sabato 3 maggio 2008

Quei palazzi dagli arcani simboli



Infuria il filone esoterico a Bologna. Templari, numerologia, zodiaco: gli ingredienti per un romanzo alla Dan Brown abbondano. Dal '95 due studiosi ripercorrono i sentieri della città magica, fra basiliche, porte e monasteri

di Marco Benedettelli

Alchimia, templari, streghe e magia rossa.

Bologna offre agli appassionati del settore un ampio campionario di storie e simboli esoterici.

Già molto prima del caso Dan Brown e del suo “Il Codice Da Vinci”, che sentenziò il successo planetario dell’esoterismo in chiave pop, c’è stato chi, in città, ha deciso di andarsi a ritagliare, all’interno della millenaria storia cittadina, un filone di studi iniziatici.

Si chiamano Morena Poltronieri ed Ernesto Fazioli coppia di studiosi con diversi volumi all’attivo sulla Bologna delle scienze astrologiche ed alchemiche.

L’ultimo libro, “La magia di Bologna” (edizioni Hermatena), è del 2007.

Dal ‘95, con la loro associazione culturale, organizzano seminari sui tarocchi e visite guidate per la città dei misteri.

“Nell’università di Bologna, - spiega Fazioli - fin dal XIV secolo, insieme all’architettura, si studiavano l’astrologia e la magia naturale.

Un universo di saperi che in città ha lasciato il segno, anzi migliaia di segni, perché tanti degli urbanisti e degli artisti che ne disegnarono edifici e chiese erano imbevuti di cultura esoterica”.

Lasciandoci sedurre dal richiamo un po’ new age delle antiche scienze non convenzionali e della Bologna segreta, come prima tappa del nostro piccolo viaggio ci dirigiamo presso il sito dove una volta sorgeva l’antica casa dei Templari, i monaci guerrieri la cui aurea iniziatica ha sempre stimolato certe leggende “fantastoriche”.

Ricordate il film “Indiana Jones e l’ultima crociata”? L’arrivo dell’Ordine dei Templari a Bologna è storicamente attestato nel 1161.

La loro Magione era in strada Maggiore, tra vicolo Malgrado e via Torleone.

L’entrata principale corrispondeva all’attuale n. 80 di Strada Maggiore, dove oggi è Palazzo Scaroli, luogo che, ai tempi dei pellegrinaggi e delle crociate, divenne un importante nodo di collegamento verso la Terrasanta.

L’ordine scomparve dalla città dal 1307, in seguito al grande processo ai Templari voluto da Filippo il Bello.

Ma si lasciò dietro, come nel resto d’Europa, un alone di leggenda.

Un saggio di Franco Ventura (in "Bologna massonica") ci ricorda che la loro chiesa, Santa Maria del Tempio, anch’essa in Strada Maggiore, fu rasa al suolo nel 1805 nella ricerca forsennata del mitico tesoro dei Templari.

La stessa sorte, raccontano le cronache, toccò alla torre di Santa Maria del Tempio, distrutta nel 1825 nella speranza di dissotterrare l’oro dell’ordine.

Oggi, nella Bologna del 2008, di quella Magione resta ben poco.

Solo un muro dell’antico magazzino in via Torleone e, in via Borchino, il rilievo in terracotta di una croce, che alcuni studiosi dicono essere templare.

Non solo i leggendari monaci guerrieri.

L’universo esoterico di Bologna può forgiarsi anche di altre perle.

Circola da qualche secolo una teoria – alquanto bislacca, in verità – che vuole associate alle dodici porte di Bologna i dodici segni zodiacali.

Il primo a formularla fu un erudito del XVII secolo, Ovidio Montalbani, il quale, tenendo conto delle rivoluzioni astrali che attraversavano il cielo di Bologna al momento della sua fondazione, sviluppò una planimetria astronomica della cinta muraria cittadina.

Tant'è che le caratteristiche delle porte e delle zone intorno ad esse troverebbero riscontro con le peculiarità dei segni zodiacali a cui sono associate.

Per esempio a Porta Maggiore, la porta più prossima all’antica Magione dei Templari, corrisponderebbe il Leone, non a caso il segno della fierezza, raffigurato anche nel sigillo dell'ordine.

Per di più Porta Maggiore era uno degli accessi a Bologna di re ed imperatori, e dunque un'entrata particolarmente gagliarda.

Ma il viaggio nella Bologna astrologica e misterica continua.

Possiamo recarci, scegliendo, all’Archiginnasio, edificio che ai cultori dell’esoteria sembra disegnato da architetti imbevuti di numerologia.

Le sue proporzioni, a chi si intende di simboli iniziatici, non appaiono per nulla casuali.

Qualche esempio? L’edificio conta 30 portici, come i giorni del ciclo solare, mentre le botteghe sotto i portici sono 28, come i giorni del ciclo lunare.

Il quadriportico del cortile è formato da cinque archi e sette campate in ogni lato.

Cinque come la Stella Fiammeggiante a cinque punte, simbolo dell’uomo e del suo operato, e sette, ovvero la sintesi della Grande Opera.

Al primo piano dell’Archiginnasio le aule sono 12, altro numero assai ricorrente a Bologna, che torna nelle 12 nicchie della Sala Anatomica, il cui pavimento è disegnato da tanti esagoni, simboli dell’uomo e della sua tensione verso il divino.

Dopo l'antica Magione dei Templari, le porte e l'Archiginnasio, resta ancora un dedalo di itinerari fittissimi.

Ci si potrebbe spingere fino al torresotto di Portanova, antica casa di una (presunta) strega, o nella Basilica di San Petronio, piena di riferimenti alchemici, o lungo i 666 portici che conducono a San Luca, oppure a Palazzo Poggi, o nel Ghetto, o in tante altre chiese e palazzi che furono sedi, un tempo, di antiche congreghe.

Ma il crocevia più denso di numeri e di antiche allegorie è forse la Basilica di Santo Stefano, ultima tappa del nostro viaggio nella Bologna dalle ombre esoteriche.

Morena Poltronieri ed Ernesto Fazioli ci ricordano che la chiesa si trova dove un tempo sorgeva un tempietto dedicato ad Iside, la grande madre egizia, e proprio sulle 12 colonne del tempietto isiaco, nel V secolo, san Petronio costruì il Santo Sepolcro.

Una struttura con un diametro di circa 18,30 metri, esattamente la metà di quello del Santo Sepolcro di Gerusalemme, e dalla forma poligonale,come i luoghi di culto dei Templari.

Nei fregi della Basilica abbondano simboli alchemici: animali, piante, segni geometrici.

Così grande era la fama di Santo Stefano, che un’antica leggenda attribuisce in questo luogo il nascondiglio del Sacro Graal.

Ma attenzione a non strafare con la fantasia.

A nessuno venga in mente di munirsi di piccone per cercarlo.

Piuttosto, per chi ha voglia di avventure esoteriche, è meglio andare al cinema o in libreria.