opus Dei, delle quali poco o mai si parla, dato che il loro riferirsi a princìpi cattolici dovrebbe rassicurare anche le menti dei più sospettosi.
Io, la mano sul fuoco non ce la metterei.
Grazie, Ugo Riccio