martedì 3 giugno 2008

I misteri della famiglia reale piemontese



Cuneo - Il nostro territorio e la nostra gente, ha incrociato spesso nel corso della storia, le proprie vicende con la casata regnante dei Savoia.

Non c’è paese della provincia che non abbia prima o dopo giurato fedeltà e combattuto a fianco dei Savoia, e quel che rimane del loro lungo governare, sono attualmente gli splendidi castelli, i maestosi parchi, le case di caccia e…tante leggende sui vari figli del re sparsi un po’ ovunque!

Di recente la cronaca si è rioccupata della discussa famiglia, ma per lo più ne sono usciti fuori fogli di cronaca rosa per tutti quelli a cui piace sognare di re, principi e principesse.

In realtà ci sarebbero molte cose da approfondire perché più di uno sono i misteri che i Savoia si sono portati via dall’Italia.

La storia esoterica della famiglia, ha inizio con la loro promozione di studi sulla città di Torino in cui andavano cercando una fondazione “divina” che bene si addiceva alla città da loro scelta come capitale del regno.

Lo studioso da loro ingaggiato, Emanuele Thesauro, sostenne l’ipotesi che Torino fosse stata fondata da un principe egiziano, Fetente Eridano che, lasciato l’Egitto approdò in Liguria, valicò i monti e alla vista del grande fiume che tanto gli ricordava il Nilo, si fermò e fondò una colonia imponendo il culto del grande Api, il sacro toro egizio.

L’antico paese del faraoni, fu sempre un tema di grande interesse per i Savoia che fondarono il museo ad esso dedicato e fu anche il grande stimolo e spunto al nascente ordine segreto della Massoneria.

I Savoia, come la maggior parte delle case regnanti europee, ebbero diversi intrecci con i Templari prima e con la Massoneria poi.

La corte fu sempre frequentata da astrologi, esoteristi e alchimisti e il loro interesse verso il mistero e l’occulto si ritrova in parecchi documenti.

Acquisirono la Sacra Sindone recuperata dai Templari, costruirono il Museo Egizio e misero in corso una trasformazione architettonica di Torino che teneva in considerazione la cosiddetta architettura sacra fatta di simbolismi più o meno nascosti.

Di grande interesse per gli studiosi e gli amanti del mistero, sarebbe poter visitare la Biblioteca Sabauda.

Lì vi sono conservati antichi trattati di magia, essoterismo e alchimia.

La famiglia ha raccolto nei secoli migliaia di testi d’inestimabile valore che confermano la loro passione per le scienze occulte.

Giuditta Dembech che ha scritto il libro “Torino città magica”, è riuscita ad effettuare delle ricerche all’interno della biblioteca reale trovando alcuni libri veramente particolari.

Uno è un antichissimo testo Tibetano scritto in sanscrito dal Quinto Dalai Lama (XVII secolo), in cui egli narra attraverso simbologie esoteriche la propria esperienza mistica.

Un altro libro interessante, è un testo alchemico che spiega come preparare amuleti e talismani servendosi dei poteri magici di pietre e animali.

Non mancano poi libri che trattano di astronomia e manuali per la lettura dei Tarocchi.

Carico di simbolismo è anche il motto dei Savoia e il loro stemma con il famoso “nodo”.

Quest’ultimo in araldica rappresenta l’amore fedele ed era portato con orgoglio dai diversi ordini cavallereschi che da Amedeo VI nel 1350 fino ad oggi affiancarono i Savoia.

Ho detto fino ad oggi, perché nel 1946, con la caduta della monarchia in Italia, l’ordine cavalleresco più famoso della famiglia, l’ORDINE SUPREMO DELLA S.S. ANNUNZIATA, non ha cessato di vivere ed è ancora gestito da casa Savia.

Essi promuovono nuove e regolari ammissioni, poiché si tratta di un ordine d’origine dinastico-famigliare antecedente alla costruzione del regno, perciò gode di autonomia ed è molto rinomato nell’araldica europea.

Michela Brandino 12 maggio 2005