mercoledì 19 dicembre 2018

Tiziano Busca ospite di Andrea Di Leonardo. «La Massoneria è la scelta nuova per chi non ha fretta»

La copertina del libro

Tiziano Busca, Sommo Sacerdote del Gran Capitolo dei Liberi Muratori del Rito di York, è stato ospite su Eterne Verità di Giuseppe Tamo della rubrica di Andrea Di Leonardo, per parlare di «La Massoneria parla all’uomo. Dalla Tradizione un progetto ribelle» il libro nato la scorsa estate da lunghe chiacchierate informali con Mauro Cascio ed Egidio Senatore e pubblicato di recente da Tipheret - Gruppo Editoriale Bonanno.
È avvilente una Massoneria che non sappia dire più niente all’uomo. «La Massoneria può sembrare complessa e difficile, ma è lo specchio più profondo di noi stessi, ma è uno specchio difficile con cui fare i conti, perché ci troviamo sostanzialmente nudi di fronte alle nostre debolezze, alle nostre passioni. Provare a ricostruire altrimenti la nostra identità pone nuovi problemi, che vanno oltre a quanto raccontato da certa stampa e da prese di posizione spesso dettate da ignoranza. L’uomo ha sempre guardato in alto. Lo strumento è una scala ed è dentro di sé, valori, conoscenze, sapienzialità antiche che in molti casi non ci appartengono più. È la stessa differenza che c’è tra il pellegrino e il viaggiatore. Il pellegrino si gode il viaggio, lo assapora, si sofferma. Il viaggiatore deve arrivare a destinazione a ha fretta. Lo aspetta, dopo il viaggio, la quotidianità. La Massoneria è la scelta nuova per chi non ha fretta. Spiegare cosa sia un iniziato non è semplice ma lo direi così: un nuovo Adamo. Chi è uscito da vecchi rapporti, al centro del creato, ad un certo punto esce e si misura con una condizione materiale, che lo pone in conflitto con persone e cose, con la cultura, con la società. E quando quest’uomo si guarda ha voglia di salire una scala allora trova identità, consapevolezza. Qui non esistono segreti. La Massoneria ha un segreto che è quello di assegnare a ciascuno di noi una chiave di lettura diversa dal quotidiano. Il segreto della Massoneria è talmente evidente che è rappresentato da tutte le immagini che possono essere ricercate in ogni spazio e in ogni luogo: il libro sacro, la squadra, il compasso».

Insomma. C’è il problema della Ricerca. «Il Massone non ha schemi. Per questo diciamo che è un Ribelle. Quando la dignità dell’uomo viene offesa c’è la lotta contro la realtà sociale. L’uomo per poter essere libero deve lavorare. Abbiamo cercato in questo lavoro di trovare gli anelli, le congiunzioni, gli anelli di questi passaggi. Ci siamo soffermati sul Rinascimento. Sull’uomo nuovo edificato in base ai valori di una cultura europea. È quello che veniva da lontano, dalle gilde».

Che cos’è, allora, l’iniziazione massonica al di là da quanto racconta la stampa scandalistica? «Quando uno arriva ad un percorso di rilettura di sé non lo fa sulla base di quello che viene raccontato. La storia della Massoneria è la storia di una grandezza, ma la grandezza è data dagli uomini che l’hanno interpretata, non dall’Istituzione in sé. È un percorso fatto anche, ma non esclusivamente, di studio, di conoscenza. L’iniziazione è una scommessa: trovare la propria identità, come bagnarsi nel Giordano è il simbolo di una rigenerazione. Si comincia una via, si prende una strada che è fatta di pietra, della voce del verbo costruire. Perché siamo muratori. Nell’ambito di uno spazio sacro. Si fa presto a dire che la Massoneria è il ritrovo di tutti i delinquenti, a buttare il fango del sospetto, mai accertato peraltro. Si fa presto a calunniare. La Massoneria  è la ricchezza dello sguardo di chi sa vedere anche la ricchezza dell’altro e che dà modo, se ascoltata, di far leggere diversamente i problemi».

E di questo si deve preoccupare oggi la Massoneria: delle mafie, dei fenomeni migratori. Perché la Massoneria cerchi sì ia definizione del compito ontologico dell’uomo ma non si preoccupi poi solo di universali astratti, ma dell’elevazione dell’uomo. «La Massoneria deve saper leggere i bisogni, deve anticiparli i problemi. Cioè la lettura di un uomo che ama l’altro uomo.Io non posso semplicemente accogliere un uomo che fugge. Io devo far sì che nel suo ambiente quell’uomo trovi risposta ai suoi bisogni. Solo allora avrà dignità. Questa accoglienza non dà dignità. Questi ragazzi non hanno comunque lavoro, dimensione. Non vedo grandi episodi di razzismo».

La conversazione è poi proseguita parlando del ruolo della Massoneria nel Risorgimento, ripercorrendo le pagine del libro, perché la Massoneria ha fatto l'Italia, suoi sono tutti gli uomini che hanno costruito l'idea di Nazione. «Una pedagogia civile. Citiamo, nelle chiacchierate, spesso Nathan, sia come sindaco che come Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia. In quell'agire c'era tutto, c'era Giordano Bruno, c'era il Rinascimento, c'era l'illuminismo, c'era l'idealismo. Ed è questa pedagogia civile che ci dovrebbe far riscoprire figure come Adriano Olivetti, e la sua economia a misura di uomo. È questa pedagogia civile che ci ha avere in odio questa Europa, che è solo l'Europa delle banche. Chi dice che questa è solo l'Europa della Finanza ha ragione. Come fa un apostolo della Verità a metterlo in discussione? C'è solo Capitale e Mercato, non è l'incontro delle genti. Sono valori che calpestano quelli massonici, il concetto di uguaglianza. Perché la bara non ha tasche, come ne 'A Livella ci ricordava il massone Totò».

Cosa dire delle campagne di stampa contro la Massoneria? «Non voglio sminuire l'eventuale pericolo, tutto da dimostrare, di patologie che anche statisticamente riguardano una parte minima. Ma si tratta di una raccolta, violenta, di Fake News. Fatte da chi non sa, da chi non conosce la Massoneria».

Andrea Di Leonardo ha infine ricordato il primo lavoro di Tiziano Busca, «Rito di York. Storia e metastoria», sempre edito da Tipheret.