martedì 19 dicembre 2017

Massoneria e Protestantesimo. A Torino Marco Novarino con Claudio Pasquet

Marco Novarino è uno dei curatori del volume della Storia d'Italia Einaudi dedicato alla Massoneria

[...] Alla Casa massonica di Torino si è svolto, davanti a un centinaio di persone attente e interessate, un confronto tra il prof. Marco Novarino e il pastore Claudio Pasquet sui 500 anni della Riforma luterana e sui 300 anni della Massoneria speculativa. Il ragionamento, sintetico quanto profondo, si è dipanato lungo il corso dei secoli, dagli eretici italiani del ’500 che, protetti più nella Basilea di Bullinger e Castellione che nella Ginevra di Calvino, prepararono, inconsapevolmente, «il processo di svolgimento in deismo e illuminismo moralistico» (Cantimori), prodromi della Massoneria speculativa, al ’700 illuministico fino al periodo post-unitario con la conseguente evangelizzazione in Italia.
Uno studio del prof. Novarino, finanziato in parte con l’otto per mille, sta già portando interessanti dati: tra il 1880 e il 1925 (data in cui la Massoneria fu costretta dal regime fascista a interrompere i suoi lavori) erano ben oltre cento i pastori protestanti iscritti al Grande Oriente d’Italia e altri ancora erano massoni della corrente scissionista del 1908. A dimostrazione che non vi fosse solo solidarietà tra minoranze ma convergenza su determinati temi.
Si è parlato di come nel secondo dopoguerra si siano fortemente raggelati, per motivi variegati che sarà
interessante approfondire, i rapporti tra protestanti italiani e Massoneria,ma infine si è notato come su temi eticamente sensibili e nel proporre di avere in questo nostro Paese finalmente una legge su libertà religiosa, di coscienza e di pensiero, pur nelle inconfutabili differenze, si possa lavorare insieme.
Si sente dire sovente in questo mondo secolarizzato che religioni e ma non sembra che i grandi temi come, tra i tanti, la difesa dei diritti umani, i diritti del fine vita e la solidarietà verso il diverso da noi, la laicità dello Stato siano stati risolti. E sono battaglie comuni, necessitano di dialogo e confronto senza pregiudizi.

(fonte Riforma • numero 46 • 1° dicembre 2017 • pagina 4).