lunedì 30 settembre 2019

Noi, pellegrini dell'anima, verso una Conoscenza che ci appartiene da sempre

di Massimo Agostini*



Con l’equinozio d’autunno riprendono con forza e vigore i nostri lavori rituali e, nell’augurare a tutti voi un proficuo lavoro, vi invio una breve riflessione, quale personale contributo nel difficile percorso verso il sacro tempio della “Conoscenza”,  dove alberga la superna essenza che ci appartiene e che tutto comprende.
L’uomo per sua natura, anche se ben intenzionato a percorre il difficile sentiero iniziatico, rischia spesso di perdersi nel labirinto di influenze profane, divenendo prigioniero di sentimenti ben lontani dal quel “Non Nobis...” posto a fondamento di un vero Cavaliere Templare.
Ognuno di noi ha una missione che non è scritta in un foglio, né in alcuna pergamena umana, ma è indelebilmente incisa nella nostra anima. Una missione che nel suo disegno superno ha voluto accomunare tutti noi in uno splendido fraterno percorso iniziatico, posto sotto l’insegna dell’Ordine del Tempio.
Ecco allora che il nostro essere Templari non può che assumere la valenza di un servizio, all’insegna di una missione più grande della nostra misera esistenza, nella consapevolezza di essere custodi di un messaggio da tramandare di generazione in generazione, e che quel messaggio rappresenta qualcosa di sacro, ben superiore ad ogni nostra misera velleità terrena.
Come gli antichi pellegrini alla ricerca della “Gerusalemme Celeste” trovavano ristoro “nell’umile dimora di un saggio Eremita”, così noi, novelli pellegrini dell’anima, non possiamo che trovare rifugio in questa eredità, ricevuta dai nostri padri, nutrendo la nostra mente e la nostra anima con la ricchezza spirituale in essa contenuta.
Il lavoro rituale rappresenta, proprio per questo, lo strumento donatoci per rinvigorire la nostra anima nel difficile sentiero che unisce terra e cielo, nel rispetto di quella divina missione che l’ha condotta a perdersi nella materia.
Un lavoro rituale che non si conclude all’interno dei nostri templi e nel confronto con i nostri fraterni compagni di viaggio, ma che inevitabilmente prosegue nel nostro importantissimo, intimo, lavoro quotidiano, consapevoli che ogni attimo, ogni pensiero e azione contiene in sé l’eternità di un disegno divino e la Luce espressa dalla nostra anima.
Ad Onore e Gloria dell’Ordine
Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam

* Gran Commendatore dei Cavalieri Templari d’Italia del Rito di York